Ansia

L’ansia è un’emozione che indica un insieme di reazioni cognitive, comportamentali e fisiologiche che si attivano quando riteniamo minaccioso qualche stimolo esterno. Quando emerge uno stato ansioso il cuore batte più velocemente, il respiro diventa più difficoltoso, proviamo pressione al torace, un nodo alla gola, sudorazione diffusa, ma anche nausea, vomito, dolori addominali ed entriamo nella modalità attacco/fuga, affrontare il pericolo o scappare? Se i muscoli si bloccano restiamo perfino semi paralizzati!

Se i sintomi ansiosi diventano eccessivi e persistenti, i disturbi si fanno sempre più pesanti, la vita quotidiana di chi ne soffre può esserne seriamente condizionata.

Già le funzioni dell’alimentazione e della digestione tendono a bloccarsi in uno stato ansioso. Le emozioni come ansia, tensione e rabbia, soprattutto non esacerbate, comportano a livello di stomaco ed intestino varie problematiche. L’intestino viene considerato da molti come il secondo cervello, per cui è dotato di una grande sensibilità. Il dialogo tra intestino e cervello è continuo. All’interno delle pareti dell’intestino passano le terminazioni nervose che controllano la contrazione della muscolatura (peristalsi) e trasmettono al cervello le sensazioni dell’intestino. L’intestino è il maggior produttore di serotonina, neurotrasmettitore sintetizzato dai neuroni e collegato al tono dell’umore, è l’ormone della felicità. La serotonina è responsabile del normale funzionamento gastrointestinale. Il nostro apparato digerente può risentire di continui stati d’ansia, risponde ad agenti stressanti interni ed esterni, manifestando sindromi quali quelli del colon irritabile e della colite ulcerosa. Ricordo una definizione della colite, vista come un pianto interno per la non manifestazione all’esterno delle emozioni che il corpo, mente e psiche registrano come disagio.

L’ansia interviene ed influenza la normale produzione ormonale, con continue scariche di adrenalina e cortisolo, per un’errata percezione della realtà, a volte non così minacciosa. Il sistema immunitario viene indebolito agendo su funzioni corporee, responsabili di patologie e di alcune malattie psicosomatiche evidenziando correlazioni tra psiche, mente e corpo.

In questo periodo di pandemia si è creato un clima d’incertezza, di paura, tanta ansia. Questo ha modificato i ritmi di vita di ognuno di noi, dal bambino all’anziano. La ricerca di un ritorno alla normalità, che si sposta di mese in mese, ora di anno in

anno, può determinare in alcuni la capacità di adattamento, la risoluzione ai problemi, la programmazione e l’attività a distanza, ma in altri tanta pre-occupazione, ansia anticipatoria, che spesso viene contenuta e sofferta in silenzio o esplosa in atti di vera follia! Molte persone hanno bisogno d’aiuto di professionisti seri nell’elaborazione dei loro drammi, traumi e disturbi come quelli che stiamo considerando nella discussione.

La sindrome del colon irritabile IBS (irritable bowel sindrome) interessa il colon e l’intestino tenue e spesso si cronicizza nel tempo. In Italia sembra che ne soffra il 10% della popolazione e soprattutto le donne rispetto agli uomini. La percentuale più alta dei disturbi è compresa nella fascia dai 20 ai 50 anni. Il riscontro della sindrome può essere osservato dopo almeno un periodo di tre mesi di disturbi. I sintomi sono molto fastidiosi, passano da dolori forti al basso ventre, sensazione di gonfiore persistente, attacchi di dissenteria, ma anche periodi di costipazione e stipsi, muco nelle feci o anche la sensazione di non aver completamente svuotato il colon. Possono risentirne anche organi vicini come l’apparato urinario. Quando i disturbi diventano continui può emergere emicrania ed avere difficoltà a mantenere la concentrazione, stanchezza, umore depresso e disturbi del sonno.

Gli agenti stressanti possono essere fisici per interventi chirurgici o infezioni; psicologici come un lutto, un divorzio, una perdita di lavoro, ma anche competizione e stress su lavoro, gioie come la nascita di un figlio, un trasloco e perché no, pure un matrimonio! Spesso anche in chi si preoccupa più degli altri, che di sé stesso, non ascoltando i propri bisogni emotivi. Nelle persone che soffrono di intestino irritabile aumenta la motilità del colon in risposta alle situazioni vissute, non necessariamente negative. Imparare ad eliminare, accettare o convivere con gli aspetti che danno ansia, darebbe ottimi risultati.

L’alimentazione ha un’enorme importanza nei disturbi del colon irritabile. Bere molta acqua, una buona dieta tendenzialmente a base di fibre che può migliorare nei casi di stitichezza, ma in alcune persone potrebbe provocare diarrea o gas intestinali. Evitare formaggi stagionati, insaccati, frutta con semi, melone, legumi, agrumi, funghi e bibite gassate. L’alimentazione dovrebbe essere curata da un nutrizionista perché in effetti ogni individuo ha necessità diverse e non si può generalizzare.

Gestire l’ansia, lo stress utilizzando tecniche di rilassamento, come la respirazione profonda, la meditazione, la Mindfulness, lo yoga, la visualizzazione di immagini

rilassanti possono dare benefici. Passeggiate nella natura, chiacchierate con amici, fare sport, leggere, ascoltare musica, fare shopping, esprimersi nell’arte e ballare. Ognuno dovrebbe provare attività e tecniche varie per scegliere quale di queste riducano i fastidi. Rivolgersi al proprio medico è il primo passo, ma se questo non dà un risultato soddisfacente sarebbe bene rivolgersi ad uno/una psicoterapeuta per iniziare un percorso insieme, modificare il proprio pensiero e attuare strategie per migliorare la situazione. E’ importante farsi aiutare!

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