CONTEMPORARY CLUSTER A PALAZZO BRANCACCIO IN ROMA

DAL 23 settembre, Contemporary Cluster – il progetto galleria rivolto alla interdisciplinarietà e alla contaminazione tra arte, architettura, fotografia, design, visual art, sound design, fashion design e molto altro, sarà trasferito all’interno di Palazzo Brancaccio, palazzo nobiliare realizzato alla fine del 1800 nel cuore della città eterna. Una location dall’atmosfera fascinosa e decadente, pronta a ispirare visitatori e artisti ospitati in galleria. Dopo cinque anni infatti Contemporary Cluster conclude l’esperienza di Palazzo Cavallerini in pieno centro storico nei simili splendidi e più vasti spazi di Palazzo Brancaccio.

L’edificio è l’ultimo palazzo nobiliare romano, costruito per volere del Principe di origine napoletana Brancaccio e di sua moglie ereditiera americana Mary Field. Il ramo dell’antica famiglia era già esistente a Roma nel 1400 e il complesso venne edificato in Largo Brancaccio 82, rione Monti, mentre il Teatro è su via Merulana. Un intero piano, di circa 1700 metri quadrati, ha accolto dal 16 giugno 1958 al 31 ottobre 2017 il Museo Nazionale d’Arte Orientale Giuseppe Tucci, prima che esso fosse trasferito all’Eur nel Museo delle Civiltà. L’edificio fu finanziato dall’americana Mary Elizabeth Bradhurst Field, ricca dama dell’alta società di New York, la cui figlia, anch’essa chiamata Elizabeth, sposò il Principe Salvatore Brancaccio con una dote di un milione di dollari. Mary Elizabeth aveva acquistato nel 1879 dal comune di Roma chiesa, convento, orto e giardino di Santa Maria della Purificazione ai Monti, beni inglobati dal demanio comunale dopo l’eversione dell’asse ecclesiastico. La proprietà era ubicata all’estremità del Colle Oppio, sul luogo delle Terme di Traiano; comprendeva un esteso parco cresciuto sui resti delle Terme, vicino la Domus Aurea dell’impero di Nerone e le “Sette Sale”, tra il Colosseo e la famosa Basilica di Santa Maria Maggiore. Fra esse vi era anche una torre, detta di Mecenate e dalla quale Svetonio asseriva che l’imperatore Nerone 2000 anni prima, avesse osservato Roma bruciare durante il celebre incendio del 64 d.C.. Il parco fu poi espropriato in gran parte nel 1935 – 1936 per destinarlo a parco archeologico.

Il Palazzo Brancaccio fu realizzato precisamente fra il 1892 e il 1896, su progetto dell’architetto Luca Carimini anche se poi fu ultimato dopo la morte dell’architetto, nel 1890, dall’ingegnere Rodolfo Buti. Fu costruito sulla superficie delle vigne dei Gesuiti dove si ergeva appunto la chiesa di Santa Maria della Purificazione, non più esistente. La struttura fu creata infatti nel mezzo di un incantevole parco naturale tra le rovine romane, fontane e piante secolari immerse in diversificate essenze vegetali. Nel complesso sono presenti le bellissime Sale dove in passato Mary Elizabeth Field realizzava delle sfarzose feste da ballo anche dedicate al re Umberto di Savoia. L’ingresso su via Merulana è austero e sontuoso contemporaneamente. La facciata è caratterizzata da un enorme portale a tre ingressi che si apre sul vestibolo con colonne di granito, esso anticipa il ninfeo e il grande giardino progettati da Francesco Gai fra il 1909 e il 1912. Il prospetto realizzato con sobrio gusto, contrasta con i lussuosi interni che emozionano il visitatore per la ricchezza del dettaglio e la cura del particolare. L’effetto era chiaramente voluto e la ricerca di una opulenza ostentata veniva in quel periodo dettata dal desiderio di evidenziare la propria agiatezza economica, il lignaggio, oltre al buongusto personale nella scelta degli arredi. I soffitti affrescati furono compiuti sempre da Francesco Gai, accademico di San Luca e ritrattista di famiglia. Fu lui ad attuare non solo i dipinti, ma anche le tappezzerie e tutti i decori delle pareti. Gli interni dell’edificio sono un’esultanza barocca di specchi, velluti rosso carminio e stucchi. Famoso il Salone di Gala, con una balconata che corre lungo il perimetro della stanza e soffitti alti 14 metri finemente decorati. Ma il vero capolavoro del palazzo è la stupenda Galleria degli Specchi: una sala decorata sui due lati da pareti specchiate e dorate, glorioso e sontuoso omaggio alla Reggia di Versailles. Attualmente esternamente il palazzo mantiene una piccola superficie di giardino, si distingue il bel ninfeo sempre dell’architetto Francesco Gai degli inizi del Novecento che costituisce la decorazione del grande muro di contenimento del giardino interno. La struttura è contraddistinta da cinque nicchie e sei colonne; la nicchia centrale rappresenta una grotta, nella

quale l’acqua, che scende dalle rocce soprastanti, si raccoglie in un bacino a terra, il tutto seminascosto da una vegetazione enormemente fitta. Ai lati della nicchia centrale sono presenti altre due nicchie comprendenti statue classicheggianti in travertino, collocate su alti basamenti, riproducenti Ercole quella di sinistra e David quella di destra. Le nicchie, contornate da un arco bugnato, sono sovrapposte da un classico fregio di ordine dorico, con triglifi e metope decorate da animali marini, terminante in una balaustra in cotto.

Arte, design, editoria, musica, eventi, alta ristorazione, sono moltissime le realtà presenti all’interno dello storico palazzo in questo nuovo progetto, generato dall’unione tra Contemporary Cluster di Giacomo Guidi e Giorgia Cerulli e Spazio Field di Andrea Azzarone. Le due realtà imprenditoriali, cooperano con il fine di restituire vita artistica ad uno spazio ormai fermo da tempo, contemplano che Giacomo Guidi, tramite il suo programma Cluster Unlimited, si occupi della direzione artistica, operando nelle varie superfici interne ed esterne che formano il piano nobile di Palazzo Brancaccio, gli stessi in cui precedentemente si aveva il Museo di Arte Orientale. In questa cornice si creeranno anche molteplici attività in collaborazione con i patner: lecture, workshop, unplugged, tavole rotonde, presentazioni di libri e riviste.

“Si tratta di una realtà definitivamente inclusiva, un’iniziativa che ho lanciato”, chiarisce Giacomo Guidi. “E’ come se avessi creato una filiera, un organismo, un gruppo di intelligenza, appunto. Daremo al pubblico la possibilità di trovare molti modi di fare contemporaneo all’interno dello stesso luogo”.

Immersa nello spazio museale, ci sarà anche una nuova area lounge con ristorazione di alto profilo diretto appunto dall’imprenditore romano Andrea Azzarone, che illustra: “In questa fase delicata, l’unica strategia che ritengo vincente è quella della collaborazione e della commistione di spazi e funzionalità. Ho sempre posto grande attenzione al mondo artistico e culturale e questa occasione mi ha portato a condividere un progetto, che ha portato alla creazione di un unico polo artistico sperimentale: Spazio Field, che rappresenta per me l’evoluzione di un percorso dove si fondono diverse esperienze: il food e l’arte contemporanea”.

Contemporary Cluster muta anche natura e si converte in Collective Intelligence, in intelligenza collettiva, cioè in un network stabile, ma a geometrie aperte e variabili, che internamente vedrà protagoniste molteplici realtà del mondo creativo e culturale della Capitale. L’odierna riorganizzazione del palazzo darà origine a cinque nuovi spazi: Cluster Unlimited, Africano, Apartamento, Tube e Outdoor.

Cluster Unlimited attuerà mostre che sfideranno molto la modalità visiva dei volumi tipici di un museo, realizzando oltre a ciò esposizioni in comunicazione con la collezione storica del museo, mettendo in relazione arti e temporalità.

A questo spazio si associa pure il progetto Outdoor: un nuovo ciclo di attività ed eventi, come wave, capsule di festival cinematografici e sonori, nel ninfeo dell’edificio.

Al piano terra Tube, un lungo corridoio dal potere evocativo destinato all’arte digitale che offre un’esperienza sensoriale allo spettatore, impreziosendo il suo passaggio di linguaggi contemporanei, a cura dello studio creativo Visioni Parallele.

Il corridoio infatti con le composizioni multimediali e glitch art guida i visitatori verso l’Africano, 400 metri quadrati e 4 sale riservate ai giovani artisti, curato da Giacomo Guidi che inaugura con “Semina”, una mostra della designer Sara Ricciardi che in cooperazione con Ceramiche Rometti propone più di trenta sculture ceramiche a grande scala ispirate al concetto di nascita. Le quattro sale espositive rappresentano lo stile coloniale caratteristico del gusto ottocentesco tra il fasto romantico e il rigore accademico: soffitti alti cinque metri, pavimenti antichi, colonne slanciate, grandi finestre che affacciano sul parco mettono in comunicazione l’interno con l’esterno. L’Africano sarà la sede inoltre di Edicola 518, in una maestosa libreria originale del 1800 e ospiterà i Blend di Faro – Caffè Speciality e l’editoria indipendente.

Al sesto piano, trova spazio l’Apartamento, progettato e allestito dall’architetto Giorgia Cerulli, che analizza la dimensione moderna dell’abitare mediante il dialogo tra il design storico e i migliori brand e designer contemporanei. L’Apartamento aprirà al pubblico il 15 ottobre 2021 con la mostra di Luca Casillo, creativo e artista napoletano con base a Parigi proveniente dal mondo del fashion design (Balmain, Gianbattista Valli). Apartamento includerà anche una superficie per residenza d’artista, Cluster Atelier, e le hub progettuali delle realtà nel progetto di Collective Intelligence, tra cui Visioni Parallele, Drago Publisher, Numero Cromatico, Live Cinema Festival e Ginnika. Ulteriori realtà coinvolte e basilari per il progetto sono: Perimetro, Purple Brain, Tmag, ZERO, MINTLIST, Dam, Laba, Legacy Academy of Tattooing, Stride e Bludiprussia.

Con oltre 6000 metri quadrati totali, distribuiti su più livelli, Palazzo Brancaccio attua una ricchezza museale che consentirà a Contemporary Cluster di accrescere nel miglior modo la creatività nell’ambito del contemporaneo, offrendo più attenzione alla ricerca e sviluppando la progettualità, impersonando così un percorso senza tempo, attraverso un racconto corale di collezione di design storico e moderno.

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