Il campo di applicazione dell’ozono in medicina è molto vasto e, ancor di più, discusso! Tra chi lo pubblicizza e lo “spinge” come prodotto in grado di curare più o meno qualsiasi malattia (anche grave) e chi lo reputa inutile, ci si scontra contro la realtà scientifica che al momento è ancora molto controversa.
In questo articolo ci si limiterà a fare una conoscenza di base dell’ozonoterapia intesa come pratica che utilizza un gas per andare a migliorare alcune patologie in ambito ortopedico-traumatologico.
Ma vediamo innanzitutto cos’è l’ozono: l’ozono è un gas composto da tre atomi di ossigeno che la caratteristica di essere allotropico, ossia è capace di esistere in più forme chimiche; questo è possibile perché, in determinate condizioni, uno dei tre atomi di ossigeno si lega ad altre molecole trasformando così la molecola di ozono in ossigeno biatomico (O₂), cioè l’ossigeno nella forma che respiriamo.
L’ozono viene prodotto anche da alcuni processi immunologici del nostro organismo e viene da anni utilizzato per sterilizzare ambienti e per la purificazione delle acque potabili. Tuttavia l’ozono ha, come moltissime sostanze usate a scopo benefico, anche degli effetti collaterali se la sua concentrazione diventa troppo elevata, provocando potenzialmente anche gravi danni all’apparato respiratorio.
Chi soffre di problemi cronici alla colonna vertebrale, in particolare di discopatie, si sarà senz’altro imbattuto nella proposta da parte del medico di usare delle infiltrazioni di ozono in via percutanea. Di fatto le infiltrazioni di ozono sono diventate da diversi anni una delle frecce a disposizione del medico nella faretra delle terapie conservative, al fine di evitare o rimandare l’intervento chirurgico.
Pur essendo la colonna il terreno di intervento preferito per l’ozonoterapia, ultimamente viene proposta anche per altre patologie a carico dell’apparato locomotore.
Alcuni studi hanno evidenziato come il beneficio dell’uso dell’ozono in via percutanea si raggiunga associandolo a discolisi: la discolisi consiste nell’iniettare direttamente nel materiale discale erniato una miscela gassosa che andrà a disidratare il disco riducendo di fatto la pressione sulle radici nervose.
Una metanalisi ha riportato che, a causa di diversi parametri, sono necessari degli studi di qualità più elevata al fine di dichiarare l’ozonoterapia uno strumento in grado di gestire il paziente con dolore cronico lombare.
Uno studio ha dimostrato come l’uso associato di discolisi e ozono dia risultati di dolore e funzionalità molto simili a quelli di pazienti sottoposti ad intervento chirurgico, a fronte anche di un minor numero di giorni di ricovero ospedaliero.
Per quanto l’intervento chirurgico possa sembrare la via più veloce, il tasso di recidive vere è molto elevato; se a questo viene aggiunta la percentuale di ernie in nuova sede o di erniazione controlaterale al lato già operato i dati non rendono l’idea dell’intervento chirurgico così positiva. Questo non vuol dire che “è colpa dell’intervento se…” ma che vedere l’approccio chirurgico come strada risolutiva può non essere corretto in tutti i casi.
Gestire invece la cronicità del problema, finché è esclusa la possibilità di danni al nervo, attraverso le terapie conservative al momento pare essere la strada migliore.
Porre la massima attenzione all’igiene posturale, fare attenzione a non prendere peso se la sede della discopatia è lombo-sacrale, mantenere un tono-trofismo della muscolatura di addome, glutei e paravertebrali elevato sono delle accortezze di base da prendere.
In più se si è arrivati ad avere un problema discale qualcosa a livello posturale non va, perciò pensare ad una rieducazione posturale globale, avendo bene a mente che è un percorso e non una soluzione istantanea, è un approccio da tenere in considerazione; anche nel caso in cui si opti per l’intervento chirurgico pensare che correggere le posture non sia necessario non fa altro che esporre il paziente alle recidive già citate.
Al di là degli approcci fisioterapici strumentali (tecar terapia, laser terapia, InterX terapia, eccetera) secondo la letteratura scientifica la gestione delle problematiche croniche di colonna trova ampio beneficio nell’approccio con idokinesiterapia.
Attualmente quindi l’uso dell’ozono in ambito ortopedico-fisiatrico è rivolto alla riduzione del dolore, all’incremento della concentrazione di ossigeno nei tessuti bersaglio e sembra anche favorire il rilascio di fattori di crescita. La letteratura scientifica tuttavia ancora non ha una linea comune sui risultati nell’uso di ozono nelle patologie osteo-articolari; ad ogni modo è diventato di uso comune nella pratica clinica di molti medici e una discreta percentuale di pazienti riferisce di averne tratto beneficio.