Novak Djokovic: la next gen è lui.

“La next gen siamo noi”. Così scherzava Nole, parlando sul centrale di Roma dopo la sconfitta in finale con lo spagnolo Rafael Nadal. Scherzava ma in realtà neanche troppo, sembrava quasi un monito, un avvertimento, proprio nei confronti di quella next gen che ha faticato a venire fuori da quando i “Big Three” hanno monopolizzato la scena del tennis mondiale per oltre 15 anni.

Se il torneo prevede gare al meglio dei tre set Nadal ancora riesce ad esprimere il suo tennis, soprattutto sulla sua amata terra battuta. Quando però le distanze si allungano, anche lui è stato costretto quest’anno a cedere ad uno sfavillante ed immortale Novak Djokovic; in semifinale si è visto chiaramente un Nadal preoccupato ed affaticato, in particolare dopo aver perso il lungo terzo set che lo ha notevolmente provato fisicamente.

E se per un momento in finale contro il greco Tsitsipas, uno dei più promettenti della nextgen, dopo aver incassato un perentorio 2-6 al secondo set sembrava tutto in favore del greco, ecco che il numero uno alza ancora il livello di tennis minimo necessario per vincere uno Slam. E così con 3 set dal livello altissimo Djokovic ribalta l’incontro ed incassa il secondo Slam stagionale, lanciandosi a tutta velocità verso Wimbledon.

Sembra un eterno ragazzino, sembra non accusare il calendario dei tornei completamente stravolto e dal ritmo serrato, sembra non accusare neanche partite molto impegnative né dal punto di vista mentale né da quello fisico. Se Belgrado, affrontato dal serbo come torneo di preparazione per il Roland Garros, è stato portato a casa con una forma ed un livello di tennis molto modesti per le capacità di Nole, lo stesso ha stupito tutti giocando sempre meglio turno dopo turno agli Open di Francia.

Oramai è più che palese che le intenzioni di Djokovic sono quelle di giocare fino a che non disintegrerà ogni record possibile della storia del tennis, per essere lui e solo lui il Maestro definitivo.

Il calendario attualmente è molto impegnativo in quanto passano solo due settimane tra Roland Garros e Wimbledon e nemmeno due tra quest’ultimo e le Olimpiadi. Questa vicinanza ha ha già creato dei caduti eccellenti: lo spagnolo Rafael Nadal ha comunicato pochi giorni fa che non parteciperà né a Wimbledon né alle Olimpiadi, proprio per non sovraccaricare il suo fisico.

Per il momento invece il serbo sembra non avere nessun problema e di sicuro ringrazierà per questa defezione di lusso.

In più con un Roger Federer tutt’altro che in forma gli unici avversari di sostanza sono proprio quelli che lui ha avvisato dal centrale di Roma: la next gen.

Nole è già l’unico uomo ad avere ottenuto il Grande Slam virtuale e uno dei tre ad avere ottenuto il Career Grand Slam. Quest’anno ha un doppio record nel mirino: diventare il terzo uomo (il secondo in Era Open) ad ottenere il Grande Slam, che si differisce da quello virtuale dal fatto che i quattro tornei devono essere vinti nello stesso anno solare, e la possibilità di essere uno dei tre ad ottenere il Gold Grand Slam,ma potrebbe essere l’unico uomo a compierlo nello stesso anno solare.

Certo a scriverlo non ci vuole niente, a vincere tutte queste partite è un’altra storia. Ma è proprio la storia che vuole fare Novak Djokovic e la sua sconfinata ambizione è la sua benzina. Ed è già a due quinti dell’opera.

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