Passione e trasgressione. La pittrice Carol Rama raccontata alla Gam a Torino

Anticonformismo e trasgressione artistici, ma anche tormenti e inquietudine della propria esistenza: sono questi i tratti salienti di Carol Rama, protagonista della mostra in programma dal 12 ottobre 2016 alla Galleria d’Arte Moderna di Torino. Il capoluogo piemontese, città natale della pittrice, scomparsa lo scorso anno, ospita l’esposizione La passione secondo Carol Rama, con circa duecento opere che raccontano il percorso di vita e di sperimentazioni tecniche dell’artista, apparsa sullo scenario culturale torinese a partire dagli anni Trenta.6

Già proposta in Spagna, e poi a Parigi, Dublino e in Finlandia, la mostra alla Gam di Torino è stata ideata e organizzata dal Museu d’Art Contemporani de Barcelona e dal Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, co-prodotta da Gam, EMMA-Espoo Museum of Modern Art, IMMA di Dublino.

Proveniente da una famiglia di piccoli industrali, Rama si avvicinò alla pittura da autodidatta fin dalla prima adolescenza, senza intraprendere mai una vera formazione accademica. Fece di quest’espressione d’arte uno strumento per esorcizzare sofferenze e paure di fronte ad una serie di travagliate vicende famigliari, culminate nelle cure psichiatriche della madre e nel probabile suicidio del padre. Nonostante i contatti con artisti ed intellettuali come Felice Casorati, Edoardo Sanguineti e Corrado Levi, e la conoscenza di Pablo Picasso, Man Ray e Andy Warhol, Rama condusse isolatamente la propria esperienza creativa, ottenendo un riconoscimento dalla critica solo dopo il 1980. Nel 2003 ricevette il Leone d’oro alla carriera alla Biennale di Venezia.

Dall’acquarello «Nonna Carolina» alle incisioni «Le Parche», «La mucca pazza» e «Malelingue», la mostra presenta una rassegna di testimonianze sullo sviluppo del linguaggio artistico della pittrice piemontese e della sua carriera, tra gli anni 1936-2005, decollata a partire dall’adesione al MAC di Torino (Movimento Arte Concreta).

La fase iniziale della produzione di Rama ruota attorno ad acquerelli erotici ed espressionisti, appartenenti alla serie Appassionata negli anni Trenta e Quaranta. L’ironia dissacrante caratterizzante il suo stile le costò nel 1945 la chiusura per oscenità da parte della polizia della sua prima mostra alla Galleria Faber di Torino. La retrospettiva alla Gam presenta alcune opere realizzate successivamente tra gli anni Sessanta e Settanta, come collage/bricolage tattili, frutto di composizioni di materiali inquietanti: nella sezione di riferimento figurano siringhe, piccoli occhi in vetro o camere d’aria in gomma. L’uso di simili oggetti, che riempivano la sua casa-studio di via Napione, rimanda al personale concetto di astrazione elaborato da Rama sin dalla ricerca materica verso elementi considerati simbolici. L’itinerario espositivo allestito presso la sede museale torinese prosegue con lavori ed incisioni di Rama risalenti agli anni Ottanta, nel segno di una varietà che include corpi, dentiere, lingue, organi genitali, figure di animali e scarpe abitate da falli.

Il coordinamento curatoriale ed editoriale della mostra è di Anna Musini.

L’edizione italiana del catalogo edita da Silvana Editoriale è realizzata grazie al sostegno della Fondazione Sardi per l’Arte.

La mostra resterà aperta al pubblico fino al prossimo 5 febbraio 2017. Per tutte le info: www.www.gamtorino.it.

Clara Agostini

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