aGaN design di Gabriella Di Luigi

Gabriella Di Luigi consegue la laurea con lode in architettura, presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, con una tesi in Restauro architettonico e Consolidamento strutturale nel 2007. Nello stesso anno si abilita all’esercizio della professione e si iscrive all’Ordine degli Architetti di Napoli e provincia. Dal 2012 intraprende l’attività di libero professionista e, grazie alle diverse esperienze, sviluppa un forte interesse per l’uso di materiali di recupero, di oggetti destinati allo smaltimento e di materiali ritenuti “poveri”.

Per questo nel 2018 prende vita aGaN design: per esaltare la potenzialità presente in ogni oggetto di tornare a nuova vita e con un uso diverso. Perché l’oggetto riciclato non è dismesso ma può diventare un vero e proprio elemento di design.

Secondo Gabriella infatti: “Sono affascinata dalla storia e dal vissuto di ciascuno dei materiali di recupero che adopero. Credo fortemente nel lavoro artigianale che nessun macchinario può fare; per questo è importante conoscere i materiali, toccarli, lavorarli e capirne il comportamento. Fondamentale è la sinergia e la cooperazione con le altre figure professionali in particolar modo con le maestranze artigiane: il mio lavoro sarebbe nullo senza il loro intervento e viceversa”.

E la stessa attenzione viene posta ai committenti: “Ogni cliente rappresenta per me un percorso irripetibile, per ognuno scelgo i materiali e gli oggetti più adeguati all’ambiente nel quale andranno collocati creando, così, uno spazio non- convenzionale, nel quale forza concettuale e concretezza realizzativa trovano l’equilibrio perfetto”.

L’approccio di Gabriella trascende l’artistico per raggiungere il filosofico: solo con una forte etica deontologica unita alla passione per il proprio lavoro si possono raggiungere le vette di eccellenza sperate. Come spiega lei stessa: “La bellezza incarna un concetto astratto, intimamente connesso a quanto possa generare in noi emozioni profonde e foriere di un piacere assoluto ed incondizionato. La bellezza non si identifica, invece, in un valore assoluto, impermeabile al decorso inesorabile del tempo. A mio sommesso avviso, in architettura, il bello rappresenta l’esito di un processo che rinviene le sue fondamenta nel pensiero, nella riflessione, in quell’idea creativa che sfocia in un messaggio percepibile ai sensi nella realtà materiale. Tale processo non può, in alcun modo, prescindere dall’ascolto del cliente, facendomi interprete delle sue esigenze, delle sue aspettative, dei suoi desideri, dando in tal

modo concretezza all’idea che egli ha di casa perfetta. Per tale ragione, è per me di prioritaria importanza instaurare con il cliente un rapporto empatico, schietto e sincero per tutta la durata del viaggio progettuale che affronteremo insieme”.

Ed è proprio questa specificità del rapporto umano e la presenza in loco in ogni fase di lavorazione che caratterizza l’ideazione e la realizzazione del lavoro affidatole: “Affinché ogni singolo progetto da me curato possa raccontare lo spazio di chi lo vive quotidianamente, è mia cura seguire personalmente i lavori in cantiere: è doveroso nei confronti della committenza assicurarmi che ci sia coerenza tra progetto ed intervento eseguito. Conquistare la fiducia del cliente, percepire il suo affidarsi alle mie proposte progettuali rappresenta per me il raggiungimento del primo fondamentale obiettivo. Il complimento che mi gratifica di più, e mi fa comprendere di aver intercettato le aspettative del cliente, è sapere che, con il mio progetto, ho realizzato completamente i suoi desideri, le sue idee, creando ambienti eleganti, accoglienti, funzionali, ambienti che possano costituire un vanto per il cliente e per me che li ho progettati. Il rapporto professionale che instauro con il cliente non si limita alla sola realizzazione del progetto, in quanto trascende il mero ambito professionale. Seguo, infatti, il cliente nel tempo, una volta realizzato il progetto, fornendo pareri sulla scelta dei complementi di arredo e di quanto possa contribuire a renderlo soddisfatto dell’ambiente in cui vive”.

Il nome scelto per il proprio studio spiega ulteriormente l’approccio di Gabriella: aGaN design infatti è l’acronimo di as Good as New (come nuovo), ed interpreta il suo interesse per l’impiego di materiali di recupero e di oggetti destinati allo smaltimento. Come lei stessa specifica: “Non è riciclo creativo, ma progettazione consapevole, basata sullo studio dei materiali e della loro capacità di adattarsi ad un impiego diverso dal consueto. aGaN design rappresenta proprio quanto esposto: esaltare la potenzialità che alberga in ogni oggetto di rinascere a nuova vita e con un impiego diverso. Come scrisse Pablo Neruda: Nascere non basta. È per rinascere che siamo nati. Ogni giorno. Mi affascina il passato dei materiali di recupero che adopero, i segni lasciati dal tempo testimoniano una vita pregressa che valorizza e caratterizza il materiale o l’oggetto da me utilizzato, rendendolo unico nel suo genere. Il riciclo costituisce una fonte inesauribile di risorse e soluzioni innovative, utilizzando materiali a noi legati da vincoli affettivi indissolubili nel tempo.

Gabriella si occupa di progettazione di ambienti residenziali privati e aziendali, di progettazioni di locali commerciali ed attività ristorative e di progettazione di costruzioni ex novo. “L’impiego di materiali di recupero – dichiara – rappresenta una delle tipologie di interior design che apprezzo: in base al tipo di progetto che intendo realizzare, di ambiente su cui intervenire, scelgo il reimpiego di materiali e oggetti di recupero, progetto arredi moderni ed assisto il cliente, accompagnandolo personalmente presso i punti vendita per la scelta di arredi di produzione industriale. Ogni cliente è per me un percorso irripetibile. È mia cura selezionare i materiali e gli oggetti più consoni all’ambiente nel quale andranno collocati, creando, in tal modo, uno spazio non convenzionale nel quale forza concettuale e concretezza realizzativa trovano un equilibrio perfetto”.

Riguardo a possibili progetti futuri, Gabriella non ha dubbi: “Sono concentrata sul presente perché è l’unico tempo consentito. Nella cultura napoletana, di cui sono figlia, per indicare un’azione che si svolgerà nel futuro si usa l’indicativo presente, il modo e il tempo della certezza, dando per certo che ciò che si desidera poi accadrà. Non è la paura del domani ma la consapevolezza che non tutto è nelle nostre mani. Seguo con passione i progetti di ristrutturazione di abitazioni e locali commerciali, amo disegnare mobili e complementi di arredo, imparo dalle maestranze presenti in cantiere, sono un professionista onesto con se stesso e con il cliente. Mi auguro una carriera in ascesa, di poter realizzare sempre nuovi e stimolanti progetti, ma non voglio preoccuparmi del futuro tanto, quando arriva, è già presente”.

 

Foto Simone Paris

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