“Le cinque giornate dell’insurrezione di Milano nel 1848”

Carlo Cattaneo, nato a Milano il 15 giugno del 1801 e deceduto a Lugano il 5 febbraio del 1869, è scrittore, poeta, filosofo, politico, politologo, linguista e patriota, oltre ad esser stato esponente del pensiero repubblicano federalista.

Di formazione illuminista e positivista, ebbe un ruolo davvero determinante nelle storiche Cinque giornate di Milano del 1848.

Cattaneo rimane estraneo alla rivoluzione fino alla terza giornata, quando diviene il vero protagonista della cacciata degli austriaci dalla città.

Si dimostra un capo implacabile e magnanimo a un tempo, rifiuta l’armistizio proposto dagli austriaci ed evita che la rivolta assuma derive terroristiche quando fa salva la vita al conte Luigi Bolza, l’odiato funzionario di polizia catturato dagli insorti.

Assume il comando del Consiglio di Guerra, vero cuore pulsante della rivolta e contraltare di una Municipalità filo piemontese.

Discepolo di Gian Domenico Romagnosi (giurista, filosofo ed economista italiano), nutrì idee repubblicane e federaliste.

Costretto poi all’esilio, si ritirò in Svizzera.

Decise di astenersi dalla politica attiva per dedicarsi ad un’azione educatrice volta a preparare la trasformazione della società civile suscitandone le forze progressive.

Nel 1939 aveva fondato “Il Politecnico”, il più rilevante periodico del tempo, un giornale nel rinato clima della libertà di stampa largita dopo i moti di Vienna.

La prima serie fu pubblicata fino al 1844, mentre una seconda serie uscì dal 1859 al 1868, ma Cattaneo la diresse solo fino al 1862.

In esso diede grande rilievo ad argomenti di scienza e tecnica, giudicate strumenti dello sviluppo del progresso e del rinnovamento sociale.

Saggista di larghi interessi, nei suoi scritti sottolineò la connessione tra conoscenza e impegno civile e tra i diversi settori dell’operar umano.

Temi centrali della sua riflessione sono: l’idea del progredire dell’incivilmento, anche attraverso la decadenza e il regresso; il rapporto stato-società civile-individuo; l’opera del capitalismo e il ruolo della borghesia; la funzione dell’intellettuale e la destinazione sociale del sapere.

Tra le sue opere si ricordano: Notizia naturali e civili sulla Lombardia (1844), Dell’insurrezione di Milano nel 1848 e della successiva guerra (1849), Del pensiero come principio di pubblica ricchezza (1859), Psicologia delle menti associate (1859-63), Memorie d’economia pubblica (1860).

La sua prosa concreta e precisa riflette una concezione del sapere positivo, sperimentale, antiretorico.

La cronaca delle gloriose cinque giornate e la ricostruzione degli antefatti raccontati attraverso il circostanziato racconto di Cattaneo, che si dimostrò il vero protagonista della cacciata nemica.

Il volume ha un ricchissimo apparato iconografico, come riproduzioni di stampe, dipinti e documenti d’epoca.

Lo stile letterario del Cattaneo è asciutto e mai ridondante.

L’autore rifugge dalla retorica nazionalista, ma è misurato nelle invettive contro avversari e nemici.

Quel che prevale è un certo distacco, una serena visione delle cose, che consegna l’opera al giudizio politico e storico degli eventi.

Tuttavia i modi della memorialistica non sono abbandonati del tutto e la narrazione assume

talvolta toni colloquiali, con i frequenti ricorsi alle forme del discorso diretto e note di colore dagli esiti memorabili.

Edito da Meravigli Libreria Milanese, collana Scorci e memorie, 160 pagine a 17,00 €.

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