C’è un’immagine che forse, meglio di tutte, rende l’idea di quello che stiamo per raccontare: quella dell’iceberg. Di un iceberg che galleggia in mare o in un oceano vediamo la parte emersa, ma non ci rendiamo conto di quello che c’è sotto il livello dell’acqua.
Ecco. I tesori nascosti in mare sono un po’ rappresentabili secondo questa metafora: sappiamo che esistono, ma non ne conosciamo la consistenza né l’ubicazione. Possiamo solo immaginare cosa troveremmo nell’ipotesi assurda di prosciugarne le acque e di vederne i fondali.
Per trovarli, occorre fare un attento lavoro di ricerca, documentazione, studio degli avvenimenti storici, calcolo e tracciamento sulla mappa del punto (più o meno esatto) dove cercare, immergersi, esplorare e, con una buona dose di abilità e un pizzico di fortuna, trovare tesori nascosti.
È questo il lavoro e la passione di Rita Auriemma: l’esplorazione subacquee per la ricerca dei tesori sommersi. La sua è una rara e felice combinazione fra lavoro e passione; praticamente indistinguibili.
Insegna Archeologa subacquea presso l’Università del Salento e collabora con diversi Atenei (Politecnico di Torino, Università di Trieste, Università di Udine, Università Ca’ Foscari di Venezia), oltre che con la Soprintendenza.
Il suo sogno è il Museo del mare antico.
Dall’antichità ad oggi sappiamo che c’è stato un forte innalzamento del livello del mare, che ha modificato l’aspetto delle coste, sommergendo imbarcazioni e tesori del passato. La furia dell’acqua ha portato diverse navi, in tutti i tempi, a scontrarsi contro baie e coste, danneggiandole e facendo riversare in mare tutto o parte del carico, che nel tempo si è mescolato, sovrapposto, confuso con altri materiali sui fondali.
I relitti di queste imbarcazioni sono sopravvissuti e si sono conservati fino a noi. Ci sono navi, in particolare un’imbarcazione romana di media-tarda età imperiale (terzo/quarto secolo d.C), a pochissimi metri di profondità dalla costa pugliese. In pratica, se ne potrebbe fruire organizzando delle immersioni.
Il mare è un “collezionista di storia” dice lei. E un “ponte” fra gli umani e la terra.
E lei, questo legame lo sente moltissimo; il suo rapporto con il mare è viscerale, imprescindibile e inscindibile. Le emozioni, a ogni immersione, sono sempre vie e si rinnovano ogni volta con il piacere della conoscenza: ricostruire le vicende e le microstorie che poi costituiscono la storia, stupisce ogni volta.
La ricerca archeologica si fa ovunque, sotto terra, sott’acqua, in montagna… La prospettiva, il punto di vista, la motivazione non cambiano e chi fa ricerca archeologica è mosso/a da un forte spirito di curiosità e dal mettersi al servizio della causa che si desidera perseguire.
Si definisce “una privilegiata, perché questo lavoro le permette ogni giorni di scrivere una pagina nuova. Un lavoro che non riesce a scindere dalla sua vita: la ricerca, il lavoro con gli allievi e le allieve, che poi diventano colleghi e colleghe, e a cui questo Paese non riconosce la dignità e le risorse che meritano. Il loro lavoro potrebbe fare di questo Paese il numero uno al Mondo. Il contributo al PIL di queste scoperte potrebbe essere enorme e già così rappresenta il 16%” sottolinea la Professoressa.
L’attuale campagna di scavi si svolge all’interno di un vasto progetto che coinvolge Italia e Croazia, con l’obiettivo di trasformare questi siti archeologici in parchi archeologici, per cercare di favorire tutte le modalità di accesso possibile. Anche progettando un accesso legato alla realtà virtuale.
In questo lembo di mare sono custoditi, protetti dalla sabbia del fondale, i resti di una galea veneziana. Come dire, 3600 anni di storia sommersi…!
Il progetto di un Museo del Mare antico, secondo Rita Auriemma, permetterebbe di svelare segreti custoditi da anni dalle acque marine, di incoraggiare la ricerca, la formazione di nuovi allievi e allieve, di tradursi in opportunità di sviluppo economico per il Paese.
Mentre racconta dei suoi studi e dei tesori sommersi, si fa fatica a resistere alla tentazione di tornare bambine o bambini e di richiamare alla memoria libri come “Ventimila leghe sotto i mari”, “Il corsaro nero”, “Capitani coraggiosi, le storie di pirati e di navigatori che hanno solcato le acque di tutto il Mondo. Chissà quanti tesori, reperti, tracce hanno lasciato dei loro passaggi …..