«L’AMOR CHE MOVE IL SOLE E L’ALTRE STELLE» Papa Francesco bussa alle porte del Planetario romano

 

Due anni fa, il Planetario di Roma veniva chiuso per «lavori di adeguamento per la prevenzione degli incendi». La sua attività era stata interrotta per ben due volte, già ai tempi in cui aveva sede presso la Sala Ottagona delle Terme di Diocleziano. La sede fu chiusa, prima, da Ignazio Marino, poi, dal Sovrintendente capitolino ai beni culturali, Claudio Parisi Presicce, e, infine, dal Commissario Tronca. Nel 2014, si assicurò che nel giro di due anni al massimo la nostra Capitale sarebbe tornata a vedere le stelle. I lavori però non sono ancora incominciati.

Così, il 27 gennaio 2016, un gruppo di appassionati volontari, riunitisi sotto il nome “Riapriamo il Planetario di Roma”, e capitanati dall’artista Iginio De Luca, ha organizzato un provocatorio blitz nel Museo della Civiltà Romana, attuale sede del Planetario e Museo Astronomico di Roma. Prendendo spunto dall’apertura delle grandi basiliche in occasione del Giubileo Straordinario, il gruppo ha trasportato una sagoma (in cartone) di Papa Francesco fino al portone d’ingresso.

De Luca ha spiegato il gesto dichiarando: «Il sito scientifico, tanto caro a molti romani, ma non solo, sembra pervaso dalla materia oscura della burocrazia italiana. Una specie di brodo primordiale che tutto ingoia e niente risolve. Per questo, brancolando nel buco nero della politica romana, vittime del vuoto decisionale della Costellazione degli inetti, non resta che affidarci alla Misericordia di Papa Francesco. Forse solo grazie alla sua intercessione divina potremo sperare nel miracolo gridando finalmente: “Habemus Planetarium”!». La polemica dell’artista intende spronare le autorità politiche romane a risolvere la situazione, restituendo alla città una delle sue istituzioni culturali più importanti.

 

Giada Sbriccoli

 

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