Sebastiano Bodi, quando la Cucina Storica Veneziana incontra un giovane ambizioso

È diventato head chef di uno dei migliori ristoranti di Venezia a soli 22 anni, ma Sebastiano Bodi, classe ’96, resta ambizioso e non si monta la testa.

Nato a Cavallino-Treporti, nella provincia veneziana, ha iniziato presto la gavetta nel settore della ristorazione. Già dall’età di 15 anni passava le estati presso due rinomati campeggi di Cavallino (UNION LIDO 5 Stella e Camping Ca’savio). Ma la sua è una passione che nasce da lontano: «Già a 4 anni tritavo le erbe aromatiche per aiutare mia nonna in cucina. Vengo da Cavallino, dove i campi coltivati si estendono in tutto il litorale e le erbe spontanee crescono sulle barena. Amavo raccogliere i prodotti nell’orto di casa e cucinarli con la nonna, che mi ha insegnato i primi rudimenti».

A 19 anni è chef de partie presso il 4 stelle Bw Plus Quid Hotel Venice di Mestre e l’anno dopo per il 5 stelle Jw Venice Marriott Resort and SPA del capoluogo. A 21 inizia a collaborare come chef de partie tournant presso l’Hotel ROSA, 5 stelle di San Cassiano (BZ), dove affianca l’Executive Chef Norbert Niederkofler, 3 Stelle Michelin.

L’anno dopo la svolta, come guida del “Bistrot De Venise”, «ma per i miei traguardi devo ringraziare i miei genitori, per il loro supporto e i preziosi suggerimenti». La brigata di Sebastiano Bodi è composta dal sous chef Angelo Lombardo, da Mattia Martinoni, Mattia Busato, Federico Mauro, Marco Dall’Osso, Gianluca Biscaro, Iqbal Ashik e 2 pasticcieri.

Una squadra affiatata al servizio di uno dei luoghi di ritrovo preferito dai veneziani, in quanto fin dalla sua apertura ha concretizzato un percorso di ricerca sulla cucina storica della zona, abbinata a rari vini territoriali. Bodi, infatti, si occupa di rivisitare le ricette di Cuoco Anonimo Veneziano, Bartolomeo Sacchi detto il Platina, Bartolomeo Scappi ed altri (dal XIV al XVIII sec.), per creare un viaggio gastronomico a ritroso nel tempo, con gli antichi odori e sapori della Serenissima: l’agrodolce, le spezie preziose, il riso, il baccalà. Qualche esempio? La pasta fina in “Saor”: lasagnuole con le Sarde in Saor (fritte con aggiunta di cipolle caramellate e aceto), grande “sapor” classico della cucina storica veneziana reinterpretato con la pasta fatta in casa. Oppure la Minestra con fondi di carciofo, formaggio di capra fresco, ritagli d’anatra fumé, uva bianca e pistacchi, o i “Raffioli de herbe”, ravioli farciti al formaggio dolce, ricotta fumé ed erbe aromatiche con cialda allo zucchero grezzo.

Non mancano nel menu di Bodi incursioni nella moderna cucina veneziana, con il pesce e i crostacei di mare e di laguna, e la rivisitazione di pietanze delle feste di tradizione popolare. Come le linguine “Cavaliere Cocco” mantecato con emulsione di vongole, clorofilla di crescione e caviale d’aringa, oppure il risotto ai crostacei “cotti-crudi” al profumo di liquirizia e anice stellato, una specialità che ormai è una firma del bistrot.

Ormai Sebastiano Bodi è una garanzia per gli amanti della Venezia a tavola, ma nel suo futuro c’è il sogno di qualunque chef: «Vorrei aprire un posto tutto mio, un ristorante che porti il mio nome e dove mettere a frutto tutta l’esperienza che continuerò a maturare negli anni».

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