Gli Ustasha e il fiume Sava

Nel generale clamore che fece seguito alla chiusura dei campi di sterminio nazisti al termine della seconda guerra mondiale, si persero le voci delle centinaia di migliaia di serbi, bosniaci, zingari ed ebrei che vennero “ospitati” dalla struttura del campo di concentramento di Jasenovac, a ridosso del fiume Sava. Si tratta di un poco noto ma molto attivo campo di sterminio, nonché il più grande della zona balcanica, voluto dal governo dell’allora Stato Indipendente di Croazia. Ignorato sistematicamente dagli storici, Jasenovac fu il terzo campo di concentramento per dimensioni, dopo Auschwitz e Buchenwald, di tutta la seconda guerra mondiale. Ed è qui che avvenne la maggior parte dei massacri operati dagli Ustasha contro le etnie non croate e non-cattoliche dello Stato Indipendente di Croazia. Gli internati del campo venivano liberamente eliminati senza nessun limite alla brutalità. Alcuni venivano lasciati morire di freddo o di stenti, altri trovavano la morte per mano dei loro aguzzini, i quali utilizzavano un coltello speciale, portato costantemente al polso dai carcerieri, chiamato srbosjek; oppure venivano affogati, bruciati vivi, decapitati, strangolati con il filo spinato o, ancora, uccisi con una speciale mazza di legno –utilizzata precipuamente per questo scopo- che gli fracassava il cranio con un colpo alla tempia. I cadaveri, quando non erano arsi, venivano gettati nel vicino fiume Sava. Testimonianze riferiscono che il corso d’acqua a ridosso del campo di Jasenovac passava settimane intere tinto di rosso, a causa dei cadaveri che vi venivano gettati a migliaia dalla vicina installazione croata. Fra le vittime dello scellerato sterminio per la pulizia del paese vi fu anche il noto industriale e filantropo serbo Milos Teslic, il quale fu torturato e ucciso in modo brutale dagli Ustasha. Jasenovac venne chiuso nel 1945, ed il suo direttore, Dinko Šakić, catturato in Argentina nel 1988. Pur facendo parte di uno degli eventi più noti dello scorso secolo il campo di concentramento di Jasenovac fu per lungo tempo ignorato dagli storici, se non trattato come fenomeno minore del ben più esteso e sistematico olocausto. Tuttavia dovrebbe comunque far riflettere, poiché l’eliminazione non era finalizzata a ripulire lo spazio vitale pensato da Hitler per i suoi ariani; bensì era stato ideato per puro scopo di pulizia etnica dei confini croati. Magari sono stati piantati proprio in quei giorni i semi che sono germogliati negli scontri dei primi anni novanta proprio in quelle zone dei balcani; anche se –forse- sono stati solo gli ultimi di una lunga serie che affonda fino al XII secolo le sue lunghe radici.

 

Giampaolo Giudice5555555555555

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