Come reagisce il turismo romano alla crisi? Il caso Saint Regis

Non è un bel periodo per viaggiare: i casi di COVID-19 stanno vedendo una nuova, forte impennata dopo che il caldo di agosto ha visto saltare tutte le inibizioni della quarantena invernale, vuoi per insofferenza o per irresponsabilità. Non sarebbe una sorpresa se, compatibilmente con questa nuova curva ascendente nelle infezioni, le autorità decidessero di limitare nuovamente gli spostamenti.

Il turismo nostrano, inquadrato da alcuni come la vera “industria” del Bel Paese, ne ha indubbiamente sofferto. Nonostante il 96% degli italiani abbia deciso di rimanere in patria nel corso di questo periodo estivo, i turisti stranieri sono risultati quasi assenti – anche al netto delle restrizioni di viaggio. Gli hotel a cinque stelle hanno visto un calo di presenze dell’80%, il 91% di questi stranieri.

Come si sono preparati gli albergatori nel far fronte a questo periodo tutt’altro che favorevole? Un caso dove tutto sembra funzionare come deve è quello del Saint Regis a Roma, grand hotel a cinque stelle a due passi dalla Stazione Termini, inserito nel 2011 da Travel and Leisure tra i «cinquecento migliori hotel al mondo».

La struttura su cui si basa il Saint Regis è tutt’altro che facile da gestire: un ambiente immenso, costellato da ampie sale e servizi su misura. Per far fronte alle misure di igienizzazione e pulizia, in un ambiente del genere, sono necessari grande professionalità e la capacità di mantenere il controllo sugli ambienti. Una missione che sembra essere riuscita, a ben vedere dai giudizi degli avventori dell’albergo.

Un’attenzione che, necessariamente, va dalla pulizia delle camere e alla loro sanificazione, alla disinfezione continua e all’aerazione degli ambienti tra un soggiorno e l’altro, ma passando anche per le misure di contorno come la rimozione di riviste e quotidiani dalle camere, nonché gli ormai comuni hotspot di disinfettante per le mani.

Non meno importante, anzi, di primaria necessità, l’attenzione all’area ristorante. Oltre al distanziamento fisico tra tavoli, gli chef del Saint Regis si occupano di sterilizzare continuamente le stoviglie e resta ovviamente possibile usufruire del servizio di consegna in camera, oggi fortemente consigliato dagli albergatori.

Una grande area, quella del Saint Regis, caratterizzata storicamente dai variegati cambi di stile fra un ambiente e l’altro, e colma di servizi non solo per il benessere e la salute, ma anche per business e riunioni; un’area popolata e naturalmente devota alle interazioni fra individui, ma che oggi appare sotto controllo nei confronti di una minaccia inaspettata e dinanzi alla quale la maggior parte degli albergatori si è trovata impreparata.

Sembra che un grand hotel come il Saint Regis sia pronto per il turismo pandemico. Ma possiamo dire che i turisti stessi lo siano?

 

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