IL CROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVA E SUA RICOSTRUZIONE: ARCHITETTO RENZO PIANO SUPERVISORE DEL PROGETTO

Sono le 11,36 del 14 agosto 2018, quando un’ immensa tragedia colpisce Genova: la campata centrale del viadotto Morandi, sul Polcevera, crolla! In quel momento, sul ponte che collega l’autostrada A7 con la A10 transitavano decine di auto e mezzi pesanti che sono stati risucchiati per 90 metri di altezza. Coinvolti anche i mezzi, gli edifici e i capannoni sottostanti. Un disastro annunciato secondo molti, il viadotto sul Polcevera, progettato dall’ingegnere Riccardo Morandi è aperto alla viabilità dal 1969, era già stato segnalato come pericoloso da molti automobilisti per via delle numerose oscillazioni, che negli ultimi giorni si erano intensificate notevolmente. Immediati sono stati i soccorsi che hanno visto coinvolti circa 1000 tra Vigili del Fuoco, uomini della Protezione Civile, della Polizia di Stato, Carabinieri e volontari e il bilancio, dopo incessanti ricerche, è stato di 43 vittime e numerosi feriti. Fin dai primi istanti della tragedia, si è reso indispensabile evacuare un’ampia area residenziale che sorge ai piedi di quel che resta del viadotto. La precarietà della struttura ha spinto le autorità e le forze dell’ordine a dichiarare inagibili intere palazzine, giudicate non sicure per i cittadini. Sono circa 680 gli sfollati che il 14 agosto hanno dovuto abbandonare le proprie case, la maggior parte di essi non rivedrà più la propria abitazione che dovrà essere demolita. Una città ferita e scossa , ma con tanta voglia di ripartire e ricostruire . Sono stati molti i progetti esaminati dalla regione Liguria e dal comune di Genova per la nuova edificazione del viadotto e ora è ufficiale. Il nuovo ponte sarà realizzato sui disegni di Renzo Piano. Costerà 202 milioni di euro e sarà pronto per il prossimo Natale 2019. All’architetto genovese va anche il ruolo di supervisore tecnico della ricostruzione che è stata ufficialmente assegnata alla cordata Fincantieri, Salini-Inpregilo e Italferr. Renzo Piano affiancherà il team del sindaco e del commissario Marco Bucci per garantire la qualità dei lavori e verificare che ci sia la massima aderenza con l’idea progettuale da lui partorita. Il nuovo viadotto sul Polcevera sarà in acciaio e cemento armato e non avrà stralli, cioè tiranti, e non si chiamerà ponte Morandi ma solo ponte di Genova “per motivi psicologici” infatti il riferimento al ponte crollato sarebbe immediato e troppo forte. Ma che cosa ha portato la struttura commissariale guidata dal sindaco a scegliere il progetto di Renzo Piano? La forma delle pile e dell’ impalcato richiamano la prua e la sezione di una nave. Dunque estetica e progettualità prendono le mosse dalla storia e dall’immagine di Genova, “città di mare”. Ma il tema della sicurezza resta quello fondamentale: “sarà un opera di acciaio sicura e durevole perché i ponti non devono crollare“ dice Piano “e sarà destinato a durare più di 1000 anni con 43 lampioni in omaggio alle 43 vittime del crollo del Polcevera “. Il nuovo progetto prevede la costruzione di 19 pile di cemento armato di sezione ellittica posizionate con una luce costante di 50 metri. La luce tra una pila e l’altra cambia solo in corrispondenza del torrente Polcevera e sulle linee ferroviarie dove l’interasse è di 100 metri. L’ architetto Renzo Piano ha dichiarato: “ sarà un ponte bello, bello com’è intesa la bellezza a Genova. Un ponte molto genovese. Semplice ma non banale. Sono lieto perché si apriranno anche dei concorsi per la riqualificazione dell’area della Val Polcevera, cuore operoso della città. Costruire è sempre un gesto di solidarietà, e sono certo che sarà anche motivo di fierezza”.

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