Ginny e Georgia: la serie Netflix è l’erede di Una Mamma per Amica?

È così che è stata definita da Alan Sepinwall nel Rolling Stone, periodico statunitense che si occupa di musica e cultura pop. Ginny e Georgia, una serie di produzione Netflix ideata da Sarah Lampert, ha debuttato sulla piattaforma streaming nel Febbraio scorso, guadagnandosi un posto nella top 10 che conserva ancora oggi. A differenza del fenomeno Bridgerton, altro fiore invernale all’occhiello della società statunitense, Ginny e Georgia non sembra star godendo dello stesso riverbero mediatico, sebbene gli spunti di discussione offerti da questa serie non siano per nulla assenti.

Georgia, madre single di trent’anni, dopo la morte del marito si trasferisce in una ridente cittadina del Massachusetts insieme al piccolo Austin e alla figlia adolescente, Ginny. La serie ruota intorno ai fantasmi del misterioso passato di Georgia, che tornano ad infestare la sua nuova vita e che cominciano a pesare su quella di Ginny, in procinto di costruirsi con fatica e una buona dose di sbagli una realtà che la renda finalmente felice.

La storia comincia effettivamente con le tinte rosa ed umoristiche della celebre Una Mamma per Amica, il cui titolo originale è Gilmore Girls. Eppure, aldilà delle note più serie e riflessive evocate da tematiche importanti come il rapporto genitori e figli, l’assenza di una delle due figure parentali, i disturbi alimentari e l’autolesionismo, Ginny e Georgia assume un sapore noir ai limiti del thriller, spingendo la serie molto oltre i confini solitamente battuti dai classici Drama adolescenziali. I dialoghi sono schietti e taglienti, i personaggi giocano con i cliché sulle cui basi sono stati costruiti, cercando di presentare la loro versione dei fatti senza alcun pelo sulla lingua.

Ed è proprio una di queste conversazioni a cuore e mente aperti che sembra aver suscitato le ire di alcune celebrità, prima fra tutte Taylor Swift, la quale non ha gradito alcuni riferimenti da lei giudicati come sessisti e fuori tempo.

Insomma, che vogliate guardare la serie perché siete affezionati al sarcasmo spiccato di Lorelai, perché siete curiosi di toccare con mano se le accuse di razzismo e sessismo siano effettivamente fondate, se avete semplicemente voglia di guardare un prodotto interessante e per certi versi innovativo, e in quanto tale scomodo in qualche sua parte, o se vi piace il rosa ma solo abbinato con tanta dose di nero, aprite Netflix e spegnete la luce: a Georgia non piacciono spie a viso scoperto in casa sua.

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