Le donne che hanno rivoluzionato il mondo dell’arte e… la società stessa.

Le donne nel mondo dell’arte che ruolo hanno avuto? Perché sono così poco presenti?

La mostra a Palazzo Reale a Milano “Le Signore dell’Arte. Storie di donne tra ‘500 e ‘600” è dedicata proprio ad alcune personalità femminili che con la loro arte hanno influenzato non solo l’ambiente artistico di cui facevano parte, ma l’intera società a cui appartenevano.

Il ruolo che tradizionalmente la donna ha nella società varia molto da cultura a cultura, ma neppure nelle democrazie più moderne ha ancora raggiunto la parità con l’uomo. I lavori con migliori prospettive e che richiedono maggior impegno, non si conciliano con le cure parentali e le necessità dei figli e della famiglia, per cui le donne nonostante studino meglio e con maggior profitto degli uomini, alla fine nei posti più elevati sono ovunque in minor numero.

Eppure la strada che ha portato al punto in cui siamo oggi è costellata di esempi coraggiosi ed eroici di donne che in ogni campo hanno rifiutato il ruolo che la società gli imponeva ed hanno scalfito con le loro opere, non solo artistiche, le certezze di superiorità dell’uomo. In ogni disciplina, professionale o tecnica o artistica che sia, le donne hanno dovuto lottare per emergere ed abbattere stereotipi e pregiudizi.

In arte fin dall’antica Grecia si hanno da Plinio alcuni nomi di artiste femminili (Timarete, Kalypso, Aristarete, Iaia e Olympas) ma si dovrà aspettare il XVI sec. Per vedere un primo cambiamento verso al parità di genere in questo ambito, con la presenza di grandi personalità che si sottraggono all’invisibilità in cui fino ad allora erano relegate le artiste. Prima del Rinascimento alla figura femminile erano associate arti decorative o applicate, come la miniatura e il ricamo, e certamente ci saranno state artiste talentuose di cui però non sapremo mai i nomi.

La prima grande pittrice a noi nota è Artemisia Gentileschi, figlia dell’artista romano Orazio Gentileschi, che fu la prima donna ad essere ammessa all’Accademia del Disegno di Firenze. In seguito allo stupro di cui fu vittima e al processo che intentò con determinazione, divenne simbolo del femminismo ed esempio di donna impegnata a perseguire la propria indipendenza e affermazione artistica. Di stile caravaggiesco le sue opere sono cariche di rabbia e forza espressiva e forniscono un punto di vista differente sulla società. La sua personalità così forte e determinata (che ha ispirato il docu-film “Artemisia Gentileschi, Pittrice Guerriera”) aprì la strada ad altre coraggiose donne che emersero in un mondo fino ad allora solo maschile: Sofonisba Anguisssola Lavinia Fontana, Elisabetta Sirani, Giovanna Garzoni e tante altre.

 Le Signore dell’Arte. Storie di donne tra ‘500 e ‘600″ (Palazzo Reale, Milano) è un’interessantissima mostra che vuole presentare al grande pubblico le artiste femminili, alcune quasi sconosciute, che si distinsero tra il ‘500 e il ‘600 non solo per le loro doti artistiche, ma soprattutto per il ruolo sociale che rivestirono in un’epoca in cui certamente le donne avevano un ruolo subalterno agli uomini. Furono donne combattive che perseguirono successo e affermazione di sé stesse e che all’occorrenza ebbero l’ardore di opporsi alla prevaricazione degli uomini; ad esempio la pittrice Elisabetta Sirani, fu la prima donna in Europa a fondare una scuola d’arte per donne cosa che colpì la mentalità maschilista dell’epoca, in quanto fino ad allora vigeva indiscussa la consuetudine di attribuire agli uomini il compito di insegnare, oltre che di frequentare le scuole d’arte.

In età barocca troviamo la ritrattista Mary Beale, che è stata la prima donna ad aver scritto un trattato sulla pittura. Nel 1700 Angelika Kauffman, specializzata nella ritrattistica e nei soggetti storici, sarà l’unica donna tra i fondatori della Royal Academy of Arts.

Con l’inizio dell’Ottocento qualcosa cambia in Europa. Le donne, grazie alla loro tenacia, sono ormai ammesse regolarmente nelle Scuole e nelle Accademie. Certo il numero rimane ancora inferiore rispetto agli uomini, ma alcune di loro hanno anche la possibilità di esporre le loro opere vicino a quelle dei colleghi maschi.

L’artista di certo più conosciuta del 1800 in Francia è Berthe Morisot, che può essere considerata la più interessante pittrice impressionista; a lungo amica di Renoir, Zola e Mallarmè al quale affida la figlia poco prima di morire ha comunque dovuto lottare contro i pregiudizi del tempo prima di potersi affermare come pittrice. Le sue opere sono oggi considerate fra le più importanti dell’impressionismo, nonostante, non potendo dipingere all’aperto perché considerato disdicevole, ritraesse soprattutto scene domestiche e donne eleganti della media e alta borghesia parigina.

Tamara de Lempicka è una fantastica pittrice dell’Art Decò, nata a Varsavia. A Parigi esplora la pittura fondendo i volumi del post-cubismo con le sinuosità e l’eleganza dell’Art Decò, dando vita ad uno stile originalissimo e raffinato, fatto di luce nette e tinte piatte e luminose. Le sue modelle sono donne borghesi e raffinate, che assumono pose sensuali e provocatorie.

Travolta dalla fama, fa di sé stessa un personaggio della mondanità parigina e il suo autoritratto sulla Bugatti diviene il manifesto dell’epoca e il simbolo della donna emancipata e indipendente, orgogliosa del suo meritato successo.

La strada è ora spianata per altre grandi personalità femminili che lasceranno il segno nella storia dell’arte.

È il caso di Frida Kahlo, forse l’artista più amata e popolare al mondo, donna di eccezionale creatività e forza d’animo. Tanto è stato scritto di lei e qui vogliamo solo ricordare che fu capace di trasformare il grave incidente che subì e la disabilità che ne conseguì in stimolo per le sue grandi creazioni. Espresse le vicissitudine della vita in un’arte passionale e ribelle e lottò contro ogni convenzione sociale e sessuale.

In ultimo vogliamo accennare a Marina Abramovic, tra le massime esponenti dell’Arte contemporanea, famosa per le performance o body art in cui ha sempre centrale la femminilità, la sessualità e l’interpretazione sociale della realtà.

Di nomi femminili ne possiamo trovare ancora molti altri, a riprova del fatto che moltissime donne hanno avuto il coraggio di andare contro gli stereotipi per seguire strade diverse da quelle prefissate per loro. È grazie alla loro forza che oggi noi godiamo di molte più libertà e diritti; è grazie alla loro ribellione, in campo artistico, come a quella in altri ambiti di altre coraggiosissime donne (un esempio per tutti le Suffragette) che oggi sono molto più libere di esprimersi e di scegliere la vita che desiderano.

C’è ancora tutto un mondo conservatore che resiste e considera la donna più adatta alla vita familiare, ma le donne eccezionali, come quelle qui nominate, continuano a spianare la strada verso un futuro paritario.

 

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