Jean-Michel Basquiat: il graffitismo in funzione dell’indagine sull’uomo e sulla diversità di culture

basquiat-threedelegates-1982Una carriera breve ma intensa è quella di Jean-Michel Basquiat, pittore statunitense scomparso nel 1988 a soli ventisette anni, che una mostra al MUDEC a Milano intende ripercorrere ed illustrare con una rassegna di opere emblematiche della sua arte e della sua figura.

Inaugurata lo scorso 28 ottobre, l’esposizione curata da Jeffrey Deitch e Gianni Mercurio, si compone di un itinerario di 140 lavori realizzati dal giovane artista negli anni Ottanta, con al centro tematiche umane profonde, che spiegano i termini della vasta eredità raccolta dalle generazioni successive. L’identità dell’uomo, connessa ad alcune problematiche di diversità etnica, emerge come argomento particolarmente caro al pittore, che sceglie di darne sfogo attraverso le proprie creazioni.

Geroglifici postmoderni e stilemi primordiali dipinti con bombolette spray tracciano un quadro della personalità inquieta di Basquiat, facendo luce dapprima su un’infanzia difficile, trascorsa tra la solitudine e la vita per strada. Artista di origini afroamericane, il suo esordio arrivò nel campo del graffitismo alla fine degli anni Settanta, in parallelo alla partecipazione nel 1982 a Documenta VII di Kassel. L’amicizia con Andy Warhol spianò la strada a Basquiat verso l’esecuzione della serie Collaborations (1986).

Queste figurano quali tappe principali del percorso artistico di Basquiat, che affida alla tela, al cartone o al legno il proprio timbro neoespressionista ed ingenuo, con l’effetto di mescolare e di combinare parole e frasi tratte dai mass media, accanto ad immagini richiamanti fumetti, pubblicità od iconografie caribiche. A fare da contorno è una New York pullulante di energia urbana, che contribuisce ad accrescere in Basquiat l’animo irruento e disilluso, sul quale gravano le condizioni di schiavitù e di diaspora delle proprie radici. Un tormento interiore crescente, dunque, che lo fece approdare prematuramente alla morte per problemi di alcol e droga.

Dalle strade metropolitane l’arte di Basquiat è giunta alle gallerie newyorkesi del Whitney Museum of American Art nel 1992-1993, e del Brooklyn Museum of Art nel 2005, con due eventi a lui interamente dedicati. La mostra al MUDEC a Milano si inserisce nello stesso filone di indagine di un autore che tanto ha fatto i conti con l’incontro-scontro tra il proprio passato ed il proprio presente, nell’intento di far conciliare culture diverse.

L’esposizione sarà visitabile al pubblico fino al prossimo 26 febbraio 2017. Per tutte le info dell’evento: www.mudec.it/ita.

Clara Agostini

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