A Villa Joy- Iconic -Heritage Rooms l’ospitalità è di casa

Prendete un ambiente “cosmopolita”, volto alla riscoperta e alla conoscenza del variegato panorama artistico e culturale internazionale. Mantenete intatto l’obiettivo di stimolare la creatività. Pensate a uno “spazio” come principio fondamentale da valorizzare mediante elementi estetici essenziali, invitando l’ospite a liberarsi dagli schemi tradizionali. Ora godetevi il risultato. Benvenuti a Villa Joy- Iconic -Heritage Rooms. Per chi ancora non la conosce, “si presenta come un originale connubio stilistico nel quale si sintetizzano suggestione, sobrietà, comfort, essenzialità ed eleganza grazie ad un sapiente equilibrio architettonico che non conosce confini temporali”, dicono i proprietari. Per chi la conosce già, è una struttura incastonata nella grandiosità della sua semplicità. Immaginate un luogo dove si viene accolti da un senso di serenità contagioso. Sarà per i Mondrian, Rothko e Kandinskij (riprodotti in maniera fedele agli originali) che animano le pareti. Sarà perché sembra di avvertire nell’aria quella fragranza che solo luoghi sacri all’arte come il Guggenheim, il Moma di New York, la Tate Modern di Londra, il Louvre di Parigi o Palazzo Reale di Milano sanno diffondere. Sarà, ma qui nulla è lasciato al caso. D’altronde, varcare la soglia di Villa Joy è leggere la storia della vita dei suoi proprietari. Per arrivare al risultato attuale c’ è voluto oltre un decennio,trascorso in giro per il mondo e una visione: creare un angolo di relax dove godere delle attenzioni, accortezze che sono di casa in Villa. Quanto al risultato, è arrivato dopo aver vissuto in Africa e nei vari paesi europei. “Quando è nata l’esigenza di iniziare un percorso di condivisione culturale nella Villa d’infanzia, per unire al contempo tradizione ed innovazione”. L’effetto è negli occhi degli ospiti, al centro di tutto. La sfida più impegnativa era proprio garantire loro armonia e un benessere diffuso, grazie all’estrema ricerca dell’attenzione al dettaglio e alla organica esperienza sensoriale. Nessuna profusione di intenti, ma cromaticità degli interni, organizzazione delle simmetrie e nuove soluzioni esclusive raggiunte seguendo ingredienti ben precisi: purezza, classe e discrezione. È questo il vero lusso. Perché il lusso non lo fa il prezzo, bensì la qualità. “Sì, forse, ma non basta. Il lusso è un concetto molto più ampio da non confondere con la ricchezza fine a sé stessa. Il lusso non è neppure sinonimo di semplice eleganza, è piuttosto rappresentato da qualcosa con contorni aperti, un anelito desiderio alla possibilità di sperimentare nuove strade”, rispondono da Villa Joy, dove la potenza dell’idea e la coerenza diventano sinfonia che rapisce i sensi, donando quell’armonia spaziale che è insito nel concept che sottace alla realizzazione della Villa stessa. Basta entrarvi per lasciarsi rapire da un piacevole senso di protezione che le pareti, i colori ma anche il design interno e la scelta dei materiali infondono. Perché sublimano il vuoto, cercando di far coincidere forma e sostanza senza esibire espressamente il lusso che, se ostentato, diventa ordinario. Tanto a trasformarlo in straordinario ci ha pensato Diego Buono, fotografo più volte ospitato nell’Hasselbad Bulletin, la pubblicazione mensile on-line del prestigioso produttore di fotocamere. Proprio lui, ricercando l’incontaminato, è rimasto incantato da Villa Joy, valorizzata anche con immagini bianco & nero, impresse su pellicole stampate in camera oscura secondo le tecniche tradizionali.

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