Una pilota di caccia con il velo

Si chiama Mariam Al Mansouri ed è già un personaggio. Il motivo? E’ la prima donna a pilotare un caccia negli Emirati Arabi Uniti. Giovane, bella, da qualche giorno ha compiuto la sua prima missione sganciando bombe sui guerriglieri dell’Isis  nell’intervento militare della coalizione guidata dagli USA.  Mariam è entrata nell’accademia militare nel 2007, appena la legge del suo paese ha aperto le porte dell’esercito alle donne. Il Maggiore Mariam Al Mansouri, che dal 2008 è in posizione operativa nell’aviazione militare del suo Paese, indossa il velo, scelta che non sembra comportarle nessun tipo di problema. Come scrive Flavio Pompetti sul Messaggero: “Mariam Al Mansouri è copertissima quando sale sul Desert Falcon F16 il bombardiere monoposto con il quale ha compiuto la missione di lunedì. La tuta pressurizzata nasconde le sue fattezze, e l’enorme casco da pilota lascia appena intravedere un sorriso sereno a denti bianchissimi e il taglio di un paio di sopracciglia scure e folte. Nel mezzo del raid quattro giorni fa il suo aereo è stato avvicinato dai serbatoi volanti della Air Force americana, i cui tecnici hanno chiesto di specificare quale fosse la sua missione. Quando in risposta hanno ascoltato la voce di una donna, i tecnici americani sono rimasti così sorpresi che per una ventina di secondi la radio è rimasta muta”. Mariam è anche una donna colta: è laureata in letteratura araba, una scelta non scontata per una persona che sogna di continuare a operare nel campo militare. Va detto che Al Mansouri non è l’unica donna nel suo Paese ad aver fatto questa scelta. Come lei, anche altre colleghe, (due ingegneri elettronici e una specialista di scienze informatiche), hanno iniziato a pilotare bombardieri emiratini. Mariam rimane tuttavia la prima ad aver operato al lato di colleghi uomini nelle operazioni di combattimento. Tra i piloti che l’affiancano nei raid compiuti in cooperazione con quelli dell’aviazione americana c’è anche il giovane pilota Kahled bin Salman, figlio del reale della casa saudita Salman bin Ablulaziz Al Saud. “I due combattenti sono l’altra faccia della cultura islamica – scrive Pompetti – quella di paesi che pur restando legati alla propria cultura e tradizione, rigettano la follia integralista dei jihadisti, e la loro mania repressiva nei confronti delle donne. La presenza di Miriam e di Kahled nella coalizione è una prima, importante vittoria di immagine nella guerra all’Isis, una che il presidente Obama e la sua diplomazia hanno lottato a lungo per costruire e consolidare nelle ultime settimane”.

Silvia Di Pasqualemariampilota

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