Tamara de Lempicka: Regina dell’Art Dèco

Fino al 10 luglio al Complesso del Vittoriano sarà possibile visitare: “Tamara de Lempicka, La Regina del Moderno”, la mostra curata da Gioia Mori, presenta ottanta dipinti e una quarantina di disegni provenienti da musei e collezioni private (tra cui quella di Jack Nicholson) per celebrare la pittrice di origine polacca che ha spaziato con maestria dal cubo-futurismo all’Art déco.
Pittrice cosmopolita e icona dell’Art déco, Tamara de Lempicka ha creato immagini che sono diventate il simbolo di un’epoca, “i folli” anni Venti e Trenta di cui diventa la più brillante interprete, introducendo nei suoi dipinti i simboli della modernità e rappresentando la donna emancipata, libera, indipendente e trasgressiva.
Considerando la vita come un’opera d’arte e sostenuta da una volontà ferrea di affermazione, Tamara coltiva il suo talento artistico, ma anche costruisce con cura la propria immagine di donna elegante e sofisticata, divenendo presto la protagonista stravagante della mondanità europea. Desta emozione pensare che è nata nel 1898, oltre 110 anni fa eppure ha avuto una consapevolezza del proprio valore artistico e una dignità personale (valore ormai spesso dimenticato) che l’hanno portata ad emanciparsi fino a divenire l’artista più nota e amata del periodo Decò.
Con uno stile molto riconoscibile ha creato una «lingua» nuova dai caratteri accattivanti che nasce dalla commistione di arti diverse: la fotografia di moda, il manifesto pubblicitario, il cinema. Le opere sono affiancate da altrettante foto d’epoca – alcune delle quali inedite – che documentano il «personaggio» Tamara, quasi sempre ritratta come una diva del cinema muto.
La mostra esplora il percorso della Lempicka dagli esordi al 1957, l’anno in cui è stata ospitata a Roma una sua personale nella galleria Sagittarius, e diventerà imprescindibile per una considerazione corretta del suo percorso artistico: questo, grazie soprattutto al ritrovamento di alcune importanti opere degli anni Venti finora considerate perdute, al reperimento di importanti fonti documentarie che permettono di ricostruire esattamente le presenze espositive della Lempicka tra il 1922 e il 1957 e la risposta della critica dell’epoca, di capire la sua strategia di comunicazione in Europa e negli Stati Uniti.
E’ nata in Polonia ma la seconda patria è la Russia, da dove fugge poco dopo la Rivoluzione per riparare a Parigi. In Russia vive due rivoluzioni: quella della Storia, di cui fu una vittima, e quella artistica delle avanguardie cubo-futuriste. La Lempicka a Parigi rimase in contatto con molti personaggi dell’emigrazione russa, e ha immortalato alcuni di loro in dipinti ormai icone degli anni Venti: il Portrait du prince Eristoff (1925) e il Portrait du grand-duc Gabriel Constantinovic (1926), per esempio, mentre in due nature morte del 1924 – Nature morte au poupée russe e L’oiseau rouge – manifesta un sentimento di dolce nostalgia per la terra abbandonata.

Mauro Meleddu

Info
Tamara de Lempicka. La Regina del Moderno
A cura di: Gioia Mori
Fino al 10/07/11
COMPLESSO DEL VITTORIANO
Via San Pietro in Carcere

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