Un nuovo giardino archeologico donato ai cittadini di Roma: apre la Porticus Aemilia

Le testimonianze del grandioso passato di Roma, lo sappiamo, sono smisurate, opulente e purtroppo troppo spesso trascurate. Finalmente dopo cinquant’anni di abbandono e incuria il Porticus Aemilia di Testaccio è restituito ai cittadini del ventesimo rione. L’evento è rilevante: il grande edificio, attivo già in età repubblicana, serviva come centro di stoccaggio delle merci provenienti dal fondamentale porto fluviale, punto di contatto tra la capitale e il Mediterraneo. Dopo cinque anni di interventi di risanamento costati circa 200.000 euro, l’inaugurazione è avvenuta il 9 maggio in un incontro tra i “testaccini” e le autorità, accompagnato dalla musica della Strabanda. Oltre al recupero e all’apertura dell’area archeologica (che sarà illuminata la sera), l’obiettivo è quello di creare un luogo di aggregazione e uno spazio polivalente, da nuovo giardino pubblico a luogo d’esposizione per mostre temporanee. La “Porticus in Arte”, infatti, accoglierà a rotazione i lavori di numerosi artisti odierni che andranno a colorare questo singolare palcoscenico, imprigionato tra i palazzi di Testaccio e le rovine latine. L’iniziativa, che vuole creare uno spazio di comunicazione e inquinamento culturale tra l’antico e il contemporaneo, al momento ospita un’opera di street art di Alessandro Gorla e istallazioni fotografiche di Juri Corti.Nel 193 a.C. per volere degli edili curuli Marco Emilio Lepido e Lucio Emilio Paolo iniziò la costruzione del nuovo porto (emporium) e di un edificio ad esso collegato: un grande magazzino per le merci. Ultimato nel 174 a.C., il Porticus vantava dimensioni degne di una capitale destinata a mutare le sorti del mondo: gli spazi, 487 metri di lunghezza per 60 metri di larghezza, erano suddivisi in 50 navate coperte da volte a botte innalzate in “opera incerta” di tufo. Alcuni studi collegano, invece, tali strutture alle antiche darsene militari sul Tevere (navalia), solo in seguito convertite in opera civile di uso portuale.xxxxxxLa riuscita del progetto si deve all’impegno dell’archeologo Renato Sebastiani e al supporto della Sovrintendenza archeologica di Roma. Secondo Sebastiani: «E’ uno spazio restituito alla città. E non è una frase fatta, perché la Porticus Aemilia è un luogo che è rimasto abbandonato per cinquant’anni, lasciato nell’oblio e nel degrado, nonostante ci fossero i resti monumentali di uno degli edifici più importanti di Roma antica. E’ un pezzo del paesaggio urbano che abbiamo recuperato e ora restituito al suo rione».

Orario di apertura (maggio e giugno 2015): martedì e giovedì, seconda e quarta settimana del mese (2 giugno chiuso), dalle ore 9,30 alle ore 19,00.

L’ingresso è gratuito.

Entrata in via Rubattino, via Amerigo Vespucci e via Florio.

Francesco Consiglio

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