IL DONO DELL’UBIQUITÀ Chanson parisienne di Henri de Toulouse-Lautrec a Roma

Mentre 180 opere di Henri de Toulouse-Lautrec (Albi, 1864 – Saint André du Bois, 1901) sono ancora esposte con grande successo al Palazzo Blu di Pisa (Toulouse-Lautrec. Luci e ombre di Montmartre, chiusura 14 febbraio 2016), circa altre 170 opere dello stesso artista hanno raggiunto il Museo dell’Ara Pacis a Roma per la mostra Toulouse-Lautrec. La collezione del Museo di Belle Arti di Budapest (4 dicembre 2015 – 8 maggio 2016). L’immagine che anche queste ultime comunicano è quella di un Lautrec “rapsodo bohémien” inserito così bene nel contesto della Parigi fin de siècle da avere saputo conferire ad esso una forma artistica corrispondente alla sua dinamica, alla sua umanità cosmopolita e a quella gioia di vivere inesauribile, ma sempre venata di una meditante tristezza, che il visitatore potrà cogliere senza imbattersi in ripetizioni anche visitando le due mostre a breve distanza di tempo l’una dall’altra.

L’esposizione romana, promossa e prodotta da Roma Capitale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e Arthemisia Group e organizzata con Zètema Progetto Cultura, è a cura di Zsuzsa Gonda e Kata Bodor e presenta l’intera opera grafica dell’artista raccolta nelle collezioni ungheresi. Ne fanno parte un gran numero di litografie, manifesti, illustrazioni di varia destinazione e copertine di spartiti – alcune delle quali, in specie quelle stampate in tirature limitate, recano firma, numero e dedica autografi – e sono disposte in cinque aree tematiche.

Il percorso espositivo si apre con Notti parigine, una sezione dedicata all’intrattenimento notturno offerto dai caffè chantant, dai cabaret e da locali a essi affini. Vi si incontrano le figure che resteranno centrali in tutta la produzione di Toulouse-Lautrec: l’attore Aristide Bruant, il cantante Albert Caudieux, alcune star del Moulin Rouge e persino gli avventori, costituiti da uomini e donne di diversa provenienza e rango sociale. Segue lo spazio in cui sono presentate Le dive dell’epoca, donne affascinanti, carismatiche e di talento, ritratte in manifesti e locandine pubblicitarie. Ecco la popolarissima Goulou (Louise Weber), l’attrice e ballerina americana Loïe Fuller, col suo stordente uragano di veli colorati, la cantante-attrice-scrittrice Yvette Guilbert e Jane Avril, la ballerina prediletta dagli artisti e dal pubblico.

Tuttavia, in quanto cantore di una bellezza che è sinonimo di umanità, Lautrec non limita il proprio sguardo alle forme più appariscenti della vita, ma lo estende verso le zone oscure e ambigue della società, come quelle occupate dalle prostitute dei bordelli, protagoniste del terzo gruppo espositivo, intitolato Le donne della notte. Tra il 1892 e il 1895, l’artista trascorse infatti intere settimane nelle maison closes nei pressi dell’Opéra e della Borsa di Parigi, osservando e ritraendo la quotidianità, il lavoro e i clienti delle ragazze e i loro talvolta ambigui atteggiamenti sessuali. Fra queste opere, vi sono anche le undici cromolitografie della serie Elles (1896), incentrata sullo stesso tema. La penultima sezione, A teatro, ci riporta, invece, di nuovo, nel mondo dello spettacolo. Qui è possibile esplorare gli interni dei teatri, incontrando pubblico e interpreti, fra i quali spicca  Marcelle Lender, la bellissima attrice del Théâtre des Variétés. Vi sono anche programmi di sala, locandine e riproduzioni di scene, accostabili tanto alle xilografie giapponesi quanto ai palchi teatrali immortalati da Daumier.

La mostra si chiude con documenti legati a altre attività d’illustratore, alla vita privata e gli affetti. Con gli amici comprende, infatti, i disegni per “La Revue Blanche”, per copertine di libri, e quelli che attestano la passione per i cavalli, la frequentazione del Bois de Boulogne, oltre a lavori commissionatigli, negli ultimi anni di vita, dagli amici. Gli innumerevoli volti di Parigi che emergono dalla breve ma intensa vita di Toulouse-Lautrec e dalla sua vastissima opera fanno di lui uno dei massimi esponenti della pittura europea moderna. Una luce che rischiara ancora l’oscurità in cui la capitale francese è stata precipitata nelle ultime settimane.

 

Giada SbriccoliHenri de Toulouse-Lautrec, Jane Avril, litografia a colori, manifesto, 1893

 

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