Giardino della Villa medicea di Castello. Tornano in azione i giochi d’acqua ripristinati della Grotta degli Animali.   Dal 27 aprile 2024 saranno accesi tutti i sabati e le domeniche  alle 10,30; 12,30; 16 e 18. Ingresso e visite gratuite

Giardino della Villa medicea di Castello. Tornano in azione
i giochi d’acqua ripristinati della Grotta degli Animali.

Dal 27 aprile 2024 saranno accesi tutti i sabati e le domeniche
alle 10,30; 12,30; 16 e 18. Ingresso e visite gratuite

Come all’epoca di Cosimo I, dopo anni di inattività, da sabato 27 aprile cittadini e turisti potranno tornare a godere con regolarità dello straordinario spettacolo dei giochi d’acqua ripristinati e riportati in funzione nella Grotta degli Animali, uno dei gioielli architettonici del Giardino della Villa medicea di Castello ammirato in passato dai viaggiatori di tutto il mondo e tappa imprescindibile del Grand Tour.

Dal 27 aprile 2024 al 30 giugno 2024 i giochi saranno in funzione tutti i sabati e le domeniche alle 10,30; 12,30; 16 e 18, per 15 minuti, grazie a una accensione temporizzata che si attiverà quattro volte al giorno, con un sistema idraulico che assicura il recupero dell’acqua riducendo gli sprechi idrici ed energetici e che in futuro potrà essere collegato anche alle altre fontane del giardino. Fino al 30 giugno proseguono inoltre le visite accompagnate a cura dello staff all’interno della Grotta da giovedì a domenica, alle 11 e 17 senza prenotazione con partenza dall’ingresso del Giardino. Ingresso e visite sempre gratutiti.

La Grotta capolavoro dell’architettura manierista con le vasche, i gruppi scultorei e le decorazioni policrome è una testimonianza eccezionale della creatività e del genio artistico e ingegneristico del Tribolo completato da Giorgio Vasari con il contributo del Giambologna.

I giochi d’acqua, costituiti da oltre cento getti che zampillano dalla volta,  dal pavimento e dalla bocca di alcuni animali tramite un complesso sistema idraulico, stupivano, divertivano gli astanti e  rendevano vivo l’ambiente: come scrive proprio Giorgio Vasari nel proemio alle Vite “[…] l’acqua piove per colature di questi tartari, e colando fa dolcezza nell’udire e bellezza nel vedere”. Lo spettacolare serraglio lapideo, composto da decine e decine di animali realizzato con l’impiego di diverse pietre policrome e stucchi dipinti, si animava per il mutamento delle tonalità dei colori dei manti degli animali, e pareva addirittura acquistare la voce attraverso i diversi rumori creati dallo sgorgare e dal cadere dell’acqua sulle differenti superfici. Ad aumentare la meraviglia concorrevano gli effetti cangianti dati dai mosaici di conchiglie sulla volta della grotta e dai riflessi degli uccelli in bronzo, realizzati da Giambologna e dalla sua bottega oggi esposti al Bargello, che erano collocati tra le spugne nelle pareti. In questo microcosmo prodigioso e contemplativo la pietra dunque perde la propria inerzia grazie all’azione vivificatrice dell’acqua e al sorprendente livello di perizia tecnica raggiunto dagli ingegneri e dagli artisti del tempo.

Nella vasca centrale di fronte all’ingresso è presente l’unicorno, l’unico animale fantastico dell’intera composizione che secondo una leggenda avrebbe il potere di risanare le acque grazie al corno magico, simbolo dell’azione benefica della politica di Cosimo, insieme al leone, alla capra, al bue, al toro e alla pecora, tra gli altri.

La prima vasca a sinistra in marmo bianco con una stupenda composizione di pesci e altri animali marini è sormontata dalle statue della giraffa e del rinoceronte grigio (diverso dalle fattezze anatomiche naturali ma realizzato su alcuni esemplari iconografici come la celebre stampa di Dürer), dell’orso, della scimmia, insieme a il cane, il gatto, il lupo che sta per sbranare una pecora, la capra.

Sulla terza vasca a destra, in marmo bianco decorata con decine di varietà di conchiglie scolpite, spicca il cinghiale ispirato alla copia romana di un’opera ellenistica, che papa Pio IV donò a Cosimo I nel 1560, durante la sua visita a Roma, che Pietro Tacca il miglior allievo di Giambologna riprodusse in bronzo nel 1612 e che oggi tutti riconoscono nella copia della Fontana del Porcellino. Completano l’insieme il cavallo, il toro, il dromedario, il leopardo stilizzato come negli affreschi rinascimentali, il daino e il cervo con palchi di corna veri, i cani da caccia e una piccola scimmia.

Il complesso intervento di restauro, durato diversi anni, ha visto la collaborazione e l’impegno di numerosi partner istituzionali e il sostegno di mecenati tramite Art Bonus.

Gli istituti del Ministero della Cultura competenti nel tempo, la Soprintendenza speciale per il polo museale fiorentino e la Direzione regionale musei della Toscana, hanno avviato tra il 2012 e il 2017 con un primo finanziamento ministeriale la prima fase del progetto.

Dal 2018 al 2021 grazie a un contributo POR-FESR erogato dalla Regione Toscana, ente capofila del sito Unesco “Ville e Giardini medicei”, è stato possibile completare l’ultima tranche dell’impianto idraulico sotto la direzione della Soprintendenza ABAP per la città metropolitana di Firenze.

L’importante contributo Art Bonus erogato da Publiacqua spa nel 2022/2023 ha permesso il restauro delle delicate superfici polimateriche della Grotta e la riqualificazione della balaustra e di tutte le superfici intonacate del muro che delimita il Piano degli agrumi.

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