“Sundance” sì, “Sundance” no

wwwwwwwwSi è da poco conclusa il “Sundance”, una delle rassegne cinematografiche indipendenti più importanti al mondo che ha luogo da trent’anni a Park City, nello Utah (USA).Fin dai suoi esordi il “Sundance”, terreno fertile per le produzioni cinematografiche autonome nonché del cinema autoriale, è stato un trampolino di lancio per alcuni dei registi americani più famosi e influenti, fra i quali i fratelli Coen, con il film “Blood Simple” (95), e Quentin Tarantino con “Le Iene” (92).Enorme è la sua popolarità tant’è che annualmente raccoglie circa 45 mila spettatori e le stesse case cinematografiche hollywoodiane fanno a gara, ad ogni edizione, contendendosi i diritti di distribuzione delle pellicole più attraenti.Il “Sundance” in realtà esisteva già prima del 1984 e si chiamava “Utah/United States Film Festival”: fondato appena sei anni prima dalla Utah Film Commission, per attrarre registi e produttori indipendenti, l’evento si teneva ogni settembre a Salt Lake City.Viste però le difficoltà iniziali che impedivano al festival di ingranare, nel 1981 questo venne  spostato a Park City, una nota località sciistica a circa 30 chilometri a est di Salt Lake City.Nello stesso anno Robert Redford, sempre nello Utah, diede vita alla fondazione “Sundance Institute”, col nome del personaggio che aveva interpretato nel film “Butch Cassidy”, al fine di creare un’oasi felice in cui scrittori, registi e sceneggiatori potessero sviluppare e produrre opere cinematografiche in tranquillità e libertà, lontani da imposizioni di mercato e pressioni politiche. Appena tre anni dopo il “Sundance Institute” assunse la direzione artistica del poco fortunato “Utah/Unites States Film Festival”, che fu spostato da settembre a gennaio.Da qui è nato quello che ora è noto come “Sundance Film Festival”.Ma non è sempre tutto oro quello che luccica e proprio nell’edizione del 2014 Redford, ancora parte operativa dell’organizzazione del festival, non ha affatto disdegnato di manifestare pubblicamente, in un’intervista, il proprio disappunto per l’involuzione che ha interessato di recente la manifestazione. “Non siamo più quello che eravamo”, ha affermato l’attore: lo spirito guida di un tempo si è piegato di fronte ai vecchi nemici, è stato snaturato dal business e dal marketing, perdendo così di vista l’obiettivo originario.Ma oltre ai troppi interessi commerciali che fanno perdere di credibilità al festival, vi è anche un’altra tendenza negativa non trascurabile: molti dei film presentati negli ultimi anni, infatti, hanno cominciato a somigliarsi fra loro, tematicamente, narrativamente e grammaticalmente.Coincidenze e visioni comuni? Può essere, ma non si esclude anche una consistente e consolidata quantità di stereotipi. Tant’è che su Youtube ha già spopolato “Not another Sundance movie”, un finto trailer di un finto film indie che ha in sé tutti gli ingredienti del cinema indipendente, fra i quali famiglie distrutte ed individui adulti disperati.Sundance” sì, “Sundance” no? Ai posteri l’ardua sentenza.

http://www.youtube.com/watch?v=spXU_kljHPE

 

Michela Graziosi

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