DIGITAL LIFE 2013 – Liquid Landscapes. Lo sciabordi del paesaggio

zNell’ambito del Romaeuropa Festival è in programma la quarta edizione di Digital Life, che quest’anno si occuperà dei Liquid Landascapes (Paesaggi Liquidi). Come sempre, la rassegna si incentrerà sugli intrecci e gli scambi tra i linguaggi artistici contemporanei e le nuove tecnologie e avrà luogo nelle sale del MACRO Testaccio, fino al 1 dicembre, con un’opera unica al MAXXI, fino al 10 novembre, e con un ciclo di incontri all’Opificio Telecom Italia. Il fulcro di questa edizione è la visione del paesaggio inventato, immaginato e rielaborato attraverso installazioni multimediali, ambienti sonori, opere interattive come archetipi di un nuovo concetto di panorama, naturale e umanizzato, o come chiavi di lettura futuristiche o nostalgiche dei rapporti sociali. Si divide in due sezioni la mostra, nei locali del MACRO Testaccio. Nella prima, intitolata The world you know, il paesaggio è un cumulo di dati culturali, geografici e sensoriali, che costituiscono macchinari celibi, metafora delle architetture urbane. In The Super Tower, del cinese Du Zhenjun, la fotografia digitale costruisce moderne torri di Babele composte da un apparentemente irrazionale ammasso di simboli di diversa origine: monumenti, elementi tradizionali e culturali simbolo dell’apocalisse contemporanea. Zenchen Liu con Underconstruction attraversa le macerie di un quartiere del centro di Shangai, nel tentativo di recuperarne il ricordo. Violenti e di forte impatto i paesaggi di Ryoichi Kurokawa, che con Ground conduce il visitatore nel mezzo dei conflitti in Medio Oriente, attraverso foto, video e musica elettronica. Anche Laurent Marechal riflette sulla guerra, con Ligne Verte, immaginando la distruzione del muro che separa Palestina e Israele da parte della natura. In Mutation Of Matter di Carlos Franklin e Roque Rivas si riflette sulla metropoli americana, narrando il mito di una New York in cui suoni e immagini si intrecciano con il caos della Grande Mela. Metropoli e paesaggi naturali sono gli elementi al centro di Staging Silence di Hans Op De Beek che ricostruisce, attraverso il video, i luoghi visitati con l’utilizzo di oggetti banali. L’installazione interattiva Monade di Alexander Maubert racconta l’evoluzione delle strutture architettoniche e sociali della città con la descrizione di una comunità circoscritta della periferia di Buenos Aires. L’Empire di Aurelien Vernhes è un’installazione immersiva in cui il visitatore funge da chiave di lettura per risvegliare la memoria di un luogo sconfitto dal tempo. Nella seconda sezione, The world you own, la tecnologia da vita a paesaggi mentali e impossibili della fantasia. Carlo Bernardini nel suo Vuoto Sospeso sovrappone lo spazio reale a quello virtuale, facendo del vuoto l’elemento di congiunzione di questo mondo, che oltrepassa i limiti della terza dimensione. Un originalissimo paese delle meraviglie è il paesaggio di Mihai Grecu, che in Coagulate immagina un mondo privo di leggi fisiche e infestato da organismi parassiti. Brulicanti di vita sono le rocce, il ghiaccio e il sale protagonisti di Planet A di Momoko Seto, che racconta il suo universo con materie non organiche attraverso video e musica elettronica; mentre ancora più irreali sono Correnti oblique correnti laterali di Paul Thorel e Solin Vario – Il sole protetto del collettivo Quiet Ensemble, che propone un microcosmo abitato da minuscoli organismi. Ambiente espositivo, opera d’arte e visitatore interagiscono nelle opere di Donato Piccolo che con Tenore di Fondo e Narciso propone i suoi vortici d’aria inscatolati in bacheche, che reagiscono ai suoni dello spazio esterno. Il paesaggio rivisitato nello spazio digitale ci ripropone la questione riguardante l’arte contemporanea. Visione immaginifica del futuro o affresco impietoso del presente?z1

Box informazioni:

DIGITAL LIFE 2013 – Liquid Landscapes
MACRO Testaccio – Piazza Orazio Giustiniani, 4 Roma
dal 10 ottobre all’8 dicembre 2013
info: tel. 06 45553050
promozione@romaeuropa.net

 

Patrizio Pitzalis

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