AZIENDA ORAFA IL DIAMANTE DI VALENZA IL NUOVO SLANCIO DI UN MARCHIO STORICO

L’azienda orafa Il Diamante nasce nel 1995 a Valenza Po (Alessandria) – autentica capitale della tradizione orafa italiana – per iniziativa di Maurizio Martone, attivo in questo campo sin dall’età di 14 anni e primo insegnante in Italia dell’arte della microincassatura. Al suo fianco, nell’attività, come nella vita, la moglie Roberta Bardon, con la quale Maurizio condivide ogni passo umano e professionale ormai da 28 anni; attualmente poi, in azienda comincia ad affacciarsi anche la seconda generazione rappresentata da Andrea Martone, figlio della coppia. Numerosi sono i riconoscimenti ottenuti dal brand di Valenza nel corso dei suoi venticinque anni di esistenza, tra i quali meritano di essere menzionati il conseguimento del premio “Piemonte eccellenza artigiana”, l’ingresso nella Fondazione Mani Intelligenti, che si prefigge lo scopo di valorizzare i giovani appassionati all’arte orafa, e, soprattutto, la certificazione Responsible Jewellery Council, tra le più importante del settore orafo, incentrata sulla trasparenza e legata alle pratiche responsabili per l’etica aziendale, i diritti umani, l’ambito sociale e le questioni ambientali.

Altro tratto che contraddistingue in senso molto marcato l’attività della coppia Martone – Bardon è poi l’attenzione alla ricerca e all’innovazione: questa si esprime, oltre che nella innata curiosità di Martone verso la sperimentazione “sul campo” di tecniche sempre nuove per la realizzazione dei propri manufatti, anche nel fatto che poi questa curiosità si è in almeno un paio di casi tradotta in vere e proprie lavorazioni coperte da brevetto: la prima è la tecnica di incassatura 4D, così chiamata in quanto con essa, attraverso l’incastonatura, ai quattro lati di una pietra centrale, di altre pietre laterali, queste donano enorme lucentezza al monile da qualsiasi angolazione lo si osservi; la seconda tecnica oggetto di brevetto è invece usata per la personalizzazione dei gioielli e consente di lavorare su spessori minimi dell’oro realizzando in maniera rapida e versatile oggetti impreziositi con diamanti, così da creare un gioiello artigianale con un livello di personalizzazione unico al mondo e non replicabile in fusione per via delle misure estremamente ridotte e delle infinite varianti legate alle scritte incastonate con diamanti.

Proprio le due tecniche appena richiamate sono state centrali per il salto di qualità che i titolari hanno voluto imprimere alla loro attività nel corso del 2020: benché sia stato, come facilmente comprensibile, un anno di calo dal punto di vista del fatturato – come sottolinea Martone mentre ‹‹il fatturato del 2019 è stato di un milione e seicentosettantamila euro circa, quello del 2020 si è assestato invece sotto il milione di euro›› – esso è stato infatti, per Martone e Bardon, anche un

momento in cui mettere nuovamente mano alle strategie e alle politiche aziendali e compiere scelte importanti, anche in termini di investimenti economici. La decisione più significativa sotto questo punto di vista è stata senz’altro quella di affiancare la produzione e il lancio di linee di alta gioielleria a marchio proprio all’attività di contoterzista per i più rinomati marchi italiani e internazionali del lusso , che Il Diamante ha svolto con ottimi risultati nei suoi 25 anni di vita con riferimento all’intera filiera dell’oreficeria, dall’incastonatura alla pulitura, dal controllo qualità al packaging. Una simile scelta strategica è stata poi concretamente declinata, tra le altre cose, in lavori di ampliamento della sede di produzione – passata da 200 a 500 metri quadrati incluso lo show room – nell’acquisto di software di precisione e su politiche di ampliamento del personale, attualmente composto da 30 collaboratori.

Tra le varie gamme e collezioni frutto di questo rinnovato disegno strategico si possono ricordare le Fedi Nuziali, i “Classici” – che pur rifacendosi ai capisaldi dell’alta gioielleria italiana si rinnovano attraverso la brevettata tecnica di personalizzazione di cui si è detto, che consente di scrivere con i diamanti le parole che si desidera – “Word”– che, frutto del medesimo brevetto, personalizza il gioiello con piccole lettere incastonate da diamanti – “Spring” – in cui si ritrovano, rispettivamente nella versione 4D e in quella Word, entrambi i brevetti dell’azienda piemontese – “Basket”- impreziosita da un cestino di diamanti che possono essere scelti tra rubino, smeraldo e zaffiro – “Eternity” – caratterizzata da una fascia interamente ricoperta da diamanti che ricoprono anche la chiusura e la cerniera del gioiello – e le croci dal design essenziale e raffinato della linea “Hope”. Una menzione particolare merita infine la linea “Hortensia”, i cui orecchini e collana Trilogy sono stati recentemente indossati dall’attrice Mira Sorvino sul red carpet della Festa del Cinema di Roma, e i cui esemplari saranno un elemento importante delle sfilate di moda che saranno trasmesse digitalmente a Torino, nella cornice di Palazzo Madama, il prossimo 21 novembre, nel quadro degli eventi in programma per la sesta edizione della Torino Fashion Week.

Quanto appena detto ci mostra che, sebbene per avere un riscontro strettamente economico -finanziario bisognerà attendere l’inizio del prossimo anno, il 2021 si è rivelato per lo meno un anno di ripresa di una significativa “presenza sulla scena” da parte de Il Diamante, di cui è ulteriore testimonianza l’evento tenutosi lo scorso 28 ottobre presso la Dicò Gallery di Roma: intitolato “Dicò presenta: Il Diamante di Marilyn”, esso è stato il frutto della collaborazione tra Il Diamante e Dicò, ovvero Enrico Di Nicolantonio, artista romano affermato sia in Italia che negli Stati Uniti e noto per i suoi ritratti di personaggi famosi avviluppati da una lastra di materiale plastico che poi viene bruciato e piegato per dare all’opera una prospettiva nuova e tridimensionale. In particolare, mentre Dicò ha proposto una rivisitazione de “Il Diamante di Marilyn” – il ritratto dell’attrice americana da lui presentato per la prima volta nel 2012 presso la Ca’ d’Oro di Roma e Miami in

occasione della mostra dedicata a Marilyn Monroe a 50 anni dalla sua scomparsa e che lo ha consacrato come icona della Pop Art italiana e internazionale – l’azienda valenzana ha innanzitutto donato all’artista romano il diamante naturale di colore nero di circa 10 carati che, incastonato sul volto di Marilyn in raffigurazione dell’iconico neo, rappresenta il maggior elemento di innovazione rispetto alla versione del ritratto del 2012; inoltre Maurizio Martone e Roberta Bardon hanno donato a Dicò e a sua moglie il bracciale Starlight 4D – Dicò Limited Edition realizzato con pietre semipreziose colorate e frutto dell’omonimo brevetto firmato Il Diamante. Al contempo ne è stata messa a disposizione del pubblico una limited edition con incisi il numero seriale e la firma di Dicò.

In conclusione si può affermare che Maurizio Martone e Roberta Bardon hanno fatto della loro azienda un luogo in cui raccontare i gioielli, più che venderli, arricchendoli con la loro alchimia, la loro passione e la loro dedizione assoluta alla famiglia: ogni diamante raccoglie, come in un prisma, tante facce di una vita, di una famiglia, di un vissuto, irradiando una luce che sarà, per i due titolari, la luce del futuro.

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