Kandisky. L’artista come sciamano. La fantasia al potere

L’estro è una componente fondamentale dell’arte, soprattutto quella figurativa, di cui è la forza motrice. Ma quando, nel XIX secolo, l’espressione artistica smise di avere la sua valenza didascalica e civile, allora la fantasia prese il sopravvento. Da quel momento la storia dell’arte intraprese una sorta di percorso a ritroso, recuperando la sua componente ludica e “infantile”. Fu allora che esplosero, come un sole di mille colori, le cosiddette avanguardie russe, che contribuirono in maniera fondamentale al rinnovamento dell’arte, aprendo la strada alla contemporaneità. Tra tutti gli esponenti di questa rivoluzione ai tempi della rivoluzione, il più enigmatico e originale fu Wassily Kandinsky, a cui la città di Vercelli dedica un evento importantissimo, nella splendida cornice della chiesa trecentesca di San Marco, all’interno dello spazio denominato Arca. L’esposizione ospita un gruppo eccezionale di opere provenienti dal Museo Nazionale di san Pietroburgo e da altre storiche collezioni, che testimoniano il percorso biografico e artistico dell’inventore dell’astrattismo. Fin dalla sua fondazione, l’Arca ha intrapreso un programma di analisi e divulgazione dell’opera dei protagonisti del XX secolo, attraverso le mostre sulle avanguardie europee e americane della collezione Peggy Guggenheim. Ora si tuffa in questa nuova, eccitante avventura, ideata e curata da Eugenia Petrova, direttrice del Museo di Sato Russo di San Pietroburgo, sull’arte di Kandinsky, l’artista che più di tutti ha rappresentato un ponte tra Occidente e Oriente. KANDINSKY. L’artista come sciamano, propone ai visitatori un percorso attraverso ventidue capolavori del grande pittore russo, accompagnati da dipinti accuratamente selezionati, opera dei grandi maestri delle avanguardie russe, insieme ad una straordinaria collezione di oggetti appartenenti alla tradizione sciamanica polare e siberiana, proprietà della Fondazione Sergio Poggianella. Gli antichi rituali, legati a tali oggetti, hanno profondamente influenzato l’arte di Kandinsky, soprattutto nei suoi anni giovanili, dedicati agli studi etnoantropologici che contribuirono, insieme allo studio delle tradizione contadine russe, alla formazione del percorso che porterà l’artista all’astrazione intesa come spiritualità. È questa la grande attrattiva dell’arte di Kandinsky, la matrice intellettuale della sua opera. La mostra si concentra sugli anni che vanno dal 1901 al 1922, nei quali il pittore visse tra Monaco e la Russia, che lo porteranno ad abbandonare la madre patria sovietica, alla quale aveva dapprima aderito, kandinsky 1per accettare il ruolo di docente al Bauhaus, al fianco di Paul Klee. In questo periodo maturò in lui la convinzione che, per esprimere le proprie idee e sentimenti, non fosse necessario rappresentare sulla tela oggetti e paesaggi, volti e persone della quotidianità. Attraverso il colore e le forme, le loro combinazione e il ritmo della composizione si possono esprimere stati d’animo e riflessioni sulla realtà esterna e su quella interiore. Questo lungo viaggio era iniziato ai tempi dell’università, durante gli studi di legge, che lo avevano portato a esaminare i fondamenti del diritto nelle tradizioni popolari russe, ponendolo in contatto con le popolazioni del Volgoda, in Siberia, di cui approfondì usi, costumi ed economia e alle quali dedicò anche diversi articoli scientifici. Qui si connetté con la componente sciamanica di queste tradizioni, che lo colpì profondamente. Molti elementi, nelle sue opere, ricordano queste esperienze, come il cavallo e il cavaliere, il tamburo rituale e gli animali simbolici. Il giovane Kandinsky, del resto, si era formato in un periodo di forti e impetuose spinte culturali, cresciute per tutto il XIX secolo in seguito all’invasione napoleonica e alla conseguente distruzione di Mosca, che portò alla ricerca, nel folklore e nella cultura primitiva delle campagne, di una genuina identità russa. Anche le favole e le canzoni popolari, trasmesse oralmente fin dal Medioevo, riprese in letteratura da Pushkin e Dostoevskji e in musica da Mussorsgky, Skriabin e Stravinsky, fanno parte di questo mondo misterico e fantasioso. Questa unione, tra studio e ambiente culturale russo, contribuì alla nascita della Spirituale nell’arte, che fece di Kandinsky il maggior teorico dell’arte del ‘900, l’inventore dell’astrattismo e, in generale, uno dei più grandi artisti del XX secolo. Il percorso espositivo presenta, seguendo una rigorosa linea cronologica, molti capolavori del pittore, accompagnati dagli straordinari oggetti della tradizione sciamanica. Dai suoi primi dipinti, eseguiti nel periodo del Simbolismo, alle opere della fase di Murnau, fino ai grandi quadri eseguiti nel breve lasso di tempo in cui fu il punto di riferimento per l’unione tra le avanguardie occidentali del Der Blaue Reiter e gli esponenti di quelle russe e, infine, i lavori dell’ultimo periodo in patria, durante il quale fu commissario per l’arte del governo sovietico finché, in aperto contrasto con le autorità politiche, accettò un volontario e definitivo esilio. Grande evento, pieno di suggestione e fascino.

Box informazioni:

Kandisky. L’artista come sciamano

Arca di Vercelli – Chiesa di San Marco (Piazza San Marco, 1)

dal 29 marzo al 6 luglio 2014

info: 0161 040035. (call center attivo dal lunedì al venerdì 8:30-18:00 e il sabato 9:00-18:00)

         www.mostrakandinsky.it  

Patrizio Pitzalis

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