Luca Moretto:arte e comunicazione

L’arte offre una grandissima opportunità di esprimere e comunicare ciò che l’artista sente durante la sua creazione ed è così da sempre. Condividere e confrontarsi con il messaggio inviato e raccolto, permette uno scambio profondo e quasi intimo con chi ha partorito l’opera, che sia una foto, una statua, un quadro e ancora tanto altro. L’arte è vita. Un incredibile artista è balzato ai miei occhi, in questo periodo un po’ strano e anche difficile: Luca Moretto artista veneto, nativo di Jesolo. La sua arte è colorata, è gioiosa, attraverso i colori racconta momenti speciali. Il suo percorso nasce da una storia triste, segnata dal dolore e dalla sofferenza, ancora oggi. A 23 anni ebbe un incidente di moto e dopo tanta sofferenza, un lungo periodo, 9 mesi, in ospedale ed interventi vari, gli fu amputata la gamba ormai malata e con una grave infezione per la mancata vascolarizzazione. Malasanità, purtroppo sì. Nell’arco dei 18 anni passati, 32 interventi totali. Anni di dolori, notti di sofferenza per il piede che non c’è più. Una sindrome conosciuta come quella dell’arto fantasma. Generalmente resta la sensazione di avere l’arto mancante, ma per Luca questo significa anche un dolore schiacciante, fitte, scosse, insieme al mal di schiena, depressione che non gli permettono di vivere una vita serena. La Fondazione ISAL di Rimini l’ha aiutato nella terapia e nel sostegno durante questi anni. Un grande aiuto è arrivato dall’arte, come sostengo spesso, che è uno strumento per autoguarirsi, ritrovare sé stessi e riconnettersi ad una fonte che spazia in dimensioni diverse e ci permette di superare i limiti condizionanti che spesso ci ritroviamo per situazioni fisiche, emotive e psicologiche.

La sua arte colorata, un’arte da toccare, da vivere come esperienza, un piacere che passa attraverso la multisensorialità che il nostro cervello sa riconoscere. Guardare, osservare, toccare i suoi lavori in silicone, ecodesign che riflettono quella morbidezza, duttilità, una creatività ecosostenibile. I materiali usati arrivano da ditte impegnate nel rispetto dell’ambiente, come la Mungo Italia per i suoi coloratissimi siliconi o la Saratoga. Osservare alcune delle sue opere artistiche, alcune su cartoni particolari, dona piacere, è un modo per arrivare all’altro, accendendo i suoi sensi, un richiamo al cibo e al sesso, i principali conduttori di sensazioni ed esperienza “altra”. Sensazioni che filtrano attraverso quei morbidi bignè colorati o quei peni che guardano al cielo, con un certo rigore “siliconico”! Ovviamente Luca ha realizzato alcuni dei suoi lavori seguendo un progetto, un esercizio di stile, lo definisce lui, relativo alle radici silico-avventizie. Fili di silicone che vengono sparati verso il basso e perché no anche verso l’alto! Il porcospino esposto in Fiera dà un po’ la stessa idea, ma vi assicuro che il messaggio di Luca non era quello, è ovviamente una mia percezione, un po’ edonista! Espressione di una vitalità, post-modernità, che supera

pregiudizi di ogni tipo, non è facile arrivare ad una così perfetta consapevolezza e armonia con queste nuove tecniche artistiche. Oggi sempre più spesso l’arte come piacere, viene utilizzata per comunicare al grande pubblico, anche nel marketing del turismo, attraverso un’esperienza di leisure che stupisce e meraviglia. Luca ama che le sue opere siano accarezzate, quel contatto che va oltre. La bellezza nel campo artistico vuol dire molto, ma se viene abbinata ad un attento percorso “comunicativo”, che Luca sa benissimo interpretare, è il top. La sua grande forza, la resilienza, di colui che è in grado di rialzarsi ed affrontare le sue paure e sofferenze, gli ha permesso di creare opere speciali. Il suo buon carattere, l’allegria, un sorriso genuino, il giocarellone che dietro ha una storia importante, come quando dicono “beato a te” (ma che ne sanno?), è stato capace di cavalcare la sua vita con coraggio e determinazione. Un esempio ammirevole. Il suo motto, anche tatuato è “L’ottimismo può fondare le sue radici anche nel dolore”.

Il suo capolavoro più ammirato e pluripremiato è la Vespa 50, modello del 1967, la “Venice” realizzata nel settembre del 2010 con colori acrilici e glitter, con effetto rilievo, per ricordare il Carnevale e i suoi coriandoli colorati. Che dire, spettacolare! Ora è in mostra permanente al Museo Piaggio di Pontedera (Pisa) e fa compagnia alla Vespa di Dalì, esperienza visiva, cromatica, sensoriale e tattile completa.

Credere nei suoi sogni, desiderare la realizzazione dei suoi progetti, l’hanno aiutato nel raggiungere gli obiettivi pensati. La motivazione deve esser stata davvero forte!

Riuscire a vendere le sue opere, trovare le collaborazioni adeguate, gli aiuti giusti permetteranno a Luca di crescere ancora di più attraverso i suoi lavori. Il riconoscimento che gli è arrivato in questi anni è stato molto, ma qualche contributo esterno lo sosterrà sicuramente meglio. Mondo dell’arte e aziende insieme, l’anniversario 32 via dei Birrai, il premio al Parlamento Europeo, La Biennale nel 2011, Corporate Art Awards nel 2018, S. Pietroburgo “la vespa e il cinema”, sono riconoscimenti alla bellezza dei suoi capolavori. Nuovi progetti in elaborazione, come la Vespa 946, futuristica o la 500 realizzate in stile “Venice”. Consiglierei un’ampia gamma di oggetti, occhiali, borse di silicone e che solo le tette! Il mondo è così bello a colori, ne abbiamo bisogno tutti! Fabio Cofferati partirà da Milano (club Vespa Piacenza) direzione Tokio, con una Vespa artisticamente decorata da Luca Moretto. 6000 chilometri di percorso, altra bella storia. Parte dei proventi realizzati dalla vendita di oggetti sarà devoluta all’ISAL, fondi per una buona azione.

Grazie Luca per essere quello che sei, la tua gioia e la tua anima colorata faranno sorridere ancora tante persone!

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