Approvate le unioni civili. Cosa cambia nella politica e società?

Una legge storica, così titola il quotidiano spagnolo El Pais, mentre a Montecitorio le unioni civili diventano finalmente legge.

Tutta la stampa internazionale fa titoli simili. Dall’estero qualche amico mi scrive per congratularsi. Quei 372 sì tagliano dunque il nastro di un importante traguardo. Anche se in ritardo di trent’anni, anche se incompleta, anche se accompagnata – come ricordava l’On. Zan del Pd nell’intervento conclusivo – da un dibattito politico aberrante da parte dei cattolici più conservatori, questa legge rappresenta indubbiamente un avanzamento. Soprattutto se si tiene conto del fatto che in Italia, più che in altri paesi cattolici, l’influenza delle gerarchie ecclesiastiche è ancora molto forte. I nemici della legge Cirinnà sono già pronti a ricorrere al referendum abrogativo, pur di cancellare un provvedimento che estende diritti e doveri alle coppie gay e ai conviventi eterosessuali. Altrove leggi simili sono state ampiamente superate dal matrimonio egualitario. In Italia, invece, alcuni sindaci hanno dichiarato che si rifiuteranno di celebrare le unioni. Dicono che si tratta di una questione di coscienza. In realtà si tratta di opportunismo politico: ravanare tra i voti dei bigotti e dei neofascisti, pur di portare a casa qualche consenso in più. C’è poi un altro fronte politico, quello del M5S, che si muove con malcelata ambiguità. Ricordiamo tutti il dietrofront al Senato, giustificato appellandosi a questioni di tipo procedurale. Ieri alla Camera, invece, i grillini hanno scelto di astenersi su una legge senza la stepchil adoption anche a causa loro (per non parlare delle lacerazioni interne al Pd e dell’esigua maggioranza al Senato). Ad uscire vittorioso dalla partita sui diritti civili è Matteo Renzi. In un colpo solo è riuscito a mettere a segno due risultati: ricompattare il PD e guadagnare consenso a sinistra e non solo. Il Premier sa che la gran parte dell’opinione pubblica è favorevole al riconoscimento giuridico delle coppie gay. Le contestazioni che arrivano da posizioni di sinistra più radicali, pur essendo del tutto condivisibili poiché invocano la necessità della piena uguaglianza, non tolgono smalto alla riuscita dell’operazione. L’impatto di questo nuovo istituto giuridico sulle vite delle persone potrà essere verificato soltanto in futuro, anche se sappiamo – da ricerche condotte all’estero – che la legalizzazione delle unioni favorisce un clima di maggiore tolleranza e rispetto nei confronti delle persone omosessuali. Come sottolineava il già citato Zan, questa è una legge che “fa cultura”, poiché legittima l’esistenza di una pluralità di modelli di vita familiare. Bisogna perciò festeggiare? La risposta è sì, continuando tuttavia a combattere. L’obiettivo finale rimane il matrimonio egualitario, la piena uguaglianza, senza dimenticare che bisogna approvare in tempi rapidissimi una legge antiomofobia per tutelare i singoli e le coppie da insulti e discriminazioni

Pasquale MusellaUnioni-civili-festeggiamenti-11-1000x600

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