Mombaroccio (Pesaro – Urbino). Un incantevole borgo medievale

Mombaroccio è un comune della provincia di Pesaro – Urbino che racchiude, in una cinta muraria ancora sostanzialmente intatta, un borgo medievale originariamente parte dei domini della Chiesa. Dopo essere passato sotto il controllo di alcune delle famiglie nobiliari che in epoca rinascimentale si contesero il dominio delle attuali Marche – dai Malatesta agli Sforza ai Della Rovere – nel 1543 Mombaroccio fu concesso in feudo al Marchese Ranieri di Bourbon Del Monte e ai suoi discendenti, che ne conservarono la signoria fino al 1643, quando Mombaroccio tornò sotto il controllo pontificio, per rimanervi fino all’Unità d’Italia.

In un ideale itinerario che parta da Porta Maggiore, il principale dei due ingressi alla città attraverso le mura – l’altro è Porta Marina, così chiamata in quanto rivolta verso il mare– si incontrerà innanzitutto il Palazzo Del Monte, residenza degli antichi signori di Mombaroccio, che si segnala anche per la presenza, nella parte posteriore, di un ampio giardino, di circa 1600 m2, recentemente restaurato; all’interno del palazzo, poi, sono ospitati la saletta “Ciro Pavisa”, inaugurata nel 2015 e dedicata al pittore originario di Mombaroccio, del quale vengono esposte opere che vanno dall’età giovanile fino alla morte, e il Laboratorio di Galileo e Guidobaldo, incentrato sulla figura del matematico Guidobaldo Del Monte, figlio del marchese Ranieri, del quale si ripercorre l’avventura umana e scientifica, letta in particolare attraverso il suo rapporto con altri scienziati del suo tempo – Galileo Galilei e Pier Matteo Giordani su tutti – che passava anche per il confronto su concreti apparati sperimentali (ad esempio il pendolo o il piano inclinato) che sono fedelmente riprodotti, e messi a disposizione dei visitatori perché ne facciano esperienza diretta, all’interno del Laboratorio.

Proseguendo poi oltre Palazzo Del Monte si arriverà a Piazza Barocci, dove sorgono la Torre Civica – che ospita anche il Museo del Ricamo di cui si dirà più avanti – il Palazzo del Comune e, poco distante, il Teatro Comunale recentemente restaurato.

Notevole poi il complesso degli edifici sacri di Mombaroccio, che comprende innanzitutto, nel centro storico, la chiesa dei Santi Vito e Modesto, della fine del Trecento ma più volte ricostruita e rimaneggiata fino alla forma attuale e che si segnala per la pala d’altare raffigurante la Madonna del Rosario, e la chiesa di San Marco, fatta costruire nel 1424 da ser Francesco Rattoli col denaro guadagnato a Venezia come mercante e a lungo parte del complesso dell’ex convento dei frati Girolomini, che oggi ospita gli uffici dell’amministrazione comunale; della chiesa originaria

rimane solo il timpano del portale in pietra d’Istria con la raffigurazione del leone di San Marco. A pochi chilometri dal centro storico si trova poi il convento francescano del Beato Sante francescano, risalente al XIII secolo, ma poi rinnovato e modificato fra il XVI e il XVIII secolo. Il luogo è oggi meta tanto di pellegrinaggi religiosi quanto di visite che portano alla scoperta delle preziose opere d’arte conservate nella chiesa e in alcuni ambienti del convento.

La chiesa di San Marco ospita inoltre due tra i principali musei che è possibile vistare a Mombaroccio, ovvero il Museo dell’Arte e Civiltà Contadina e il Museo dell’Arte Sacra: il primo è allestito nelle antiche cantine dell’ex convento dei Girolomini e, negli spazi di dodici sale, permette di rivivere situazioni, contesti e attività del passato contadino della nostra storia, anche attraverso l’esposizione di specifici reperti e attrezzi da lavoro; il secondo si trova invece nei locali della sacrestia della chiesa e, nelle sei sale in cui si articola, espone, tra le altre cose, reperti di arte lignea, dipinti, paramenti, oggetti di culto e arredi sacri provenienti dalle chiese e dai conventi della zona. Da segnalare infine il Museo del Ricamo, come si è detto ospitato nella Torre Civica in Piazza Barocci, che ripercorre la storia di questa attività tradizionale delle donne di Mombaroccio – i più antichi riferimenti storici in tal senso riportano al XV secolo, quando veniva usata la tecnica del legaccio – mettendo in mostra pregiate realizzazioni sia di antica fattura che di più moderna creazione.

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