Al Teatro Quirino, il presente periodo festivo sarà interamente ambientato nella città tedesca di Magonza, nel 1455. È qui che Johannes Gutenberg, passato alla Storia come il diffusore della stampa a caratteri mobili in Europa, riceverà una commissione che viene da molto, molto in alto. Infatti, ne “La Bibbia riveduta e scorretta” del quintetto Oblivion, sarà proprio Dio ad affidargli il ghost writing della sua autobiografia. Non senza esilaranti discussioni su cosa debba essere scritto e possa attirare il lettore.
Dal 26 dicembre al 6 gennaio, il celebre palcoscenico romano ospiterà l’ultimo lavoro di quelli che in arte sono gli Oblivion, negli ultimi anni riconosciuti come gruppo talentuoso, geniale e divertente: dal loro “I Promessi Sposi in 10 minuti”, il quintetto proveniente da Bologna ha sempre dato indiscutibile dimostrazione non solo delle proprie capacità artistiche, musicali quanto teatrali, ma si è sempre distinto soprattutto per la propria ironia virtuosa e colta.
“La Bibbia riveduta e scorretta” è la loro ultima fatica, abbinata per tema al periodo natalizio ma – fuori dagli schemi come sempre – adatta a qualsiasi stagione. Alla base del musical un fatto storico noto, condito in primo luogo dell’elemento sovrannaturale per gettare il filo della trama, e da lì prende il via la consueta serie di collegamenti ironici tra presente e passato, giochi di parole e satira che degli Oblivion costituisce il marchio di fabbrica. Il duello tra Davide e Golia con la telecronaca sportiva di sottofondo, le vicissitudini di un giovane e scapestrato Gesù in rotta con il Padre, e una miriade di gag mai scontate, dissacranti ma senza mai sfociare nel profano – nel senso dispregiativo del termine. Finché il libro non sarà diventato il best seller che tutti conosciamo, s’intende.
“La Bibbia riveduta e scorretta” degli Oblivion è un lavoro decisamente maturo, gradevole al pubblico di ogni provenienza, e che probabilmente rappresenta un nuovo punto alto nella carriera del gruppo. Uno spettacolo leggero, di circa due ore che scorrono senza pesare affatto, e che merita vi si dedichi una serata prima che le scorte di panettone volgano al termine.