3 settembre 1989: 30 anni fa ci lasciava Gaetano Scirea, l’“uomo d’altri tempi” del calcio italiano

Calciatore amatissimo, figura di riferimento della Juventus di Trapattoni, vincitore del Mondiale spagnolo del 1982. Gaetano Scirea è stato un fuoriclasse assoluto, uno di quelli che il pallone lo aveva nel sangue e di cui ancora oggi qualche nostalgico rievoca le gesta nei bar. La sua morte, avvenuta in Polonia per un tragico incidente il 3 settembre 1989, rimane una delle pagine più tristi del calcio nostrano.

Dopo una brillante carriera come calciatore, Scirea fu ingaggiato come vice-allenatore della Juventus, la squadra con cui aveva vinto tutto: 7 scudetti, 2 Coppe Italia, una Coppa dei Campioni, una Coppa delle Coppe, una Coppa Uefa, una Supercoppa Uefa e una Coppa Intercontinentale. Dato il suo nuovo ruolo, fu spedito presto in Polonia a tenere d’occhio il Górnik Zabrze, squadra del posto con cui i bianconeri si sarebbero dovuti scontrare di lì a poco. Durante la missione, l’automobile su cui Scirea viaggiava ebbe un incidente con un furgone nella zona di Babsk. A togliergli la vita fu l’incendio che divampò subito dopo il tamponamento: l’autista della vettura infatti aveva riposto delle taniche piene di benzina nel veicolo, per paura di rimanerne sprovvisto durante il viaggio.

Ad appena 36 anni se ne andava un uomo, ancor prima che uno sportivo, amatissimo da tutto il mondo calcistico italiano per la sua integrità e la sua gentilezza d’animo. Le reazioni disperate dei colleghi non si fecero troppo attendere: durante la Domenica Sportiva, Sandro Ciotti interruppe il regolare corso della trasmissione dando notizia della tragedia: “È inutile spendere parole su un uomo che si è illustrato da solo per tanti anni su tutti i campi del mondo, che ha conquistato un titolo mondiale con pieno merito e che era un campione non soltanto di sport ma soprattutto di civiltà”. Marco Tardelli, suo compagno di squadra ai tempi della Juventus nonché amico, uscì dal programma tra le lacrime.

Contro il Górnik Zabrze, la Juventus avrebbe poi riportato una schiacciante vittoria: 0-1 in trasferta, 4-2 in casa.

A 30 anni dalla morte, di Scirea si ricorda ancora lo spirito “d’altri tempi”, che lo rende tuttora un esempio illustre di fair play calcistico e umiltà. Di uomini così, il calcio moderno, ne avrebbe visti ben pochi.

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