Guercino 1591-1666. Capolavori da Cento e da Roma

Dal 16 dicembre 2011 al 29 aprile 2012, nelle sale del piano terra del Palazzo Barberini si può ammirare la mostra Guercino 1591-1666. Capolavori da Cento e da Roma. L’esposizione è organizzata dalla Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Roma, diretta da Rossella Vodret e ha lo scopo di ripercorrere la vita artistica di Francesco Barbieri, detto Guercino, dai suoi inizi ferraresi, fino alla venuta a Roma, che segnerà in lui una svolta artistica verso il classicismo. Le trentasei opere esposte provengono esclusivamente da Cento, città natale dell’artista, e da Roma, dove visse dal 1621 al 1623. Il percorso, che procede in ordine cronologico, inizia con le opere della giovinezza, in cui l’artista risente della lezione dei suoi contemporanei (soprattutto il Carracci), ma mostra già di possedere quel gusto per il realismo che caratterizzerà le opere della sua maturità. Nel Miracolo si san Carlo Borromeo, il santo è sul tetto di una casa e gli unici a rendersi conto dell’apparizione miracolosa sono la bambina, che tira per la veste la madre, e il gatto nell’angolo in basso; una rappresentazione che crea una sensazione di vicinanza emotiva nell’osservatore, pur in una situazione eccezionale, come il compimento di un miracolo. Ancora, in San Pietro che riceve le chiavi da Cristo, un dipinto maestoso, colpisce l’espressione di Gesù, quasi divertito nel vedere la timorosa referenza del futuro custode del Paradiso, un’opera che rivela l’originale lettura del realismo da parte dell’autore. Una concretezza che sta anche nel virtuosismo pittorico, come nell’incredibile gioco di chiaroscuri nel volto di San Bernardino, nel dipinto San Bernardino da Siena e San Francesco d’Assisi davanti alla Madonna di Loreto, ma anche negli straordinari riflessi di luce sull’armatura di San Pancrazio ne La Madonna ed il Bambino in gloria, San Pancrazio e una santa monaca. Nella seconda sezione della mostra sono ospitate le opere della maturità, le più innovative e belle. Si può ammirare un duplice dipinto di san Girolamo in atto di sigillare una lettera, il primo una sorta di enorme bozzetto del secondo, in cui si possono ammirare differenze e pentimenti dell’artista. Ma quello che colpisce è la verità, la realtà, come nel magnifico Erminia trova Tancredi ferito, in cui le lacrime dell’eroina, che ha gli occhi e il naso arrossati dal pianto, fanno partecipare lo spettatore del suo dolore; il candore della pelle, in contrasto con il rosso del sangue delle ferite del paladino cristiano creano un senso anche di dolore fisico, lo stesso che prova Tancredi. Ancora, nella Sibilla, stupisce il pallore del volto, che circonda gli occhi profondissimi ed è a sua volta circondato dai capelli neri, che donano mistero alla figura dell’indovina. Infine, nel Ritorno del figliol prodigo, da ammirare sono la pelle del giovane, fresca ma patita, il cane che gli fa le feste e lo straordinario riflesso di luce sui vetri della finestra e dei vetri stessi sulla parete. L’ultimo spazio, poi, racchiude le opere della tarda maturità, in cui l’oggettività lascia il posto a una poetica dai toni più smorzati e anche la pennellata cambia. Sono comunque presenti dei capolavori come Santa Margherita di Antiochia, in cui la santa è colta nell’atto di sollevare il crocifisso contro il demonio, che un’orribile drago con le fauci aperte, eccezionali sono la pelle della donna, il rosso del mantello e del fregio che spicca sulla cintura verde. E poi, Ecce Homo, in cui Cristo è raffigurato nella posa sofferente abituale nell’immaginario comune; eppure gli occhi iniettati di sangue e bordati di rosso, le gocce di sangue che colano dalla fronte, impressionano veramente la sensibilità di chi guarda, indipendentemente dal fatto che condivida il messaggio religioso e spirituale dell’opera. Quando si parla di una mostra pittorica, di solito ne vengono decantate bellezza e estro. I dipinti del Guercino sono sicuramente eccezionali, sotto il profilo estetico, ma la semplicità, il loro cogliere il divino che c’è nella quotidianità, la capacità di trasportare lo spettatore sul piano dello spirito, sono la loro vera attrattiva.

Box informazioni:
Guercino 1591-1666. Capolavori da Cento e da Roma
16 dicembre 2011 – 29 aprile 2012
Roma, Palazzo Barberini
Via della quattro fontane, 13
Info: 06 32810
www. mostraguercino.it

Patrizio Pitzalis

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