Italia/Ue: fermenti a Roma, Laura Boldrini assume leadership europea

Fermenti europei positivi a Roma: ne è antesignana la presidente della Camera Laura Boldrini, mentre il premier Renzi preferisce un catastrofismo catartico, di stampo molto toscano (stile “E’ tutto da rifare”), pur reso più funzionale dal contributo propositivo del ministro dell’Economia Padoan. E il ministro degli Esteri Gentiloni riunisce i colleghi dei sei Paesi fondatori dell’allora Comunità economica europea.

La Boldrini, molto attiva sul fronte europeo dall’autunno scorso e sempre in prima linea su quello dei migranti, chiama in causa i cittadini e lancia una consultazione pubblica perché dicano la loro sulle attuali carenze dell’Unione europea, sui risultati finora raggiunti, sul suo assetto istituzionale e soprattutto sulle sue prospettive future. Per partecipare, basta andare sul sito www.civici.eu.

Nell’iniziativa della Boldrini, c’è la consapevolezza che l’Unione non soddisfa le attese della gente, non è all’altezza dei suoi principi e delle sue ambizioni e non riesce a dare ad esempio concretezza alla cittadinanza europea –come potrebbe avvenire con un ‘reddito minimo di dignità’-. Ma c’è pure la coscienza che, senza il conferimento di sovranità all’Unione, noi europei, che siamo tedeschi o greci, francesi o balcanici, italiani o baltici, siamo condannati all’irrilevanza.

La consultazione, che vuole “passare la parola ai cittadini sullo stato e sulle prospettive dell’Ue”, si muove lungo l’asse dei temi della dichiarazione “Più integrazione europea: la strada da percorrere”, sottoscritta il 14 settembre a Montecitorio dai presidenti delle Camere di Italia, Francia, Germania e del Parlamento del Lussemburgo – allora, il GranDucato aveva la presidenza di turno del Consiglio dell’Ue – e successivamente firmata dai presidenti delle Assemblee parlamentari di vari altri Paesi (Austria, Belgio, Cipro, Bulgaria, Grecia, Portogallo, Slovenia, oltre che dei candidati all’adesione Albania e Montenegro) e consegnata in dicembre ai presidenti della Commissione e del Parlamento europei Juncker e Schulz.

La consultazione pubblica online, articolata in sette quesiti, è partita venerdì 12 febbraio, il giorno prima che la Boldrini si recasse sull’isola di Lesbo, in Grecia, per riaffermare che nell’isola dell’Egeo, come già a Lampedusa, l’Unione mette alla prova la propria identità: la questione migranti è centrale, nelle attese e nelle ansie dei cittadini europei. Il 22 al 24 maggio, poi, la conferenza dei presidenti dei Parlamenti dell’Ue si riunirà a Lussemburgo: la dichiarazione ‘Più integrazione europea’ vi sarà discussa e c’è l’idea d’una visita insieme a Schengen, per riaffermare la libertà di circolazione delle persone nell’Unione e dire no a disegni riduttivi.

I progetti della Boldrini vanno oltre, agli Stati Uniti d’Europa e a un ritorno a Ventotene che sia non un pellegrinaggio nella retorica, ma a una ripartenza poggiata sull’analisi dei bisogni e sul consenso dei cittadini europei. Un percorso che la presidente affronta – dice – con il sostegno della Camera, che il 10 settembre votò una mozione d’appoggio, in apparente contrapposizione all’attuale contesto dei rapporti tra Ue e Italia. Ma l’idea venne alla Boldrini “in tempi non sospetti”, tra rischi di Grexit e di Brexit e drammi di migranti: la stella polare non è un vantaggio nazionale, ma il destino europeo comune.

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