1°Maggio 1994. Muore l’uomo. Nasce il mito.

In questo periodo anomalo, strano e purtroppo per molti Italiani anche doloroso, si aggiunge l’assenza totale di alcuni svaghi che facevano parte del nostro quotidiano: gli sport.
Tra le tante discipline anche l’automobilismo si è dovuto fermare necessariamente, compresa la classe regina: la Formula 1.

Per gli appassionati di Formula 1 oggi, primo Maggio, non è festa. Non è più festa dal 1994. Dal maledetto weekend della gara di Imola, in Italia.
La gara inizia male: un incidente tra due vetture a pochi metri dalla partenza scaglia dei detriti sugli spalti e alcuni spettatori restano feriti. Entra la safety car, l’auto che nei Gran Premi entra nelle situazioni di pericolo per non far fermare le vetture ma rallentare il ritmo gara. L’auto resta in pista fino alla fine del 5° giro, ma deve rientrare pochi minuti dopo.

Alle 14:17, alla curva del tamburello, Ayrton Senna, uno dei più grandi piloti di auto della storia dell’automobilismo (e forse anche il migliore in assoluto) rimane vittima di un tragico incidente, con una serie di concause che hanno reso fatale l’impatto della vettura contro il muro. Un pezzo della sospensione anteriore si spezza, penetrando il casco di Ayrton. Ogni tentativo di salvargli la vita è purtroppo insufficiente, ed è così che a 34 anni nell’ospedale di Bologna, muore l’uomo.
Prende vita il mito.

Il Brasile, patria del pilota, dichiara lutto nazionale e celebra funerali di Stato al rientro della salma. Nel 1997, vicino al punto di impatto della Williams di Senna, viene eretta una statua di circa due metri. Nel 2010 viene realizzato un lungometraggio biografico sulla vita del pilota. La casa automobilistica McLaren nel 2018 mette in vendita in tiratura super limitata la McLaren Senna.

Potremmo continuare all’infinito sull’influenza che ha avuto questo immenso Uomo prima che personaggio, dal carattere sfaccettato e carismatico. Ogni anno in questo maledetto giorno sono tantissimi gli avversari/colleghi, giornalisti, ex meccanici e addetti ai lavori e non che lo ricordano in qualche maniera. Ognuno a modo suo.
“Correre, competere, è nel mio sangue. Fa parte di me, fa parte della mia vita. L’ho fatto per tutta la vita e spicca su tutto il resto.” Non si può dire che andarsene così sia bello, ma correre, gareggiare, per Senna era semplicemente tutta la sua vita.

Credo però, che la frase che in assoluto raccoglie l’essenza del pilota Ayrton Senna sia “non esiste una curva dove non si possa sorpassare.”

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