Matteo Salvatti “Ci tenevo a precisare”

Matteo Salvatti è tra i più brillanti giornalisti di costume del nostro tempo e un raffinato intellettuale. Acuto, profondo, capace di decifrare la realtà e restituirla al lettore in modo colto ma anche frizzante, simpatico e con un pensiero fortemente strutturato. Il tempo occupato leggendolo è sempre ben speso. Quando mai capita di rilassarsi e di conoscere come e perché ‘gira il mondo’ senza far fatica? Se si era fatto conoscere dal grande pubblico fin da ragazzino e con il suo precedente libro ‘Meglio di come credi’ aveva conquistato tanti lettori, ora, se possibile, con questo nuovo volume ha fatto ancor più breccia, non per nulla sta già facendo discutere e il plauso sia della critica che dei lettori conferma questa nostra impressione. Leggerlo tiene davvero compagnia e la sua penna sa coinvolgere come accade con i romanzi più avvincenti e molto più raramente con i testi di saggistica. Con questo nuovo libro, ‘Ci tenevo a precisare’ in questi giorni in tutte le librerie ed edito da Sugarco, Salvatti pone l’accento su tutta una serie di temi che fanno capolino nei dibattiti odierni, senza che questi però vengano normalmente esaminati.  Battute, aforismi, giochi di parole accompagnano le righe che si lasciano leggere in modo piacevole, grazie proprio a questa rara abilità nel maneggiare i termini, le figure retoriche, le immagini testuali. Il concetto di notte, così come quello di minoranze, le conseguenze, e perfino che cos’è il “sotto” o cosa sono “i cartelli”. Una carrellata di interessantissimi capitoli per decodificare e comprendere cosa si cela dietro a quanto troppo spesso si dà per scontato. In questa società dove la cronaca ha preso il sopravvento sui contenuti, dove l’informazione spiccia ha mandato in soffitta la formazione e dove tutto è modellato sull’episodio del momento, ecco l’importanza fondamentale di non affidarsi a chi è in grado di volta in volta di convincerci, ma riuscire ad ottenere quegli strumenti intellettivi per discernere in modo autonomo. Con lo stile godibilissimo che contraddistingue questo autore, filosofi, artisti, scrittori, teologi, pensatori di ogni epoca vengono convocati e dicono la loro portando il lettore, istantaneamente e istintivamente, ad accrescere non solo il proprio bagaglio culturale, ma anche a formarsi una visione capace di dare un senso a tanti aspetti della vita. “Caspita, è vero, non ci avevo mai fatto caso” è l’espressione più ricorrente che si esterna praticamente a ogni pagina di questo prezioso volume, da gustarsi e da regalare. Paragrafi croccanti che spaziano dalla burocrazia ai cambiamenti, dal mistero ai privilegi, dal buonsenso alla saggezza, dal gusto agli eroi; parole capaci di incidere e scrollare dal torpore della retorica, stimolando ragionamento su argomenti con i quali forse non ci si era mai confrontati, dilatando i nostri parametri mentali. Ne risulta una serie di sagge chiacchierate ideali in grado di scuotere con colta originalità e di istruire, tener compagnia e far sorridere: un giardino di osservazioni dove confrontarsi con se stessi e con gli altri. Si nota la grande cultura dell’autore, le sue lauree in storia e in storia dell’arte, la sua ventennale militanza nel giornalismo quotidiano, e si nota il suo aver appreso dai maestri del passato un’indole divulgativa. Non cade mai infatti nel didascalismo, nella lezioncina che fa sbadigliare, ma affronta i temi di costume che tutti i giorni in metropolitana, nelle sale d’aspetto, a cena con gli amici ci troviamo a vivere con una verve davvero singolare e un approfondimento che ti porta a ricordare e poi, perché no, al momento giusto, a menzionare facendo figura!

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