Hiky Mayr, per tanti anni un’imprenditrice del turismo internazionale.

Con grande piacere abbiamo avuto l’opportunità di colloquiare con la collezionista e restauratrice Hiky Mayr, che però ci ha tenuto a definirsi oggi come un’imprenditrice commerciale. Di fatti, nel suo variegato e importante percorso professionale la Mayr ha messo in piedi, come ci racconta, alcune imprese o che non esistevano proprio, quindi dal nulla, o che erano in grandi difficoltà e lei è riuscita a ridargli nuovo splendore come alle opere che restaura. Un grande talento che riesce ad impiegare in diversi contesti e realtà.

Hiky nasce a Monaco di Baviera, dove segue una formazione artistica presso l’istituto privato professionale Blocherer che gli permette di cimentarsi in diverse forme d’arte come: pittura, illustrazione, costumi e scenografia, grafica pubblicitaria, allestimento di stand fieristici e arredamento d’interni.

Nel 1963, si trasferisce a Gardone Riviera sul lago di Garda, dove si sposa, diventa mamma di due figli e comincia ad occuparsi di aziende, tra cui quella di famiglia, il Grand Hotel Fasano a cinque stelle.

Come collezionista la Mayr si è dedicata per quaranta anni alla ricerca, alla raccolta e soprattutto al restauro delle sculture raffiguranti Gesù Bambino e in alcuni casi Maria Bambina. Una raccolta scultorea di duecentocinquanta pezzi, che documenta attraverso i manufatti esposti, le tecniche, gli usi, l’iconografia legata al tema della scultura a tutto tondo. Una raccolta che la restauratrice ha voluto esporre all’interno di un museo, da lei voluto e realizzato vicinissimo al “Vittoriale” sul Gardone Riviera, precisamente sulla sponda bresciana del Lago di Garda.

L’impegno da collezionista della Mayr ha permesso di recuperare un rilevante patrimonio nazionale, che con molta probabilità sarebbe andato perduto, riportandolo attraverso il restauro a nuova vita, ed esponendolo per dare a tutti la possibilità di ammirarlo. Tutte le opere hanno un’altezza che va dai venti ai novanta centimetri, e non hanno alcuna attinenza con il presepe. Sono presenti, nella collezione, statue del Bambino in fasce ed ignudo, del bambino in piedi o seduto, del “Piccolo Re” abbigliato con vesti ricchissime e dotato anche di un ricco corredo, o del piccolo Gesù nell’immagine più tradizionale.

Per quanto riguarda le Marie Bambine, si riscontra che queste opere venivano commissionate da conventi e monasteri femminili, o da famiglie nobiliari che intendevano fornire alle loro figlie un modello di vita, ed erano realizzate da abilissimi artigiani o all’interno delle mura dei conventi di clausura. Ed il periodo a cui queste opere risalgono sono il seicento ed il settecento.

L’intera collezione di Hiky Mayr ha avuto un grande eco nel momento in cui Franco Maria Ricci (grafico, editore e designer) le ha dedicato un prezioso volume, rendendosi anche promotore prima della mostra milanese al Museo Diocesano ed poi dell’ edizione parmense.

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