Il particulare e la società del circa

Siete mai riusciti a far accettare a un computer una password non corretta ?

Eppure magari risulta sbagliato un accento, una minuscola, una lettera in meno… in fondo cosa volete che sia? Ma niente il computer si rifiuta di farvi entrare.

La società, specialmente quella occidentale, si è tarata sul circa, ha sdoganato l’incompetenza e l’approsimazione come pratica diffusa, si dice quello che non si sa per certo, si vendono “soluzioni” non certificate, processi non verificati, cure non sperimentate, presidi medici non conformi, gel, mascherine e camici spesso

immessi in commercio senza scrupoli a scopo di lucro.

La programmazione sanitaria a lungo termine ha lasciato lo spazio specialmente in Italia alla pratica dei tagli lineari, del risparmio senza l’analisi del dettaglio e del particulare; troviamo manager pagati ed incentivati solo al raggiungimento di risparmi di bilancio pur procurando terra bruciata sul territorio, chiudendo i piccoli ospedali sparsi nelle province Italiane.

Ad un certo punto si è abbattuto su tutto questo scenario un virus che, come un computer nel suo terribile modello matematico di replicazione, non fa sconti, non tiene in considerazione le motivazioni economiche del risparmio sui conti pubblici.

Così ha messo a nudo la nostra società del circa.

Il virus non è clemente davanti ad un camice inadatto, ad un protocollo sanitario approssimato, mal applicato, davanti ad un ospedale chiuso o un gel taroccato a buon mercato.

Il virus ci obbliga ad un repentino cambio culturale che adesso è la nostra sfida e quella delle generazioni future perchè ad un virus, come ad un computer non puoi dire ..circa.

Le cronache giornaliere sono piene di fatti originati dal circa, bombardati di notizie di cui ci sfuggono le fonti, il particulare non curato, l’approssimazione che porta al non risultato, al non obiettivo raggiunto.

Porto solo due piccoli esempi ma l’elenco sarebbe lungo anzi lunghissimo:

23mila aspiranti medici specializzandi che potrebbero essere fondamentali per

la lotta al covid-19 bloccati da un errore nel concorso che impedisce la stesura delle graduatorie tenendoli di fatto ostaggi della burocrazia e di burocrati e lo scandalo del gel per la sanificazione delle mani che dopo mesi di utilizzo, come protocollo di sanificazione dichiarato importantissimo, in negozi, bar, centri commerciali, parrucchieri, centri medici ed ospedali, si scopre non essere in moltissimi casi conforme e quindi non adatto alla sanificazione.

Mancanza di controllo ? Frode? Ignoranza? Superficialità?

Forse semplicemente la cultura del circa che fino a un anno fa poteva anche essere quasi indolore, navigava sotto traccia, facendo danni qua e là, a volte su individui, a volte su piccole collettività. Adesso però che siamo in questa “guerra” pandemica i danni sono ingenti, adesso dobbiamo, usando una metafora che mi è sempre stata cara, “imparare a cambiarci i calzini in corsa, mentre corriamo” perché siamo in ritardo e se il cambiamento culturale è un processo complicato che spesso in condizioni normali impiega anni, adesso di normale ci è rimasto ben poco.

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