Truffatori di mummie: scoperti due falsi ai Musei Vaticani

Quando la tecnologia batte l’ingegno umano. Indagini condotte dal Laboratorio di diagnostica per la conservazione e il restauro, coordinato da Ulderico Santamaria e dal suo assistente Fabio Morresi, hanno dimostrato la non autenticità di due mummie conservate ai Musei Vaticani di Roma: i resti umani e i sarcofagi non appartengono al mondo dell’antico Egizio e sono invece il frutto di una truffa di inizio ottocento.conferenza_37_mummia Dopo la campagna d’Egitto condotta da Napoleone Bonaparte contro i Mamelucchi dal 1798 al 1801 e la scoperta della decifrazione dei geroglifici nel 1822 grazie all’impegno di Jean-Francois Champollion, scoppiò in occidente la mania per le mummie e per vari oggetti considerati “esotici”, che facevano gola a molti collezionisti. L’esame dei materiali, iniziato un anno fa, ha permesso di ricostruire la storia di questi falsi d’autore: si tratta di due piccole mummie di 60 centimetri, trattate e composte dalla stessa maestranza. La lista delle incongruenze è lunga: se le bende sono di epoca faraonica, lo stesso non può dirsi per la presenza di una speciale resina, che non si trova in Egitto, ma soltanto in Europa. La tac ha inoltre individuato la presenza di resti di una tibia umana, autentica ma appartenente ad un adulto di epoca medievale. L’analisi del dipinto del volto infantile sul sarcofago ha condotto ad altre scoperte interessanti: è stato disegnato utilizzando tecniche che ci riportano all’ottocento inglese, tra cui l’utilizzo di lamine di stagno cosparse di resina gialla per conferire una doratura “invecchiata”. Alessia Amenta, direttrice della sezione Antichità Egizie e del Vicino Oriente del Vaticano, ha avuto un ruolo molto importante nelle ricerche.Le identità dei truffatori rimangono ad oggi sconosciute. Accertata, è invece la presenza di altri falsi di mummie egizie (forse 40), sparsi nei vari musei del mondo. Tali scoperte aggiungono fascino e mistero al rapporto tra le antiche civiltà e il mondo del Grand Tour Europeo: quando la fame di conoscenza del mondo perduto, remoto e “diverso” appassionava i salotti della borghesia occidentale.

 

Francesco Consiglio

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