LO “SHOWRUM” DI LEONARDO PINTO: IL DISTILLATO DEI PIRATI ARRIVA A ROMA! LA PASSIONE IN UNA BOTTIGLIA DI RUM… LA SCINTILLA CHE SCATTA AL PRIMO SORSO!!!

 

Probabilmente se Cristoforo Colombo non avesse scoperto  l’America e deciso di piantare canne da zucchero nelle isole caraibiche noi oggi non potremmo gustare una delle bevande più apprezzate in assoluto…il rum…la  sua storia si incastra con la storia della schiavitù americana,uno dei più grandi esodi forzati  che ha portato nei Caraibi una mescolanza di etnie,costumi e tradizioni  che si impregnano in ogni città,in ogni isola…in ogni rum!

 

Bianco,oro,scuro,invecchiato,overproof,speziato o premium … non sappiamo quale abbia bevuto Leonardo Pinto la prima volta… ma sappiamo che fu amore al primo sorso … datare la nascita di una passione è solitamente molto difficile, ma nel suo caso è stato un colpo di fulmine che ricorda piuttosto nitidamente. Intervistato,racconta al nostro magazine che era la fine degli anni novanta, aveva da poco cominciato a frequentare in modo “curioso” il mondo del bar ed il suo bartender di fiducia gli versò un bicchiere di rum, di cui allora si sapeva poco, chiedendogli di assaggiare. Liscio.

Fu catapultato in una esperienza gustativa che non si aspettava e lì scoccò la scintilla.

 

Ecco come inizia la passione!… Cominciò a cercare informazioni con tutti i mezzi che poteva e da li a pochi anni aprì il suo primo blog dedicato al rum” ISLA DE RUM.” Era un hobby, una passione, non certo un lavoro a quel tempo, anche se con il passare degli anni maturava sempre più il sogno di poter un giorno dedicarsi a pieno a questo mondo. Nel 2010, dopo oltre dieci anni, grazie anche al supporto delle persone che gli stavano accanto, la sua compagna in testa, decise di dare un colpo di spugna alla sua vita, lasciò il lavoro, aprì partita iva e si lanciò in questo mondo, senza un’idea precisa, ma con tanti progetti. La sua figura, indipendente e slegata dai brand, fino a quel momento non era mai esistita, per cui all’inizio il percorso è stato notevolmente in salita, ma con tanta determinazione, passione ed un pizzico di fortuna, che ci vuole sempre, oggi finalmente quello che fino a pochi anni fa definiva un sogno è diventato realtà.

 

Bastò uno sguardo a Miami e Londra per chiedersi come mai in Italia non esisteva un Festival dedicato al rum finché un giorno un produttore, ignaro di quello che avrebbe scatenato con la semplice frase”perché non lo fai tu”, gli da l’input per lanciarsi in una nuova sfida e dopo la nascita di ISLA DE RUM un nuovo progetto inizia a prendere vita,stava venendo alla luce SHOWRUM! Scelse Roma come sede, in quanto geograficamente strategica sia per il nord che per il sud, e fece una “puntata pilota” nel 2012. Non aveva mai organizzato un evento, tantomeno un evento di questa portata. Per cui questa edizione (che non andava ancora sotto il nome di ShowRUM), gli diede le conferme necessarie per capire  che era fattibile. Nel 2013 lanciò ufficialmente ShowRUM come festival italiano, con l’aiuto di SDI Group e da allora il festival è cresciuto di anno in anno sia in termini di affluenza che di reputazione, posizionandosi come un crocevia fondamentale per il mercato italiano del rum sia per i professionisti che per i consumatori, dove la formazione e l’informazione sono gli ingredienti fondamentali.

 

Ma quante varietà di rum esistono? Il rum si distingue in agricole e tradizionale. Il rum agricole è prodotto a partire da puro succo di canna da zucchero, una “innovazione” proveniente dai territori francesi nel XIX secolo. Innovazione in quanto tradizionalmente il rum veniva prodotto (ed è prodotto tuttora) a partire dalla melassa, un liquido denso dal caratteristico sentore di liquirizia, che si ottiene al termine del processo di estrazione di una parte dello zucchero dal succo di canna.

A livello qualitativo,ci dice Leonardo Pinto, non esistono distinzioni “a priori”. Cambia la materia prima e sicuramente in parte cambiano le caratteristiche organolettiche del prodotto finale, ma ci sono eccellenze sia tra i rum agricole che tra i rum tradizionali. Un giro tra gli stand del festival potrà chiarire meglio questo concetto. Proprio per questo a ShowRUM ha  diviso tutti i rum per tipologia, dai tradizionali agli agricole passando per gli imbottigliatori indipendenti fino alla cachaca, che a volte dimentichiamo essere a tutti gli effetti un rum.

 

Ma il rum non è solo conoscerne la tecnica… “Apprezzare il rum senza capirne le origini e la tradizione che porta con se è come cercare di capire un quadro astratto senza sapere nulla di arte.” Ti può colpire, ti può piacere, ma non riesci davvero a farlo tuo. Ogni bicchiere di rum autentico, racconta una storia che non è solo legata alla percezione gusto – olfattiva. Tecnicamente il rum è un distillato, va degustato in modo attento dato il tenore di alcool, alla stregua del brandy, del whisky e di tutti gli altri distillati. Occorre sapere come approcciarsi al bicchiere in modo corretto perché l’alcol non ci anestetizzi i recettori olfattivi, ma l’apprezzamento “tecnico” del prodotto è solo una parte della degustazione, anche se è una parte sicuramente divertente per il pubblico e necessaria per un professionista.A

E’ per questo motivo che sia a ShowRUM, sia come Isla de Rum, Leonardo svolge corsi a tutti i livelli proprio per permettere sia ai professionisti che agli amatori di poter degustare il prodotto riconoscendone qualità, vizi e virtù.

Ci tiene consapevolmente a precisare, perché non va mai dimenticato, che l’alcol non deve mai diventare né un fine, né un rifugio. Non si beve per dimenticare né per ubriacarsi, ma per convivialità. Un approccio consapevole al distillato inevitabilmente porta ad una moderazione del consumo.

 

Leonardo Pinto ama definire il rum il “Pirata dei distillati”, un po’ perché rum e pirateria sono da sempre associati indissolubilmente nell’immaginario collettivo, un po’ perché a differenza degli altri distillati, data l’incredibile diffusione della sua produzione e la varietà delle sue espressioni, non è incasellabile in canoni stretti di produzione e rigidi controlli di etichettatura. E’ in un certo senso uno “spirito” libero che ci porta con la testa alle spiagge dei tropici, ai grandi velieri che hanno solcato il mare dei Caraibi, all’orgoglio delle classi più povere ed alla rivoluzione nei confronti della soppressione.

 

Un bicchiere di rum racconta la poesia di chi lo produce,della terra dove si coltivano le canne da zucchero,racchiude la forza della schiavitù e l’ingannevole proibizionismo…ma ha ancora tanto da raccontare…

…tocca a noi continuare a scriverne la Storia!!!!

 

 

 

 

 

 

 

Box informazioni:

 

ISLA DE RUM di Pinto Leonardo Nazario
Via Michelangelo, 2 – 41051 Castelnuovo Rangone (MO) – Italy
Tel: +39 334 5638193 – Fax: +39 059 788 0010
E-mail: info@isladerum.com
P.IVA: 03433580366

Michela Cenci

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