Claudia Giaccaglia il suo passato divenuto presente artistico.

Il termine restauro deriva dal latino restaurare, composto da re di nuovo e staurare con il significato di rendere solido, rendere vivo ciò che solo apparentemente è morto e invece necessita di nuova linfa e nuova vita.

Così sosteneva il grande drammaturgo e poeta tedesco Johann Wolfgang Goethe :”Quando ci poniamo di fronte all’antichità e la contempliamo con serietà nell’intento di formarci su di essa, abbiamo il senso come di essere solo allora diventati veramente uomini”.Un restauro come una pietra immobile, ferma, granitica, per dire io ci sono esisto e come tale scrivo e scolpisco la mia storia, la mia esistenza ,è  il restauro di Claudia Giaccaglia, restauratrice e decoratrice di oggetti d’epoca. Dal 15 dicembre Claudia ha un laboratorio dove restaura i mobili in modo tale da adattarli alla casa del cliente; ne rispecchia le peculiarità, la loro storicità e nello stesso tempo li rende anime parlanti nel 2020, dandone vitalità, passione e decoro, ovvero i tratti della sua anima.

Qui la restauratrice e la donna si completano e si confondono, parla una fa da eco l’altra, una veste l’altra indossa, una decanta l’altra esemplifica, e in tratto solo si creano davvero delle opere d’arte che si arredano da sole e arredano. Donna amante della storia e dell’antico, bambina cresciuta anche con i nonni, professionista laureatesi presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata con studi in teoria  e tecnica della conservazione dei Beni Culturali, Claudia è affascinata da sempre della storia dell’arte del periodo Rinascimentale come periodo di pura armonia delle forme e del bello, e dell’artista seicentesco Michelangelo Merisi, meglio conosciuto come Caravaggio, l’unico artista in grado di far urlare la luce e di squarciare con essa l’anima del fruitore.

La bambina, donna la Claudia di oggi crea nel suo restauro il suo abitacolo, quello stare insieme, l’armonia della famiglia, lo stare tutto insieme per dire eccoci, ci siamo; così ogni suo lavoro risponde al suo input e rispondendo vivamente alle sue mani torna a vivere.

Ogni realizzazione è affidata alla sua bravura, con le tecniche delle tempere sciolte in albumina, tecnica in uso nel Quattrocento in Italia prima che venisse sostituita dalla pittura ad olio,  piuttosto con la tempera a caseina, tecnica in pittura molto rara che usa la caseina come legante per i pigmenti in polvere, che dona una finitura opaca e resistente alla luce.

Frequentando corsi in Toscana, Emilia Romagna e Puglia, Claudia ha acquisito anche competenze sulla tappezzeria diventando per lei una vera passione; ricerca tessuti vintage  e fa di ogni pezzo un pezzo unico, dove il risultato è uno solo fa  sorridere e rendere felice il cliente, sapendo di avendolo appagato dall’occhio al cuore.

Ogni opera mobile o oggetto che sia, nelle mani di Claudia diviene un’opera vivente che racconta e parla, davvero funzionale, un mobile che si tuffa nel passato di quella bambina oggi diventata adulta e  che cerca sempre nel passato una guarnizione e una cerniera al suo essere, perché senza passato non ci sarebbe l’oggi, ed è solo il passato il nostro Padre unito alla Madre natura, alla Madre arte, che lo celebra,  lo esalta e ne cerca protezione.

 

 

 

 

 

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