A Milano il racconto dell’Italia negli scatti di Henri Cartier-Bresson e di altri fotografi internazionali

Il racconto dell’Italia in quasi ottant’anni del secolo precedente, nelle immagini realizzate da grandi fotografi internazionali, Henri Cartier-Bresson fra tutti. Inizia con i lavori del maestro francese, pionere del foto-giornalismo, l’itinerario fotografico della mostra dedicata al nostro Paese, Henri Cartier-Bresson e gli altri – I Grandi fotografi e l’Italia, inaugurata lo scorso 11 novembre a Palazzo della Ragione a Milano.Z

Il progetto, curato da Giovanna Calvenzi, è ideato in continuità con Italia Inside Out, la mostra milanese che nella scorsa primavera ha restituito lo sguardo di alcuni fotografi italiani sull’Italia. Per questo nuovo appuntamento, l’obiettivo diventa quello di artisti internazionali, alla luce del fascino e dell’attrattiva esercitati all’estero dal nostro Paese e dal suo patrimonio naturalistico e storico-culturale.

A dare il via al viaggio in Italia illustrato in mostra è Henri Cartier-Bresson: le immagini del maestro, a partire dal suo autoritratto, aprono su scorci della realtà del Bel Paese negli anni Trenta, dietro la spinta del suo sogno umanista di fermare il tempo, e di immortalare il momento decisivo del suo divenire.

Agli scatti di Bresson fanno seguito quelli di altri 35 autori, all’interno di un percorso espositivo di lettura indiretta della storia della fotografia e dell’evoluzione dei suoi linguaggi. Dopo il reportage di Robert Capa sulle truppe statunitensi durante lo sbarco in Italia del 1943, si inserisce l’elegante rilettura del mondo della fede apportata da David Seymour. Tale visione umanista si stempera poi nel provocatorio racconto di Roma, realizzato nel 1956 da William Klein. Presente in mostra anche Sebastião Salgado, autore del racconto dell’epopea degli ultimi pescatori in Sicilia, con un occhio attento a cogliere la realtà degli uomini. Il progetto si estende a comprendere lo scenario contadino grazie all’opera Un paese, datata 1953, eseguita da Paul Strand con Cesare Zavattini, secondo quel linguaggio documentario che prende ad indagine un piccolo centro storico emiliano. Ed ancora, le città d’arte oggetto di reinterpretazione onirica nei lavori di Gregory Crewdson e Irene Kung, Art Kane e Michael Ackerman, conducono alla rassegna di disagi esistenziali, scempi architettonici e incontri dolorosi: immagini alle quali fanno da contrappunto le letture più positive di Joel Meyerowitz, incantato dalle luci magiche della Toscana, di Steve McCurry, affascinato dall’alchimia estetica tra le persone e Venezia, e di Martin Parr, impegnato a giocare sulla costiera amalfitana con i turisti e i loro ritratti su sfondi paesaggistici straordinari.

Il percorso espositivo si conclude idealmente con la narrazione autobiografica: da quella di Sophie Zénon, incentrata sulla storia della sua famiglia migrante, a quella di Nobuyoshi Araki, a Venezia, con gli scatti delle maschere del carnevale che raccontano in termini soggettivi gli incontri avvenuti in laguna.

La mostra si svolgerà fino al prossimo 7 febbraio 2016.

Box informazioni: www.palazzodellaragionefotografia.it.

 

 

Clara Agostini

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