La donna nell’iconografia, tra epoche e popoli diversi. Accezioni di femminilità in mostra a Fermo

C’è tempo ancora fino al prossimo 23 ottobre per visitare la mostra L’anello di Cupra. Icone della femminilità dalla preistoria a Rubens, da Van Gogh ai contemporanei, allestita dallo scorso 31 luglio nelle sale di Palazzo dei Priori a Fermo.

Reperti archeologici, opere pittoriche, sculture e installazioni di artisti italiani e internazionali compongono l’itinerario proposto all’interno dell’iniziativa curata da Marcello Smarrelli, che ha selezionato un corpus di lavori di epoche differenti incentrato su emblematiche figure di donne.

Jacobello del Fiore, Rubens, Hayez, Van Gogh, Segantini, Previati, Giacomelli, Beecroft sono solo alcuni dei nomi di maestri presenti con le proprie testimonianze. Oltre a prestiti dalla Galleria d’Arte Moderna di Milano, la selezione raccoglie pezzi di collezioni pubbliche e private di Fermo e dintorni, con un intento di valorizzazione delle ricchezze culturali del territorio marchigiano.

Si innesta così in mostra un dialogo tra opere, con protagonista la dea Cupra, a partire dall’anellone a nodi: si tratta di un reperto archeologico di nota delle raccolte fermane, associato alle donne picene, ed il cui uso e significato sono tutt’ora oggetto di domande e ricerche. L’anello a nodi è scelto come icona di femminilità, e trova posto già all’inizio del percorso espositivo, divenendone immagine chiave.

La dea Cupra precorre la nascita della dea Venere sia per caratteristiche sia per elementi iconografici, e rappresenta un punto di congiunzione tra le rappresentazioni femminili. L’immagine e la storia si intrecciano con quelli della dea sumera Inanna e della dea babilonese Ishtar. A quest’ultima si richiamano i tratti iconografici della figura monoteista e cristiana della Vergine Maria.

Con una ricca bibliografia, la mostra delinea il profilo di una dea-matrice, una Grande Madre o una Grande Dea, offrendo informazioni e narrazioni trasversali su epoche e popoli diversi. Ci si sofferma sul concetto di matriarcato in età moderna, confutato dalle più recenti teorie filologiche ed archeologiche, a favore dell’esistenza di numerose divinità femminili nei pantheon antichi, dotate di accezioni di grandezza ed unicità.thumbnail_hayez-la-maddalena-penitente

L’esposizione annovera ritratti e modelli di femminilità molto diversi tra loro, lungo un percorso che abbraccia l’arte dei secoli passati, arrivando fino ai giorni nostri: nello specifico, vi si possono ammirare le Storie di Santa Lucia di Jacobello del Fiore, l’Adorazione dei Pastori di Peter Paul Rubens, La Maddalena Penitente di Francesco Hayez, Les bretonnes et le pardon de Pont Aven di Vincent Van Gogh, Le due madri di Giovanni Segantini, La quiete di Gaetano Previati, ed il Ritratto a mia madre di Mario Giacomelli.

Il progetto apre a rimandi tematici ed emotivi, accostamenti inediti e salti temporali, dando conto dell’universo stratificato e multi sfaccettato della femminilità. A popolarlo sono la dea progenitrice,

la vergine, la santa, la prostituta, la profetessa, la regina, la femme fatale, l’eroina, la madre. La donna risulta considerata sia in ambito storico iconografico, sia in termini più ampi con richiami all’idea della terra, racchiusa idealmente nel Mappamondo custodito nella Biblioteca di Fermo, realizzato nel 1713 dal cartografo Amanzio Moroncelli.

Anche il tipo di allestimento studiato concorre a dare suggestione alla mostra, con uno spazio circolare all’interno del quale un sapiente gioco di luci fa sì che le raffigurazioni di donne appaiano sbirciate idealmente dall’alto dai ritratti di uomini illustri – i Viri illustres – scelti a decorazione della sala di Palazzo dei Priori. Da questi prende avvio uno scambio di sguardi e collegamenti tra opere, spazio scenico e contesto.

Promossa dal Comune di Fermo, l’esposizione è organizzata con il contributo della Regione Marche, per interessamento dell’Assessore alla Cultura Moreno Pieroni, e della Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo. La produzione dell’iniziativa è affidata a Sistema Museo. Partner tecnico è DACA Vetrine d’Autore. Per info e dettagli: www.sistemamuseo.it.

Clara Agostini

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