
A distanza di un secolo dall’arrivo di Giorgio De Chirico a Ferrara, dal prossimo 14 novembre 2015 Palazzo dei Diamanti ospita un’esposizione dedicata all’iniziatore nonché al maggior protagonista della pittura metafisica, con una raccolta dei suoi dipinti realizzati nella città estense tra il 1915 ed il 1918. La mostra De Chirico a Ferrara. Metafisica e avanguardie è organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte e dalla Staatsgalerie di Stoccarda, ed è frutto della collaborazione con l’Archivio dell’Arte Metafisica.
Il nucleo dei capolavori esposti, eseguiti da De Chirico dopo l’abbandono di Parigi allo scoppio del primo conflitto mondiale per prestare servizio militare a Ferrara, documenta le peculiarità dell’arte metafisica, e le suggestioni esercitate dal pittore sulla stagione artistica e culturale del Novecento. Dalla predilezione per gli enigmi dell’esistenza umana, che trovano rappresentazione in atmosfere sospese e pervase di inquietudine, la mostra approfondisce l’influenza di De Chirico sulla coeva arte italiana e sulle figure di Carlo Carrà e Giorgio Morandi in particolare, estendendo il campo di analisi ai movimenti internazionali come il dadaismo, il surrealismo e la Nuova Oggettività.
All’interno di una prima sezione riservata ai dipinti ideati da De Chirico e Carrà nel 1917 a Villa del Seminario, l’ospedale psichiatrico militare dove furono ricoverati entrambi nel 1917, trovano posto gli originali dei grandi manichini di De Chirico e le opere metafisiche di Carrà: spiccano, tra queste, Il gentiluomo ubriaco, Penelope, Natura morta con la squadra, Il cavaliere occidentale. Morandi è oggetto di trattazione nell’ambito del suo percorso verso la sospensione metafisica attraverso lavori come Natura morta rosa, i busti di manichino ed i vasi sul tavolo rotondo del 1919. I richiami ai temi e alle iconografie ferraresi si colgono, inoltre, in un corpus di opere tipiche delle avanguardie artistiche europee del dopoguerra, realizzate da autori quali Man Ray, Raoul Hausmann, George Grosz, René Magritte, Salvador Dalí e Max Ernst.
Focus prioritario nel corso dell’esposizione è dato alle opere del maestro di Valos, rivelatrici dell’ondata di emotività che investì De Chirico durante gli oltre tre anni di permanenza a Ferrara. Colpito dal fascino rinascimentale della città a tal punto da riproporne il senso di bellezza in dipinti che raffigurano un mondo irreale di meraviglie, De Chirico riproduce piazze fuori dal tempo tra tramonti fantastici, stanze segrete dalle prospettive vertiginose che costituiscono lo sfondo di oggetti enigmatici rinvenuti nelle peregrinazioni tra i vicoli del ghetto, o il palcoscenico per attori intenti a recitare sotto forma di manichini da sartoria e personaggi muti e senza volto. Esemplari a tal proposito, le sue tele Le muse inquietanti, Il trovatore, Ettore e Andromaca.
Curata da Paolo Baldacci e Gerd Roos, la mostra si terrà fino al 28 febbraio 2016.
Per info e maggiori dettagli sulla mostra: www.palazzodiamanti.it.
Clara Agostini