Le esplorazioni creative dell’artista Ginevra Petrozzi

Nelle ultime settimane e dopo il recente interessante evento romano Beyond Binaries, progetto di residenze laboratoriali per un’arte partecipativa e transfemminista, a cui ha partecipato la designer ed artista romana Ginevra Petrozzi e curato dall’associazione Erinni, mi è capitato di contattarla e farle qualche domanda.

Nativa di Roma, ma vive da anni nei Paesi Bassi, Ginevra e appunto un’artista e una designer interdisciplinare, che ha completato Cum Laude un Master in Social Design alla Design Academy Eindhoven nel 2021, ricevendo il Premio per la migliore tesi del suo anno e il Premio Gijs Bakker 2021.

Ginevra, quando hai sentito il richiamo per l’arte e la creatività?

“Più che per l’arte o la creatività, il primo richiamo che ho sentito è stato quello per la narrazione. Ho sempre cercato di immergermi in ambienti “narrativi”, tra il teatro, lo psicodramma, la scrittura, la pittura, il canto, nonostante nella mia famiglia non ci fosse nessuno con simili attitudini. L’arte e il design mi hanno permesso di incanalare il mio desiderio di racconto, e superare la dimensione fattuale, per sognare narrazioni completamente nuove attraverso la materia.”

Quanto è, ed è stato importante per la tua crescita professionale, artistica e di visione creativa, il vivere lontano dall’Italia.

“Andare in Olanda è stato decisivo per il mio percorso. Dopo aver completato una laurea in Design del prodotto al Politecnico di Milano, sentivo il bisogno di allontanarmi dalla visione del design puramente industriale. Avevo bisogno di riscoprire gli oggetti come alleati, come talismani, come strumenti per costruire mondi nuovi. Alla Design Academy Eindhoven, ho scoperto un modo di fare design che non si limita alle logiche dell’industria, ne’ a quelle del mercato. E’ stato un esercizio narrativo estremo, che mi ha permesso di esplorare la zona grigia tra design e arte, e come allo stesso tempo possono entrare in collaborazione con altre discipline”

Il tuo è un percorso particolare e suggestivo, ci puoi parlare della tua “esplorazione” e “ricerca”?

“La mia ricerca nasce da una fascinazione per il pensiero magico, quello descritto da Ernesto de Martino, ne “Il mondo magico”, quindi proprio partendo dal contesto italiano. In Italia, religione e magia sono fortemente intrecciati, e le tradizioni magiche venivano passate di generazione in generazione di donne, tra le mura domestiche. Anche nella mia famiglia, c’è sempre stata una certa tendenza a trattare gli oggetti come alleati magici, artefatti che hanno la capacità di creare attorno a se’ cerimonie, rituali, credenze. Quando creo o produco oggetti, questo concetto è sempre presente. La magia permette di ribellarsi ad una realtà fuori dal nostro controllo, come un rimedio alla realtà, citando liberamente Federico Campagna in “Tecnica e Magia”. Soprattutto, mi ha sempre affascinato la figura della strega, un archetipo potentissimo che racchiude la curatrice, la donna pericolosa, la ribelle politica. Ho cercato di chiedermi dove la magia come pratica politica potesse risuonare, e mi sono ritrovata ad impersonare una “strega digitale”, che appunto, applica il pensiero magico al mondo del tecno-capitalismo. Questo mi ha portato a ideare il progetto “Digital Esoterism”, dove le predizioni algoritmiche prodotte dai nostri smartphone (Pubblicità targettizzate, post Suggeriti per Te, la tastiera predittiva) vengono lette ed analizzate utilizzando la metodologia della lettura dei Tarocchi, che sto studiando da più di 4 anni. Continuo la mia esplorazione, per esempio con il laboratorio Prophetai, per Beyond Binaries, dove ho invitato le partecipanti nella creazione di un incantesimo – recitare ad alta voce un futuro utopico al nostro smartphone, nella speranza di ricevere nuove predizioni algoritmiche, e quindi uscire dalla propria bolla digitale, rilegata al nostro passato”

Come vedi la situazione culturale e creativa in Italia in questo momento?

“Vedo una grande spinta collettiva a dare spazio a temi e pratiche più ibride, a cavallo tra diverse discipline e sempre più sociali. Quello che manca sono gli spazi e i fondi che lo permettano, perché la volontà e le persone piene di entusiasmo ed idee ci sono.”

Cosa puoi consigliare ai giovani che intendono intraprendere un percorso artistico?

“L’unico consiglio che mi sento di dare è di non guardare il proprio percorso artistico come rilegato ad una specifica disciplina, ma di darsi spazio di scoprire collaborazioni, ibridazioni, creare strane chimere con le proprie inclinazioni. A dirne una, designer Tarotista”

Quali sono i tuoi prossimi appuntamenti?

“Il 14 Settembre presenterò il progetto sviluppato per la residenza artistica Beyond Bynaries di Erinni ad AlbumArte (Via Flaminia 122, Roma) insieme a Giulia Tomasello, Mara Oscar Cassiani e il collettivo Call Monica. Dal 14 al 16 Ottobre, ad ArtVerona presenterò un progetto sui rituali funebri digitali curato da Cecilia Casabona, per la sezione Pages ideata da Ginevra Bria. Mentre il 25 Novembre aprirà la mostra Guna Guna allo Stedelijk Museum di Amsterdam dove esporrò il mio progetto Digital Esoterism

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