Per una destra non “truce”: una risposta alla lettera del “Foglio”

Sono Francesco Stati, neolaureato, giornalista praticante per la testata “Eventi Culturali Magazine”. Ho deciso di aderire al vostro appello perché da diversi anni ravviso, al pari vostro, una grande criticità nel sistema politico italiano, criticità che si riflette con forza nel dibattito sulla cosa pubblica: l’assenza di un centro destra popolare, liberale e democratico, di una “destra non truce”, come il vostro appello brillantemente sottolinea. La destra in Italia, a mio personale avviso, è stata ostaggio prima delle promesse non mantenute dai vari governi di cui Berlusconi è stato timoniere, poi della gretta e volgare bruttezza dei chi oggi occupa (in contumacia, si intende) il Viminale. Trovo che l’assenza di un interlocutore serio e credibile nella fetta a destra del Parlamento sia uno dei problemi più annosi del nostro Paese non solo per chi, come me, crede nei valori di una certa destra liberale, ma soprattutto per chi a questi si contrappone. Un Paese civile dovrebbe trovare nella logica dell’alternanza e nel dibattito politico fra destra e sinistra le risorse per elaborare le politiche più giuste per progredire, e oggi questa opportunità è assente. Le destre di ogni ordine e grado sono soggiogate a causa della fredda logica del consenso da una figura discutibile e manovrata dal suo team social, senza alcuna possibilità di divincolarsi da questa condizione di asservimento pena la totale cessione dei propri consensi alla Lega (come le recenti tornate elettorali hanno dimostrato), mentre le sinistre in Parlamento sono ostaggio di una segreteria piatta e poco carismatica e di una atomizzazione estrema delle posizioni interne al principale partito di opposizione, il PD. L’assenza di una figura di leadership forte, in entrambe le compagini, non fa che dipingere il già desolante quadro di tinte ancora più fosche. Trovo che la presenza di un interlocutore forte delle sinistre, un partito di destra “non truce” appunto, possa portare benefici non solo alla collettività e a tutti gli elettori come me che oggi si sentono apolidi e non rappresentati, ma anche a quei partiti attualmente all’opposizione che solo in un contesto di dibattito civile possono trovare modo di confrontarsi senza arrivare necessariamente allo scontro su un terreno a queste non congeniale perché fatto di slogan beceri e non da idee. Una destra non truce è dunque non solo auspicabile, ma necessaria

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