Eventi Culturali Magazine intervista Edith Gabrielli, direttore del Polo Museale del Lazio

Scegliereste Palazzo Venezia a Roma, l’Abbazia di Montecassino o Villa Lante a Viterbo? Prendetevi una vacanza, munitevi di cartina geografica ed iniziate a pianificare la prossima gita alla scoperta dei tesori della nostra splendida regione. Sono 46 i luoghi della cultura gestiti dal Polo Museale del Lazio, gioielli del nostro patrimonio storico-archeologico, talvolta poco conosciuti dai non addetti ai lavori. Noi di Eventi Culturali Magazine siamo andati ad intervistare il direttore di questa interessante realtà, la dottoressa Edith Gabrielli: romana, studiosa di storia dell’arte e di museologia, con all’attivo diverse pubblicazioni sulla pittura del Rinascimento nell’Italia centro-settentrionale. Dal 2015 direttore del Polo Museale del Lazio.

Abbiamo pensato di iniziare il nostro excursus parlando di “Armi e Potere nell’Europa del Rinascimento”, mostra in programma dal 26 luglio all’11 novembre con 160 reperti esposti tra Castel S. Angelo e Palazzo Venezia. L’esposizione ha l’obiettivo di esplorare l’epoca del Rinascimento attraverso lo studio delle armi. Come sta rispondendo il pubblico? “Direi molto bene. ‘Armi e potere nell’Europa del Rinascimento’ occupa il primo posto nella classifica di Repubblica sulle mostre più visitate in Italia, con oltre 46.000 visitatori nelle prime due settimane”. Pur mettendo sempre al centro il carattere scientifico, grazie alla cura di Mario Scalini, uno dei massimi esperti di armi nel nostro Paese e allo storico Massimo Carlo Giannini, la mostra non si vuole rivolgere solamente agli esperti e appassionati del settore, cerca invece di incuriosire e raggiungere i cittadini romani ed i turisti: “Le armi servono così a raccontare un intero mondo, quello appunto del Rinascimento, che specie a partire dal 1494, è davvero un mondo in armi, appunto”. Il direttore Gabrielli ha così riassunto questa mission: “mostre scientificamente ineccepibili, eppure per tutti”. Fondamentale come fonte di ispirazione nella creazione dell’evento, uno dei film più riusciti del regista Ermanno Olmi: “Il mestiere delle armi”. Assolutamente da vedere prima di recarsi alla mostra, consigliamo noi.

Parlando di Rinascimento, ci siamo permessi una digressione di carattere più generale. Nonostante Roma sia rinata in quel periodo, grazie alla presenza nel Cinquecento di artisti conosciuti in tutto il mondo, come Leonardo, Bramante, Raffaello e Michelangelo, la capitale oggi è conosciuta dai turisti e cittadini principalmente per l’Età antica e il Barocco, più raramente per il Rinascimento. Esiste una differenza tra fatti, Roma capitale del Tardo Rinascimento, e percezione dei fatti, ci ha spiegato la dottoressa Gabrielli: “La coscienza dei fatti, ossia di questa centralità di Roma nel Rinascimento maturo, si è in larga misura perduta. Come Polo Museale del Lazio ci stiamo lavorando, sia attraverso le mostre, sia attraverso altri interventi di ricerca e valorizzazione”.

A proposito di Rinascimento, grazie all’impegno di personalità come Edith Gabrielli, Palazzo Venezia sta vivendo da due anni la sua rinascita come sede di mostre e oasi verde nel cuore della Capitale. Il direttore Gabrielli ci ha spiegato lo sforzo del Polo Museale del Lazio nel valorizzare questo luogo (preso in gestione nel 2015), uno dei palazzi rinascimentali più importanti di Roma. Nonostante i suoi quattrocentocinquanta anni di storia, la prima battaglia è stata combattuta contro i pregiudizi e l’ignoranza dei romani che lo identificavano come il palazzo di Mussolini (famoso per il suo balcone e le adunate oceaniche in piazza) o semplicemente non lo conoscevano. “Palazzo

Venezia era la bella addormentata nel centro della città”. Evitando la negazione della storia, il fascismo è esistito e ha visto il Palazzo come attore protagonista, il Polo si è impegnato per “restituire al pubblico un racconto secolare, utilizzando equilibrio e correttezza storica”. L’epoca di Mussolini occupa un posto si importante, ma cronologicamente molto limitato: due decenni su secoli di storia. L’altro percorso portato avanti dal Polo nella rinascita di questo importante luogo è quello basato sulla bellezza: “Perché di bellezza a Palazzo Venezia ce n’è davvero molta. Possiamo dire che è uno scrigno di tesori. Abbiamo perciò lavorato e stiamo lavorando sulle strutture e sulle collezioni, fondamentali soprattutto per l’arte applicata, e sulle attività culturali”. Per quanto riguarda la nuova vita di Palazzo Venezia, la dottoressa Gabrielli si ritiene soddisfatta del lavoro svolto, anche se la strada da fare è ancora lunga: “In questi anni abbiamo fatto un grande lavoro. Direi che abbiamo gettato le basi museologiche per restituirne la storia intera, dal XV secolo ad oggi. L’obiettivo è trasformarlo in un grande Palazzo delle Arti, che sappia raccontare soprattutto ai giovani, l’arte e il modo di farla: una cosa che oggi nel nostro Paese manca ancora.”

Dopo il successo del 2017, il format vincente di ARTCITY è stato confermato con ARTCITY Estate 2018. Abbiamo chiesto al direttore Gabrielli i segreti nascosti dietro questo successo che ha permesso di realizzare “un programma organico di iniziative di grande qualità artistica ‘su misura’, così da far entrare nei musei del Polo Museale del Lazio chi nei musei non era mai entrato”. Il progetto ARTCITY Estate 2017 ha funzionato alla grande e sono i numeri a parlare: 600.000 visitatori, ed un numero rilevante di “visitatori di ritorno”. L’obiettivo, infatti, non è solo quello di avvicinare il cittadino grazie all’ampio ventaglio di iniziative proposte, ma anche “fidelizzarlo”, creando così un dialogo continuo tra comunità e luogo della cultura. Le novità per l’edizione de 2018? “La prima: una più ampia diffusione sul territorio del Lazio. Possiamo parlare di diffusione capillare”. Il progetto ha avvicinato molte amministrazioni locali che hanno spesso confermato con entusiasmo la partecipazione. “La seconda novità: un’ancor più forte diversificazione dell’offerta culturale, ferma restando la qualità e ferma restando la volontà di essere ‘site specific’. ARTCITY Estate 2018 raggiunge ora tutti i tipi di pubblico”. Stiamo parlando di un gigante da 14 milioni di visitatori l’anno, il Polo Museale del Lazio, in grado di raggiungere, intrattenere e collegare piccole realtà in tutta la regione: “un gigante con le mani da orologiaio”, come lo definisce lo stesso direttore.

Per concludere abbiamo chiesto al direttore del Polo di consigliare ai lettori di Eventi Culturali Magazine un luogo della cultura da non perdere. Una domanda non facile vista l’ampia proposta del Polo Museale del Lazio: 46 tesori, sparsi per tutte le province laziali. Anche se “tutti meritano attenzione”, la dottoressa Gabrielli ne ha scelti tre, distribuiti fra Roma, l’alto Lazio e il basso Lazio. Per quanto riguarda la Capitale, la preferenza è ricaduta sul Museo Boncompagni Ludovisi per le Arti Decorative, il Costume e la Moda dei secoli XIX e XX: “si tratta di un museo prezioso che per anni è stato ‘satellite’ della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea”, oggi diretto dalla dottoressa Matilde Amaturo. Per il basso Lazio la dottoressa segnala il Museo Archeologico Nazionale e Area Archeologica di Sperlonga. L’incantevole cittadina costiera, celebre per le sue spiagge dorate, nasconde infatti uno scrigno della storia antica: i resti della villa dell’imperatore Tiberio con la sua grotta e le sculture custodite nel vicino Museo archeologico. “Un piccolo consiglio. Portatevi dietro una copia de ‘L’Odissea’ o almeno leggetene qualche brano con lo smartphone: perché solo qui, nel Museo e nell’area archeologica di Sperlonga, il visitatore può guardare al mare esattamente con gli occhi e la mente di Ulisse”. Infine, l’attenzione si sposta sulla

Tuscia: nel verdeggiante alto Lazio la dottoressa Gabrielli consiglia il Palazzo Farnese di Caprarola. “Un autentico capolavoro del Cinquecento italiano, conosciuto e studiato in tutto il mondo: nel Casino del Piacere, situato all’interno del parco, nella zona superiore, il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi amava risiedere d’estate. All’estero è una celebrità. In Italia, invece, non è ancora apprezzato come merita. Al Polo lo abbiamo capito e dunque negli ultimi tre anni vi abbiamo destinato quasi 6 milioni di euro per restauri e interventi di valorizzazione. I primi risultati si vedono: i visitatori sono aumentati del 20%”.

Il nostro viaggio in compagnia del direttore Edith Gabrielli alla scoperta delle meraviglie del Polo Museale del Lazio ci ha permesso di conoscere da vicino una realtà appassionante in grado di avvicinare e far dialogare grandi e piccoli luoghi della cultura della nostra regione e valorizzare celebri eroi dimenticati. Non resta che scegliere la prossima visita alla scoperta delle bellezze del Lazio.

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