Castiglion Fiorentino

Siamo sull’autostrada Roma-Firenze, a pochi chilometri da Arezzo. Paesaggio di colline dolci, di varie tonalità di verde, di campi coltivati e di corsi d’acqua che solcano le campagne. E, su di una colina, un po’ più alta delle altre (342 m.s.l.m.) sorge Castiglion Fiorentino.

Queste terre, racchiuse fra Arezzo, Cortona, Foiano della Chiana e Marciano erano, un tempo, ma tantissimo tempo fa, una zona paludosa e insalubre. Poi, nel corso degli anni e dopo vari interventi di bonifica (gli ultimi risalgono al periodo 1930-1940) è diventata la terra fertile e ospitale che vediamo oggi.

E sì che questa è una terra abitata fin dall’antichità! Ci sono tracce che risalgono alla preistoria. L’epoca “aurea” castiglionese, però, è quella etrusca (VI secolo a.C.). All’epoca era un crocevia fra Arezzo e Cortona e dominava, dall’alto della sua collina, tutto il territorio intorno. Lo testimoniano la prima bonifica alla Val di Chiana e gli scavi archeologici che hanno portato alla luce il Deposito di Brolio (nell’800), costituito da una grande quantità di bronzetti.

Dopo gli Etruschi arrivarono i Romani che pensarono bene di fare di quest’area…il granaio di Roma! E ci riuscirono, visto che Tito Livio racconta nei suoi Annales quanto importanti furono questi rifornimenti durante la seconda guerra punica. Ben 10.000 quintali di grano! La “fortuna” di queste terre derivava dalle acque del fiume Clanis che, però, creava anche dei problemi alla vicina Urbe: le inondazioni. In epoca di Augusto, pertanto, i romani chiusero la foce del fiume causando la stagnazione delle acque e la progressiva espansione della zona paludosa. Probabilmente, proprio per questa ragione, e per sfuggire alla malaria, l’attuale Castiglion Fiorentino si sposto in collina, in alto, lontana dalle zanzare.

“Castiglione”. Ma quando inizia a prendere questo nome?

È sempre difficile collocare le date precise, i nomi propri, tracciare documenti ufficiali nelle epoche più antiche. Il nome di “Castiglione” comunque appare in un testo del X secolo, dal quale risulta essere feudo dei marchesi del Monte Santa Maria. In pratica, nel tardo Medioevo, Castiglione era nominalmente sotto la tutela dell’Imperatore, ma sottomessa alla potente diocesi di Arezzo. Il Comune, autonomo, si formò solo nel XII secolo, ma con una vita piuttosto travagliata. Fu conquistata, persa e riconquistata da Firenze, Arezzo, Perugia, Stato della Chiesa e di nuovo Firenze. Per questo, a partire dalla fine del 1300, è stata ribattezzata Castiglion Fiorentino. E continuò a non avere vita semplice! Perché alle guerre di conquista si susseguirono le pestilenze e la malaria, poi i francesi e l’inizio dei lavori di bonifica.

Da qui passò anche Garibaldi nel 1849, che porta a collocare addirittura un obelisco nella piazza, ma con una rima che dice: “Giuseppe Garibaldi qui venne e s’attendò, mangiò, prese i quattrini e se n’andò”, Vabbè…un po’ irriverente!

Fino alla Seconda Guerra Mondiale, Castiglione conobbe un periodo di relativa tranquillità, ma le sorti cambiarono con la 2° Guerra Mondiale: l’intera zona Toscana fu duramente colpita dal passaggio di fronte verso la metà degli Anni 40 del ‘900: devastazioni, bombardamenti, rastrellamenti, prigionieri. Dopo i 71 morti civili nel 1943, il 26 gennaio 2004 a Castiglion Fiorentino venne riconosciuta la Medaglia d’argento al merito civile.

Oggi, il Comune ha decisamente superato le difficoltà del dopoguerra. Ha ripreso a crescere, economicamente e demograficamente, ed è un luogo turistico noto e apprezzato.

Appunto.

E quindi, mentre si è in viaggio per Firenze o rezzo, perché non fermarsi per una visita a Castiglion Fiorentino?

Entrando in città, la prima cosa che si vedono sono una prima cinta di mura medievali e poi il “muro dell’Ala”, per collegare le mura interne con le mura esterne. Essendo in collina, Castiglion Fiorentino era, in effetti, una fortificazione naturale durante il medioevo. Oggi, senza dover temere attacchi da ogni dove, l’accesso alla città avviene attraverso la Porta Fiorentina. All’interno della porta si trova un bell’affresco con la Madonna e un rilievo raffigurante S. Michele, patrono della città. A sinistra, ci sono le cosiddette mura “pisane”, visto che la Repubblica pisana contribuì alla sua costruzione. Andando avanti c’è il complesso ecclesiastico della Collegiata e poi: Porta Romana, Porta S’Angelo e, in fine, Porta Fiorentina.

Porte …. porte….porte, ma perché? Perché, come abbiamo detto, Castiglion Fiorentino è stata per molto tempo una fortezza. L’area del Cassero e la relativa Piazza hanno portato alla luce i resti di mura che risalgono agli Etruschi (IV secolo a.C.). Il Cassero è stato ristrutturato varie volte nel corso dei secoli, cambiando fisionomia e destinazione d’uso. Spesso per motivi militari. Oggi, del Cassero, restano la pianta quadrata, i muri perimetrali con un portale ad arco a tutto sesto, un pozzo profondo e una stretta scala in pietra che termina davanti a un portale che è l’accesso alla Torre. E, poi, attraverso una scala di legno, nel tempo chiaramente rinnovata, si arriva all’apertura che conduceva agli spalti della Porta del Soccorso, alle feritoie e agli orologi a pesi del Settecento. Nella parte superiore della Torre, si trova un campanile a vela con monofora, e la campana “Calfurnia” (del 1804) che oggi batte le ore con un martello elettrico per evitare che le oscillazioni compromettano la stabilità della struttura.

Poi c’è il Palazzo Pretorio, costruito a metà del ‘400 come tribunale e come carcere, che oggi ospita la Biblioteca Comunale. La Pinacoteca, che ospita alcune sale espositive e comprende la Chiesa di S. Angelo. Una chiesa “multiuso” visto che, a partire dal 1785 con i decreti leopoldini che avevano soppresso i conventi ha ospitato: un ospedale, una cantina, un cantiere di lavoro. Al suo interno si possono ammirare una Croce dipinta di Scuola umbra (seconda metà XIII sec.), due Tavole di Jacopo del Sellaio (seconda metà del XV sec.), la Vergine col Bambino e Santi di Giorgio Vasari. Dalla chiesa, quindi, si passa nelle sale dove sono custodite alcune belle opere di oreficeria, come il Reliquiario di S. Orsola del XIV sec., una Stauroteca (fine XII-inizi XIII secolo), una Croce Santa (1260 ca.). Attraversando una scala, si accede alla cripta della chiesa di S. Angelo. E poi, tante opere d’arte: una Croce dipinta del XIII sec., S. Francesco di Margarito d’Arezzo, la Madonna col Bambino di Taddeo Gaddi, alcune tavole di Scuola senese, le Stimmate di S. Francesco (1486) e etc. Al centro della sala, alcuni reliquari, e oggetti di oreficeria che vanno dal XIII al XVI secolo. Nelle stanze superiori, più “militari”, si possono vedere la Saletta della Torre, gli stemmi e una bellissima vista sulla Valle di Chio.
Per non trascurare le Logge Vasariane, che risalgono al 1513, e si fanno risalire, appunto, al Vasari perché furono restaurate da lui all’incirca nel 1560/70, quando venne apposto lo stemma della famiglia De Medici.

La Chiesa e il Chiostro di San Francesco, costruita dai Frati Francescani sopra una preesistente chiesa, nel 1256. La facciata in arenaria, originale, e un rilievo in terracotta sopra il portale raffigurante il Santo al quale è intitolata. Su una pareti si vedono: la Vergine in gloria, un affresco nella controfacciata, la Vocazione di S. Matteo di Salvi Castellucci (primo altare a destra), un frammento di affresco che raffigura la Vergine con il Figlio (quarto altare a destra), una statua di Cristo nell’orto di Sallustio Lambardi, un Annuncio dell’angelo a S. Anna nella cappella a destra dell’altare maggiore, un Crocifisso ligneo sopra l’altare maggiore, iniziato dal Giambologna. C’è poi la Cantoria in pietra scolpita sopra la porta della Sacrestia.

E allora quando andarci?

Ecco, è una questione del “quando” piuttosto che del “se”, perché la città merita una visita. Ci si potrebbe andare, per esempio, la terza domenica di giugno, in occasione del Palio dei Rioni di Castiglion Fiorentino; oppure, l’ultima domenica di ogni mese per la Piazza del Collezionista (con il mercato di oggetti antiche). Altrimenti, per il Banchetto Medievale (con la rievocazione di un banchetto medievale) il sabato precedente la quarta domenica del mese di maggio, oppure, per l’Estate Castiglionese, con sagre e feste nelle varie frazioni della città (Pizza, Struzzo, Rana Chianina, Castagna, Bisteccata etc).

Insomma, varrebbe anche la pena di andarci più volte tanto per non perdersi niente!

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