J.K. Place, due lettere declinate nelle sillabe della città eterna Quando il bello incontra l’eterno

Spesso può capitare di inerpicarsi in sentieri e viali della vita che ti conducono improvvisamente e magicamente verso qualcosa di inesplorato e sconosciuto ma che, una volta varcata la soglia, ti fa innamorare e di cui non puoi e non vuoi farne a meno. Stiamo parlando dello stupendo J.K. Place, residenza dove stile, eleganza e dettagli sembrano avvolgerci in un abbraccio garbato ma intriso di calore. Nel cuore della Città Eterna, in una delle zone più private ed eleganti di Roma, il J.K Place si sviluppa all’interno di un edificio che fa parte dello storico Palazzo Borghese del XVII secolo. Siamo nella zona di Campo Marzio, a pochi minuti di distanza dal Pantheon e da Piazza di Spagna. Siamo forse nel miglior punto di partenza possibile per esplorare le bellezze artistiche e storiche della città che circondano questo Hotel di lusso. Dopo averci passato un po’ di tempo all’interno però, ci viene subito in mente che definirlo Hotel non gli rende giustizia, rimane un termine infatti che si sposa fino ad un certo punto con quella che è l’atmosfera che si respira e ci circonda. Il grande Architetto ed Interior design Michele Bönan, che cura ogni tratto stilistico dei vari J.K Place, ha voluto infatti regalare alla location romana il meglio del calore architettonico e stilistico che varie epoche da lui individuate, sono riuscite ad esprimere: si passa dal concept di ispirazione architettonica fascista con flussi di luce naturale che filtrano attraverso uno splendido lucernaio e che pervadono discretamente l’accogliente lobby al piano terra, alla calda e distensiva eleganza anni ‘60 e ‘70 degli arredi interni, per poi trovarsi calati nel periodo della Dolce Vita, quegli anni ’50 che vengono riproposti esaltando la splendida lastra di onice retroilluminata dell’accogliente e rilassante lounge bar. L’atmosfera unica che pervade invece il risto-salotto (concedeteci la licenza) J.K. Cafè, completa questa intrigante carrellata di stili magistralmente incastonati tra di loro con un deciso richiamo alla Roma-bene e al lusso discreto che rimanda alle migliori Maison dell’alta moda: prodotti freschi giornalmente selezionati dallo Chef , vanno a comporre le specialità italiane ed i classici piatti della cucina internazionale per dare soddisfazione agli estasiati ospiti della struttura che possono chiudere la giornata facendosi coccolare dalle creazioni di un grande Bartender in grado di colorare ogni serata con fantastici cocktails. Ancora inebriati dalla bellezza che ci circonda, ci accorgiamo si essere solo all’antipasto e, trovandoci davanti ad un ascensore che sembra più un salotto mobile che ti conduce ai vari livelli del J.K. Place, decidiamo di assaggiare il resto delle portate. La visita ai piani ci rivela, attraverso discreti e silenziosi corridoi, la presenza di ventisette mini-residenze super accessoriate e suites dotate di terrazze private che affacciano sui tetti di Roma: le camere offrono agli ospiti veramente quel plus in più legato ad una privacy e ad un comfort che sposano magnificamente la diversità stilistica che ognuna di esse regala come esperienza unica. J.K. Place non è solo comfort e raffinata eleganza, ma anche attenzione all’ospite a 360°: l’offerta di tour dedicati che danno la possibilità di essere guidati e coccolati attraverso la bellezza culturale di Roma e dintorni, completa l’esperienza unica che può essere vissuta in questa struttura che riesce a fondere stili ed epoche diverse sotto l’unico grande cappello del gusto raffinato. Volevamo guidarvi attraverso un viaggio emozionale nel Bello che accendesse la curiosità e la fantasia di ognuno di voi e lo abbiamo voluto fare tramite una delle realtà più prestigiose della Capitale comprendendo che soggiornarci, per chi ama il Bello, diventa un’esigenza. Come sosteneva il poeta e drammaturgo tedesco Goethe “Quando si considera un’esistenza come quella di Roma, vecchia di oltre duemila anni e più, e si pensa che è pur sempre lo stesso suolo, lo stesso colle, sovente perfino le stesse colonne e mura, e si scorgono nel popolo tracce dell’antico carattere, ci si sente compenetrati dei grandi decreti del destino”.

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