IL LIMITI DELLA FORFETTIZZAZIONE NEL LAVORO SUPPLEMENTARE

Nel caso in cui aumenti il fabbisogno di impiego del personale dipendente in forza part time l’azienda può richiedere lo svolgimento della prestazione per un tempo di lavoro maggiore di quello contrattualmente stabilito. In questo caso si configura la prestazione di lavoro supplementare, che viene retribuito con il riconoscimento di una maggiorazione rispetto alla paga oraria ordinaria. Un apposito accordo contrattuale può prevede la forfettizzazione del compenso per le ore di lavoro supplementare.

La prestazione di lavoro supplementare è quella svolta dal lavoratore part-time oltre l’orario di lavoro contrattuale ma entro l’orario ordinario full time (pari al massimo a 40 ore settimanali o alla misura inferiore stabilita dai contratti collettivi ai fini contrattuali). I contratti collettivi di lavoro possono stabilire una durata minore e riferire l’orario normale alla durata media delle prestazioni lavorative in un periodo rapportato a 4 mesi, 6 mesi ovvero 12 mesi ma in ogni caso non superiore all’anno.

Il ricorso alla forfettizzazione del lavoro supplementare, previsto in un accordo sottoscritto tra le parti, ammette il riconoscimento al lavoratore di una quota di retribuzione forfettaria a prescindere dalla reale prestazione dello stesso.

L’accordo può essere raggiunto al momento dell’assunzione o in un momento successivo e prevede l’erogazione di una indennità sostitutiva delle retribuzioni relative al lavoro supplementare, previsto dalla legge e dalla contrattazione collettiva.

Con accordo scritto col lavoratore possono essere chieste variazioni della collocazione temporale della prestazione o variazioni in aumento della stessa entro il limite del 25% della normale prestazione annua part time.

Le variazioni devono essere chieste con un preavviso di due giorni. Tali limiti possono essere derogati dal contratto collettivo o di secondo livello, oppure al verificarsi di eccezionali esigenze tecnico-produttive e di impossibilità di fronteggiarle attraverso l’assunzione di altri lavoratori; cause di forza maggiore, necessità di prevenire un pericolo grave e immediato ovvero a un danno alle persone o alla produzione; eventi particolari, come mostre, fiere e manifestazioni collegate alla attività produttiva, nonché allestimento di prototipi, modelli o simili.

La Corte di Cassazione ha affermato che il compenso erogato a titolo di forfetizzazione lavoro supplementare, se accordato al lavoratore per lungo tempo e non correlato all’entità presumibile della prestazione supplementare resa, vale come un superminimo non riducibile unilateralmente a discrezione del datore di lavoro.

In caso di prolungamento dell’orario part time, al prestatore di lavoro deve essere erogata, per le ore supplementari, una retribuzione oraria maggiorata rispetto a quella dovuta per il lavoro ordinario.

I contratti collettivi possono in ogni caso consentire la fruizione, in alternativa o in aggiunta alle maggiorazioni retributive, di appositi riposi compensativi.

Il datore di lavoro deve comunicare al lavoratore la necessità di effettuare lavoro supplementare; riportare nel libro unico con tutti i dati relativi alle ore di lavoro effettuate; riconoscere le maggiorazioni previste dalla contrattazione collettiva o dalla legge per le ore di lavoro supplementare; nel caso in cui il contratto collettivo applicato al rapporto di lavoro non disciplini il lavoro supplementare, il datore di lavoro può chiedere al lavoratore lo svolgimento di prestazioni di lavoro supplementare in misura non superiore al 25% delle ore di lavoro settimanali concordate. In tale ipotesi il lavoratore può rifiutare lo svolgimento di lavoro supplementare ove giustificato da comprovate esigenze lavorative, di salute, familiari o di formazione professionale. Il lavoro supplementare è retribuito con una maggiorazione del 15% della

retribuzione oraria globale di fatto, comprensiva dell’incidenza della retribuzione delle ore supplementari sugli istituti retributivi indiretti e differiti; verificare il rispetto dei limiti di utilizzo del lavoro supplementare previsti dalla legge.

La forfettizzazione del lavoro supplementare può avvenire, ad esempio, con riferimento al numero medio di ore di straordinario prestato da ciascun lavoratore nel mese o nell’anno precedente. In presenza di esigenze aziendali inderogabili ed eccezionali, il datore di lavoro ha anche il potere di imporre prestazioni di lavoro supplementare nei giorni festivi ovvero nelle ore notturne.

Il lavoratore che rifiuti ingiustificatamente di prestare il lavoro supplementare legittimamente richiestogli dal datore di lavoro attua un inadempimento contrattuale e diventa, quindi, passibile di sanzione disciplinare.

La forfettizzazione del lavoro supplementare consente al datore di lavoro, in base alle condizioni pattuite nell’accordo, di conseguire un risparmio sul costo retributivo e contributivo.

Occorre però tenere presente che la retribuzione erogata al lavoratore per le prestazioni di lavoro supplementare rese non costituisce retribuzione utile, sempre salvo diversa previsione contrattuale, ai fini della maturazione delle mensilità aggiuntive. Il compenso previsto in caso di forfettizzazione invece, poiché corrisposto mensilmente in ugual misura, viene generalmente considerato dalla contrattazione collettiva quale elemento retributivo facente parte della base imponibile utile al calcolo di tredicesima e quattordicesima.

Il lavoro supplementare può rappresentare uno strumento utile, sia per il datore di lavoro, sia per il dipendente. Nella fattispecie, di seguito, si possono elencare alcuni elementi di utilità di questo istituto:

1. Guadagni aggiuntivi: per i dipendenti, il lavoro supplementare offre l’opportunità di guadagnare ulteriori entrate, il che può essere particolarmente importante per coloro che cercano di raggiungere obiettivi finanziari specifici o di migliorare la loro situazione economica.

2. Copertura delle spese impreviste: il lavoro straordinario può essere utile per far fronte a spese impreviste o emergenze finanziarie, come spese mediche o riparazioni urgenti.

3. Progressione di carriera: per alcuni lavoratori, il lavoro supplementare può essere un modo per dimostrare il loro impegno e dedizione al lavoro, aprendo opportunità di crescita professionale, promozioni o aumenti di stipendio.

4. Soddisfazione del datore di lavoro: i datori di lavoro possono trarre vantaggio dal lavoro supplementare quando si trovano di fronte a picchi di carico di lavoro temporanei o scadenze strette. In questo modo, possono garantire che i progetti siano completati in tempo e soddisfare le esigenze dei clienti.

5. Flessibilità: il lavoro supplementare può essere una soluzione flessibile per le imprese per gestire le fluttuazioni stagionali o le esigenze impreviste senza dover assumere personale aggiuntivo a tempo pieno.

6. Sviluppo di competenze: il lavoro straordinario può offrire opportunità ai lavoratori di sviluppare nuove competenze o migliorare quelle esistenti, poiché possono essere esposti a compiti diversi o più complessi rispetto alle loro mansioni regolari.

Tuttavia, è importante notare che il lavoro supplementare può anche comportare sfide, come la fatica e l’equilibrio tra lavoro e vita personale. È importante che i dipendenti e i datori di lavoro gestiscano il lavoro straordinario in modo responsabile per garantire che sia sostenibile e che rispetti le leggi sulle ore di lavoro e la remunerazione. In molti paesi, ci sono regolamenti specifici che stabiliscono limiti alle ore di lavoro straordinario e requisiti per il pagamento di straordinari.

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