Le troiane

111Nell’ambito della rassegna scenica del Teatro romano di Ostia Antica, Mitipretese ha presentato lo spettacolo Le Troiane. Variazioni sul mito, ispirato alla tragedia di Euripide e alla successiva edizione di Seneca, con la regia di Luigi Saravo. Il progetto Mitipretese è nato dall’incontro e dalla collaborazione di quattro attrici, tutte diplomate all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”. Manuela Mandracchia, Alvia Reale, Sandra Toffolati e Mariangeles Torres sono le fondatrici di questa associazione e le meravigliose protagoniste della nuova versione del dramma euripideo. In questa messinscena scompaiono del tutto i personaggi maschili, lasciando sul palcoscenico solo le quattro figure femminili create dall’estro del poeta greco; alle loro emozioni e alla loro vita scenica è affidato l’intero carico drammatico dell’opera. Le protagoniste accedono al palcoscenico passando tra gli spettatori, sembrano smarrite e spaventate dall’orrore della guerra e dalla violenza della sconfitta. Una sirena le richiama sul palco, la cui scenografia è rappresentata solo da poche valigie, sedie spaiate e un tavolo rotto. Sullo sfondo un lungo pannello, coperto da un drappo nero, che cela i volti delle vittime, figli e figlie, padri e mariti. Di fronte alle immagini dei caduti, si consuma l’incontro tra le Troiane ed Elena, anch’essa, in un certo senso, vittima della guerra. Di lì a poco le nobili teucre saranno portate via dai vincitori greci, spartite come schiave nel bottino di guerra conquistato solo grazie allo stratagemma di Odisseo. Ognuna di essa, dunque, si prepara alla partenza, a perdere le proprie radici, dopo aver perso tutto il resto: la patria, i familiari e l’umanità. Cassandra, la principessa figlia di Priamo, viene assegnata ad Agamennone, il re dei re, capo della spedizione greca. La fanciulla, sacerdotessa di Apollo, è condannata al possesso di capacità medianiche senza la possibilità di essere creduta e il re di Argo è intenzionato a portarla in patria per farne la sua amante, violandone così il voto di castità. Per prima lei prepara la valigia, portando con sé la vendetta, che spazzerà via la casata di Agamennone, condannando per sempre il figlio di lui, Oreste, alla persecuzione divina. Andromaca, la moglie devota di Ettore, il campione troiano perito sotto i colpi dell’invincibile Achille, è l’immagine della sposa perfetta che riversa tutte le sue energie e la sua passione nella cura della famiglia, nell’amare il suo sposo e la progenie da lui generata. Ha perso il centro del suo universo, trascinato per sette volte intorno alla mura di Troia, legato al carro del figlio di Peleo e ora i Greci le tolgono anche l’ultimo ricordo della sua vita felice, il figlio Astianatte, che lei stessa getta dalle mura di Ilio per non farlo cadere nelle mani degli Achei. Anche lei parte, schiava di Neottolemo, figlio di Achille, e porta nella sua valigia il ricordo del dolce frutto del suo amore. E poi ci sono Ecuba ed Elena, i due aspetti opposti della dicotomia di ogni tragedia. La prima è stata offerta in sorte a Odisseo, che ne farà la sua schiava; lei, la regina di Troia, la sposa di Priamo che ha generato molti figli dalle qualità divine di bellezza e coraggio, è costretta a vedere bruciare tutto ciò che ha contribuito a creare insieme al marito. La casa distrutta, la stirpe sterminata, il potere svanito, ma la vecchia leonessa non si placa e rivendica la grandezza e la valorosità della stirpe troiana, sconfitta solo da un inganno e dalla volontà degli dei capricciosi, che verranno dimenticati, mentre la memoria del popolo teucro sopravviverà in eterno. Questo è il bagaglio che si accinge a portare con sé. Infine Elena, responsabile del disastro, la pietra dello scandalo, colei che, invaghitasi di Paride, ha ceduto al richiamo dell’adulterio, del lusso e della raffinatezza e ha scatenato una guerra, i cui morti incombono sulla sua anima. Ma la figlia di Zeus si difende ricordando il giudizio di Paride, la contesa tra le dee e la promessa di Afrodite alla quale nessuno può opporsi. E così anche la donna più bella del mondo si prospetta come una vittima per la poetica euripidea, profondamente antimilitarista e versata completamente nell’eterna lotta tra la volontà divina e le azioni umane, tra diritto naturale e divino. Una splendida interpretazione in un adattamento che conserva tutta la tensione drammatica dell’opera, offrendo questo testo senza tempo al pubblico moderno.

Box informazioni:

LE TROIANE. Variazioni sul mito

Manuela Mandracchia, Alvia Reale, Sandra Toffolatti, Mariangeles Torres

Regia e Drammaturgia di Mitipretese e Luigi Saravo           

 

Patrizio Pitzalis

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